«Sono un calabrese con l’Istria nel cuore»

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«Sono un calabrese con l’Istria nel cuore»

Di recente è stato ospite nell’ambito dello spazio in lingua italiana di Radio Istria, ma Pier Caruso, cantautore italiano, la penisola istriana la porta nel cuore da diversi anni. Questo 32.enne, nato a Crotone, ne è rimasto affascinato da subito, al primo “incontro”.

Come e quando hai conosciuto l’Istria?

“Sono calabrese, cresciuto in una terra di mare, poi trasferito in Liguria e in seguito in Piemonte, in mezzo al verde. Di norma, da piccolo, le mie vacanze le ho sempre passate al Sud, dai miei parenti. Poi, nel 2006, per caso, con degli amici abbiamo organizzato una vacanza a Parenzo ed è stato per me come scoprire un mondo nuovo, con persone molto simili a me, alla gente del Sud, accoglienti, sorridenti. Ho visto ragazzi suonare per strada, in piazza, senza che nessuno si lamentasse, non c’è delinquenza; e sono cose che ti fanno stare bene. Me ne sono innamorato a tal punto che ho fatto una pazzia: poco tempo dopo ho deciso di andarmene da casa e lasciare una lettera a mia mamma dicendo che sarei andato a vivere in Istria. Sono scappato in Croazia ma, ovviamente, non è stato così semplice come pensavo: dopo qualche giorno sono tornato a casa, perché non avendo agganci e disponibilità finanziarie ho dovuto arrendermi. Ma ci ho lasciato il cuore e appena mi è possibile vi faccio ritorno. Perché amo tutto di questa terra, il profumo, il cibo, le persone… tutto!”.

Quanto hai visto di questi luoghi?

“L’entroterra dell’Istria l’ho conosciuto quando quest’estate sono stato invitato per un’intervista a Radio Istria, a Pisino. Finora avevo girato praticamente tutta la costa, da Umago a Rovigno, fino a Pola e Medolino. Il prossimo obiettivo sarà sicuramente Fiume e poi la Dalmazia. Ma il mio vero sogno è di venire a vivere in Istria”.

Hai vissuto qualche esperienza negativa?

“Veramente non ho trovato nulla da criticare. In ogni località che ho visitato, ho trovato sempre un’atmosfera positiva e felice”.

Ti ha sorpreso la presenza della lingua italiana in Istria?

“È vero, lo parlano praticamente tutti, anzi, penso che qui non ci sia nessuno che non sappia almeno tre lingue”.

Parliamo un po’ di musica: come vedi il mondo della musica italiano?

“In Italia i talent show sono arrivati a un livello talmente alto, da cui attingono i discografici, che tendenzialmente puntano sui giovani. La popolarità deriva innanzitutto dalla tv, ma non dura a lungo, forse un anno, e poi i discografici trovano un altro giovane da lanciare. Io ho deciso di cercare di dimostrare che non esiste soltanto quel mondo e che si può riuscire anche stando fuori dalla televisione. Non ho raggiunto una popolarità ‘mondiale’, ma con la mia forza, lottando contro il sistema e grazie alla mia testardaggine, sono riuscito ad arrivare anche in Croazia. È una terra che amo particolarmente e sono anni che frequento l’Istria. È uno di quei posti che nel mio futuro potrebbe diventare una meta fissa. È totalmente un altro mondo rispetto all’Italia, c’è più libertà d’espressione musicale; la mia musica è più apprezzata rispetto al mio Paese: io tendenzialmente tendo ad avere quella cultura della musica italiana che ormai si sta perdendo”.

Come descrivi il tuo modo di fare musica?

“Ho sempre cercato di non scendere a compromessi, di essere coerente con le mie scelte. Secondo me, in Italia o fai una settantina di concerti all’anno o puoi vivere di visibilità televisiva per un anno o forse più. L’Italia è conosciuta nel mondo per un certo tipo di cultura musicale, che i giovani ormai non conoscono quasi più. Se parli con ragazzi di 15-20 anni di cantanti che hanno fatto la storia della musica italiana dagli anni ‘70 ai ‘90, Pavarotti, come Lucio Dalla, Battisti, Al Bano, pochi ne conoscono l’esistenza. È preoccupante. Il mio obiettivo è stato sempre di portare avanti questo genere di musica facendo quasi tutto da solo, fino ad arrivare ora a questo singolo, ‘Ghiaccio e limone’, che mi ha alzato un po’ l’‘asticella qualitativa’, in quanto scritta da musicisti famosi in Italia, Davide De Marinis e Tony Labriola. Adesso siamo arrivati a 170mila visualizzazioni su YouTube, il che è un buon obiettivo se si considera che non siamo passati attraverso la televisione”.

Quali generi segui di più?

“Ho ‘masticato’ praticamente tutta la musica italiana dagli anni ‘70 ai ‘90, ma non mi sono mai ispirato a niente di particolare e ho preso forse di tutto un po’. Non sono amante della musica straniera: sono troppo affezionato alla musica italiana. Da ragazzo ascoltavo pure gruppi come i Nirvana e inevitabilmente i Queen, che hanno sicuramente tirato su tante generazioni. Prediligo, però, e l’ho sempre fatto, la musica italiana”.

Quando non ti occupi di musica, come trascorri il tuo tempo?

“Praticamente tutta la mia vita ‘gira’ intorno alla musica: ho iniziato giovanissimo, a 13 anni, con delle band, cercando gli stimoli giusti, lasciandomi trasportare – come praticamente tutti a quell’età – da quello che gli altri ascoltano. Ho iniziato a fare musica punk molto leggera, sobria, poi rock, sempre cover, in italiano, ma mi mancava sempre qualcosa. Crescendo mi sono reso conto che avevo bisogno di fare la mia musica. Ho iniziato a scrivere poesie e canzoni, ho iniziato a fare concerti in acustico, sulle spiagge, poi nei piano-bar in Piemonte, e nel 2011 è arrivata la proposta per incidere un disco con le mie canzoni. Ovviamente ho accettato ed è nata ‘Questa notte è ancora nostra’, con un’etichetta discografica nuova, indipendente. Da lì è iniziato tutto: sono stato in seguito chiamato da altre etichette discografiche, per dei singoli. Nel 2012 ho scritto la canzone ‘Perdonerai’, un testo molto particolare, che parla contro la violenza sulle donne, con cui ho vinto alcuni premi. Mi hanno chiamato a Frosinone e a Roma, per cantare in alcuni appuntamenti per beneficenza. Ho collaborato poi con altre due band, altri due singoli, e nel 2016 ritorno con ‘Sognando estati’, un contratto andato a monte e quando stavo ormai per mollare tutto mi ha contattato un’altra casa discografica con il produttore Andrea Fresu, che mi ha presentato a Davide De Marinis, famoso autore italiano che anni fa ha fatto alcune canzoni per Sanremo e lavora pure per la Rai. Mi hanno dato una nuova vita a livello musicale e discografico, questa volta non come autore, ma come cantante. Evidentemente non ero ancora pronto per prendere in mano da solo le redini di tutto. La canzone ‘Ghiaccio e limone’ ha avuto un ottimo successo pur non avendo avuto un consistente investimento pubblicitario. In Italia ne hanno parlato tanti giornali locali e provinciali, dal Nord al Sud d’Italia, dedicandomi dei begli articoli. E poi, essere arrivato in Istria, in Croazia, è stato veramente importante. Sono stato ospite a Radio Istria, dove ho fatto sentire il mio singolo, e ora un’intervista anche sul vostro quotidiano, per me è qualcosa di magico”.

Progetti futuri?

“Visto il successo che ha avuto la canzone ‘Ghiaccio e limone’, l’abbiamo incisa in versione 2.0. Difatti, insieme alla cantante venezuelana Becadicaro abbiamo appena realizzato ‘Hielo y limón’ in versione italiana e spagnola. È stata una collaborazione nata in seguito a un suo soggiorno in Italia, e ci siamo subito innamorati musicalmente. Credo che il nostro incontro abbia portato a un ottimo progetto”.

Dopo averlo conosciuto meglio, non ci resta che attendere la prossima visita di Pier Caruso in Istria, magari non soltanto per diletto bensì per “lavoro”, su un palcoscenico, dietro a un microfono.

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