Siamo tutti attori nella nostra vita quotidiana

Reduce dalla 32ª edizione di Mittelfest il Dramma Italiano dello «Zajc» di Fiume ha riscosso un enorme successo a Cividale del Friuli con «Deriva urbana/Urban drift». A raccontare l'esito della performance è Giuseppe Nicodemo, assistente alla regia

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Siamo tutti attori nella nostra vita quotidiana
Giuseppe Nicodemo. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

“Per la prima volta si è riusciti veramente a rendere complice in tutti i sensi la città di Cividale del Friuli nel Festival”. Questa l’opinione del pubblico del Friuli-Venezia Giulia che ha applaudito gli attori del Dramma Italiano del Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” di Fiume. La ragione? Una performance spettacolare proposta nell’arco di due giorni per quattro appuntamenti seguitissimi nell’ambito della 32.esima edizione di Mittelfest. Infatti, “Deriva urbana/Urban drift” è entrata quest’anno a far parte del cartellone del Festival multidisciplinare e internazionale, una vetrina dello spettacolo dal vivo centroeuropeo in Italia, che promuove, attraverso il teatro, la musica, la danza e non solo, il dialogo tra 27 Paesi europei. Dedicata all’Inevitabile – tema scelto dal direttore artistico Giacomo Pedini – l’edizione 2023 evoca la contrapposizione tra destino e possibilità di scelta, tra immutabilità e libero arbitrio. È questo il fil rouge del Festival del teatro della Mitteleuropa in corso a Cividale del Friuli fino al prossimo 30 luglio.

Uno spettacolo diviso tra due città
Ma torniamo alla street performance che ha suscitato grande interesse del pubblico italiano per il teatro inclusivo.
Come dicevamo, nei giorni scorsi l’ensemble del Dramma Italiano è stato per le strade di Cividale del Friuli, alla ricerca del rapporto tra attori, spettatori, passanti e luoghi con il medesimo spettacolo che aveva conquistato la località di Fiume lo scorso giugno. Il pubblico è stato invitato a riscoprire la bellezza delle relazioni tra le cose, i luoghi e gli esseri viventi del mondo. Va ricordato che la performance è frutto della collaborazione tra il collettivo austriaco-ispanico Eléctrico 28 impegnato da sempre in progetti di teatro site-specific e il Dramma Italiano, per una coproduzione con il Festival internazionale di Cividale, Mittelfest.
Ogni elemento evitabile o inevitabile è entrato a far parte del racconto, trasformandolo. In un presente nel quale ci sentiamo spesso soli, lo spettacolo ha tentato di ricucire lo strappo tra l’osservatore e l’attore.
Dopotutto “il mondo è un teatro e tutti gli uomini e le donne non sono che attori: essi hanno le loro uscite e le loro entrate; e una stessa persona, nella sua vita, rappresenta diverse parti” – diceva Shakespeare. Niente di più vero. Chi il teatro lo fa per professione, chi lo fa per hobby, perfino chi non lo fa per niente è comunque un attore. E come tale recita. Al costo di essere diverso dalla sua “normalità”. Ma non si tratta di essere falsi. Nella vita ci comportiamo diversamente in base alle situazioni e non c’è nulla di più naturale. Non dobbiamo vergognarcene.
Serena Ferraiuolo, Andrea Tich, Stefano Iagulli e Stefano Surian hanno guidato la comitiva di spettatori – non sono stati fermati nemmeno dal caldo tropicale – in un’avventura alla scoperta, quasi documentaristica, di Cividale del Friuli.
Il riscontro? Un’esperienza che ha insegnato a conoscere sé stessi e guardare la città con occhi diversi. Giuseppe Nicodemo, assistente alla regia e attore del Dramma Italiano, ci ha raccontato in un’intervista ciò che hanno provato gli attori nella realizzazione della performance in una città per la quale lo spettacolo non era pensato inizialmente e quali sono state le reazioni del pubblico.

Lo spettacolo sperimentale interattivo è stato ideato dal collettivo Eléctrico 28 per il capoluogo quarnerino, in cui aveva debuttato all’inizio di giugno. La performance presentata a Cividale ha subito delle modifiche?
“Assolutamente sì. Il collettivo Eléctrico 28 era già andato su a vedere il percorso da fare simile a quello di Fiume. Quando siamo andati a Cividale del Friuli con gli attori abbiamo rimodificato un po’ il percorso per problemi tecnici; gli attori hanno improvvisato quasi tutto. Quindi è uno spettacolo sempre work in progress in cui gli attori danno tutti sé stessi. Per es. l’appartamento di Serena Ferraiuolo è stato cambiato tutto siccome ha reinventato la sua casa immaginaria”.

Qual è stato il team di attori che ha partecipato alla performance?
“Il team è quello di Fiume però per problemi di salute non ha partecipato Annamaria Ghirardelli, la quale ci è mancata tantissimo, ma grazie anche alle prove che abbiamo fatto a Cividale siamo riusciti a riadattare lo spettacolo che non ha subito conseguenze negative rispetto a quello presentato nel capoluogo quarnerino”.

Anche qui sono state usate le cuffie?
“Esatto. Abbiamo fatto però una modifica nel penultimo pezzo ovvero quello dell’opera dove Stefano Surian canta con il coro e il pubblico lo ascolta senza le cuffie. Lo spettacolo ne acquista in questo senso”.

ùQual è la differenza tra le due città riguardo agli spazi pubblici che hanno visto la presentazione della pièce inclusiva?
“A Cividale ovviamente non c’è il Canal morto con la nave ma c’era un materasso che passava. Non ci sono state differenze di meglio o peggio. Credo che ‘Deriva urbana’ anche se la facessimo a Grisignana o a Grobnico troverebbe sempre un modo per adattarsi e per dare quell’idea di riappropriazione degli spazi pubblici che offre in ogni città”.

Instaurato un legame solido
Qual è stato il feedback degli spettatori locali e quale la reazione dei passanti?
“Abbiamo avuto un confronto con il pubblico e con il critico Roberto Canziani. Quello che mi ha stupito è che anche se fosse mezzogiorno a 35 °C ci saranno almeno trenta persone ad ascoltare l’incontro con gli attori e con Eléctrico 28.
All’inizio erano tutti un po’ titubanti, come pure qui a Fiume. Dopo un po’ di prove le persone che abbiamo coinvolto, come gli esercenti perché si entrava dentro in negozi ad ascoltare le conversazioni, sono state sempre più interessate e interagivano con noi in modo molto positivo. I passanti vedendoci ci dicevano: ‘Ma cosa fate qua; ma come vi permettete?’ Poi, pian piano, si sedevano con noi, ci ascoltavano.
Il pubblico era molto coinvolto; faceva le cose con noi. Per es. Serena chiedeva di togliersi le scarpe e loro lo facevano, poi i ragazzi saltavano nelle strisce pedonali e il pubblico li accompagnava. I cittadini locali sono stati al gioco e ci hanno detto: ‘Ci avete fatto capire che forse anche noi siamo attori nella nostra vita quotidiana. Grazie a voi abbiamo scoperto delle zone di Cividale che magari sono sconosciute ma che sono riuscite a darci delle emozioni belle o brutte che siano’. Il limite tra il recitare e il vivere alle volte non è poi tanto marcato. Siamo riusciti a creare una connessione con il pubblico che all’inizio sembrava impossibile. Gli organizzatori del Festival sono stati molto soddisfatti della collaborazione e del risultato dello spettacolo”.
Per chi desidera vedere nuovamente o per la prima volta “Deriva urbana/Urban drift” a Fiume, gli attori del Dramma Italiano saranno nelle piazze e lungo le vie della città nel mese di settembre.

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