Un netto disinteresse per la cultura urbana

Il partito «Možemo» ha denunciato la mancanza di una chiara visione e un piano d'azione da parte della Città di Fiume

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Un netto disinteresse per la cultura urbana
Renato Stanković e Iva Davorija. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Negli ultimi mesi il Consiglio per la cultura della Città di Fiume, ma anche alcuni dei consiglieri che ne fanno parte, si sono attivati per smuovere le acque nel campo della pianificazione culturale e della rivitalizzazione e preservazione di palazzi storici di importanza culturale. Sulla scia di questo impegno si è tenuta pure la conferenza stampa del partito “Možemo” alla quale hanno parlato il consigliere per la cultura, Renato Stanković e la consigliera cittadina, Iva Davorija, per puntare ancora una volta il dito contro l’inerzia e la negligenza dimostrata dalle autorità cittadine nei confronti della cultura.
“Abbiamo iniziato ad aprire alcuni temi già all’inizio di agosto, tra cui pure quello della mancata pubblicazione del bando per la gestione del club Palach – ha esordito Davorija –. Sono ormai due anni che la situazione non cambia e ci era stato annunciato che il nuovo bando sarebbe uscito a marzo. Siamo ad ottobre e non è ancora successo niente di nuovo. Penso che la situazione con il centro giovanile Palach sia soltanto un simbolo della politica culturale cittadina, che ignora la scena non istituzionale e urbana e non si occupa dei luoghi di culto della storia culturale fiumana”.
Renato Stanković ha parlato, invece, di un altro luogo trascurato e abbandonato, ovvero lo spazio di Marganovo, in seno all’ex Cartiera, in fondo a via Ružić. Anche se alcune zone dell’ex Cartiera sono pericolose e a rischio, Marganovo poteva venire usato per incontri pubblici e attività di vario genere se fosse esistito un desiderio da parte delle autorità, come era avvenuto nel corso del progetto Fiume CEC 2020. Quello che Stanković condanna maggiormente è la mancanza di una chiara visione di sviluppo della cultura cittadina e di conseguenza anche di un chiaro piano d’azione.
“Se la Città avesse una strategia culturale potremmo comprendere quali sono le sue priorità e gli obiettivi – ha aggiunto –, ma purtroppo stiamo brancolando nel buio. Non sappiamo niente né della Cartiera, né del Palach, né del palazzo di Teatro Fenice, né della rampa di lancio Torpedo, né del futuro del magazzino dell’Exportdrvo. Invito dunque le autorità cittadine ad ammettere apertamente di non aver alcun interesse per la cultura, ovvero che lo slogan ‘Il nuovo ritmo della città’ era interamente ironico”.
La conferenza è stata chiusa da Iva Davorija, la quale ha dichiarato che se questo approccio dovesse continuare la cultura fiumana non istituzionale subirà un processo di provincializzazione e si ridurrà ad attività ludiche o comunque mirate al profitto, come ad esempio quelle legate al turismo. In questo modo verrà persa una parte importante dell’identità fiumana e un numero significativo di cittadini verrà escluso dalla vita culturale.

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