«Relazioni pericolose» senza mezze misure

L’ultima fatica del Dramma Croato, presentata all’Exportdrvo, ha lasciato a bocca aperta il pubblico fiumano destando reazioni contrastanti

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«Relazioni pericolose» senza mezze misure

I rapporti tra le persone sono un terreno di studio molto complesso e per molti versi ancora inesplorato vista l’unicità degli equilibri tra gli individui. Esistono, però, delle situazioni nelle quali si riconosce la maggior parte delle persone, dei momenti vissuti in un modo o nell’altro da tutti noi, soprattutto se legati alla sfera sentimentale. Lo spettacolo “Relazioni pericolose”, con regia di Olja Lozica e adattamento di Nataša Antulov, il quale ha debuttato in questi giorni all’Exportdrvo e che ha registrato il tutto esaurito per tutte le date in programma, parla di legami tra le persone, di aspettative, di desideri, di pulsioni e di sensazioni fisiche sulla pelle, baci, strette, odori, suoni, respiri, gemiti, l’unione di due corpi. Gli interpreti sono Tanja Smoje, Jasmin Mekić, Aleksandra Stojaković Olenjuk, Edi Ćelić, Romina Tonković, Nikola Nedić, Mario Jovev, Jelena Lopatić e Biljana Lovre.

Sempre grande l’interesse per gli spettacoli dello Zajc
Foto:IVOR HRELJANOVIĆ

La seduzione sulle ali delle parole

Lo spettacolo si apre con una scena particolare, due personaggi stanno di fronte a due microfoni agli angoli opposti di un palco ricoperto di materiale rosso (il colore dell’amore, ma anche del sangue e della violenza), che potrebbe sembrare lana o schiuma. Le luci sono soffuse e l’aria è pregna di fumo. L’uomo e la donna si approcciano, si toccano, si leccano, si baciano, ma soltanto a parole. L’atto sessuale viene descritto nei minimi dettagli e senza pesare le parole, ma il vocabolario non è scurrile, è semplicemente privo di falsi pudori. Lo spettatore medio, probabilmente avvezzo alle scene di sesso dei film, potrebbe trovare volgare un atto sessuale tra moglie e marito in cui ci sono elementi di dominazione, impotenza, umiliazione, offese e bestemmie, più una scena pornografica che un atto d’amore, ma la passione spesso è anche questo e nello spettacolo è molto sfocata la linea che separa l’aggressione dal piacere, l’odio dall’amore.

Una reazione a catena

Dopo questa performance iniziale, accompagnata da un ritmo che sembra il battito del cuore o il pulsare del sangue nelle orecchie, iniziano a delinearsi i rapporti tra i nove personaggi sulla scena, di cui il fulcro è rappresentato dai coniugi che aprono il pezzo: Juliette e Valmont.
Juliette incoraggia il marito a sedurre altre donne, mentre il marito non ha problemi col fatto che pure lei abbia una relazione con una donna. Il gioco è divertente, perché dopo ogni conquista moglie e marito si ritrovano e riconfermano il legame che li unisce. L’unica regola, la sola condizione di questo gioco pericoloso è non innamorarsi degli amanti, una regola che il marito infrange e che scatena una reazione a catena che coinvolgerà tutti quanti i personaggi.

Una versione moderna della Pietà di Michelangelo

Non c’è spazio per i tabù

”Relazioni pericolose” è uno spettacolo che per molti è stato un po’ indigesto. Alcuni spettatori hanno lasciato l’Exportdrvo prima della fine, altri sghignazzavano per il disagio e alcuni saranno anche rimasti fino alla fine per rispetto verso gli attori o senso del dovere, ma non avranno analizzato le dinamiche tra i personaggi al di là dei soli rapporti sessuali. Ciò che unisce gli uomini e le donne sulla scena è, invece, molto più profondo del semplice desiderio e del sesso.

Se per descrivere ciò che si fa a letto non si usano mezzi termini, descrivere la complessità dei sentimenti, la gelosia, la delusione, il cuore infranto e l’amore non corrisposto, diventa un’impresa molto più ardua. L’amore omosessuale, i baci tra due uomini che a qualcuno sembreranno scabrosi, è descritto con la stessa potenza di quello coniugale. L’altro volto della medaglia dell’amore è la morte e se l’amante non ricambia i nostri sentimenti si può anche morire.

Nel momento in cui Valmont incontra la sua amante lei gli racconta un aneddoto, la situazione in cui Salvador Dalì incontrò la donna della sua vita e per impressionarla si cosparse di escrementi di capra. Valmont risponde che alla fine tutte le relazioni e ogni singolo amore si riducono a quello: la cacca.

L’incomprensione che genera frustrazione

Come avviene in quasi tutte le relazioni che si stanno spegnendo e sono giunte a una fase di stagnazione, una delle due parti aumenta la posta in gioco, propone il matrimonio o una gravidanza per salvare ciò che è destinato a fallire. Spesso l’amore e il rispetto non bastano a rimanere assieme quando la passione non c’è più e allora avviene sin troppo spesso che alla separazione si preferisca l’adulterio. La complessità di questo cocktail di emozioni viene descritta bene da uno dei personaggi che dice: “Ti odio perché ti amo e mi odio perché ti amo”. Quello che questo spettacolo ci insegna e che è ancor più chiaro ora che abbiamo trascorso quasi due anni distanziati dal prossimo è che l’uomo è un animale sociale e ha bisogno non tanto del sesso quanto dell’intimità e della comprensione.

Valmont e la sua amante

L’Exportdrvo ambiente ideale

Due elementi meritano una menzione particolare e sono l’intesa tra gli attori, che è veramente ottima se si pensa alla difficoltà di alcune scene, e in secondo luogo la scelta dell’Exportdrvo come ambientazione del pezzo. La grande porta metallica sul retro è stata usata, infatti, per ottenere uno spettacolare effetto sonoro. Nei momenti di maggior tensione e rabbia, gli attori hanno sbattuto l’enorme blocco metallico creando frastuono. Ma anche tutto l’ambiente industriale e i muri spogli in cemento, hanno reso meno solenne, più carnale, l’intero effetto. Da menzionare anche un piccolo quadrato di sabbia bagnata posto di fronte al palcoscenico e usato alla fine dello spettacolo per inscenare in un certo senso l’episodio di Dalì.

Il trionfo del matrimonio

Durante lo spettacolo i tre personaggi principali si vestono di bianco, il colore dell’innocenza, e vi rimangono vestiti fino alla fine, quando Valmont si spoglia nudo per affrontare il compagno della sua amante, anche lui nudo. In quest’ultima scena cadono tutte le maschere, gli uomini rigettano convenzioni sociali, buone maniere, educazione e tutto quello che ci rende diversi dagli animali. Gridano, si attaccano, lottano, cadono nel fango, ne escono distrutti, dilaniati nell’animo più che nel corpo. Torna in scena Juliette, la moglie di Valmont, che prende in braccio il corpo esanime del marito e sembra la Madonna della Pietà di Michelangelo. Lo alza e lo porta via preferendo ancora una volta quel compagno fedifrago ed emotivamente distrutto, alla vita libera che le veniva offerta. Il matrimonio vince ancora sulla promiscuità della società moderna, ma si tratta di una vittoria di Pirro in cui i coniugi preferiscono la comodità e la sicurezza di un atto giuridico, all’incertezza della solitudine.

Uno spettacolo che parla d’amore

In un monologo alla fine dello spettacolo Valmont spiega che amare non vuol dire possedere l’altro e la monogamia è un tipo di mentalità prevenuta e chiusa. L’amore è esperienza, l’amore non è sesso perché il sesso equivale al soddisfacimento delle nostre pulsioni e solo con l’amore ci apriamo all’altro e superiamo il nostro narcisismo. “L’amore è una costruzione duratura – spiega – e il vero amore trionfa sempre sugli ostacoli. Amare significa reinventare costantemente la vita”. “Relazioni pericolose” è sicuramente uno spettacolo contemporaneo in quanto esplora le nuove forme di sessualità e i legami moderni tra le persone, le coppie aperte, gli scambi, i tradimenti non visti necessariamente come un motivo di separazione. Nell’ultima scena due uomini e una donna si tengono per mano ed escono dal retro del palazzo, verso la luce. Ciò può voler dire che in futuro forse ci saranno sempre più legami a tre, oppure che l’amore non conosce sesso (o numero), in ogni caso il consiglio da dare a tutti coloro che intendono recarsi a teatro è di lasciare a casa pregiudizi e godersi appieno lo spettacolo.

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