«Parsifal». La musica celestiale di Wagner

Allo «Zajc» di Fiume si è tenuto il concerto di Pasqua che ha visto in veste di solisti Lars Cleveman, Dubravka Šeparović Mušović, Philipp Mayer e Luka Ortar

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«Parsifal». La musica celestiale di Wagner
Il Coro dell’Opera e l’Orchestra diretti dal Maestro Valentin Egel. In primo piano, Lars Cleveman. Foto: GORAN ZIKOVIC

È stata definita coraggiosa, alla conferenza stampa che la settimana scorsa ha annunciato la serata, la scelta della direzione del Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” di Fiume di portare in scena, in forma di concerto, alcuni brani del dramma musicale “Parsifal” di Richard Wagner in occasione della Pasqua.

Coraggiosa, ma azzeccata, possiamo constatare dopo aver assistito all’esibizione, lo scorso Venerdì santo, dell’Orchestra sinfonica fiumana e del Coro dell’Opera, con in veste di solisti il tenore svedese Lars Cleveman (Parsifal), il mezzosoprano Dubravka Šeparović Mušović (Kundry), il basso-baritono austriaco Philipp Mayer (Gurnemanz) e il basso-baritono Luka Ortar (Klingsor), sotto la direzione del Maestro Valentin Egel. Ricordiamo che la musica di Wagner è entrata a far parte del repertorio del Teatro fiumano con l’allestimento di “Tristano e Isotta” nella stagione 2019/2020.

Un mondo mistico
Una serata dedicata interamente a “Parsifal” ha voluto dire essere immersi completamente nel mondo mistico e mitologico della storia del Santo Graal, della ricerca della conoscenza attraverso la compassione, ma soprattutto nella musica avvincente di Wagner, capace di trascinare l’anima in un’altra sfera. A questo si aggiunge il complesso tessuto armonico che caratterizza la sua musica, in cui il cromatismo esasperato sconfina quasi nell’atonalità, mentre la “melodia infinita” richiede dagli interpreti la massima concentrazione e una sempre presente visione dell’insieme. Particolarmente straordinari sono gli intermezzi sinfonici che caratterizzano soprattutto il primo e il terzo atto di “Parsifal”.
“Parsifal”, definito un’”opera sacra della storia della musica”, venne composto da Wagner a Bayreuth nel 1882. Siccome si tratta di un’opera basata sul misticismo religioso cristiano, dopo il 1913 divenne una tradizione eseguire “Parsifal” durante le feste religiose, soprattutto durante le festività pasquali. Il terzo atto si svolge, infatti, proprio durante il Venerdì santo. Il dramma musicale si basa sul poema epico “Parzival” composto dal cavaliere e poeta tedesco Wolfram von Eschenbach nel XIII secolo. Nel poema descrive la ricerca del Santo Graal, la coppa con la quale, secondo la Bibbia, Gesù celebrò l’Ultima Cena e nella quale fu raccolto, da Giuseppe di Arimatea, il sangue sgorgato dal suo costato dopo essere stato trafitto dalla lancia del centurione romano Longino durante la crocifissione.

Atmosfera misteriosa
La serata è stata inaugurata dal Preludio al primo atto, in cui l’ascoltatore viene introdotto in un’atmosfera misteriosa ed eterea grazie all’abile e fantasiosa orchestrazione del geniale compositore, alla quale ha fatto seguito la Verwandlungsmusik (Musica della trasformazione). L’Orchestra ha seguito puntualmente ogni indicazione del gesto ispirato del Maestro Valentin Egel, dando vita a un’esecuzione coinvolgente e “dipingendo” con i suoni. Nel brano “Zum letzten Liebesmahle gerüstet Tag für Tag” (Pronti di giorno in giorno per l’ultimo banchetto dell’amore), il Coro, istruito da Matteo Salvemini, ha eseguito correttamente uno degli incantevoli interventi corali di “Parsifal”. In questo segmento si è distinto per l’omogeneità del suono il coro maschile. L’attacco del coro femminile si è rivelato insicuro e nel suo insieme non abbastanza compatto.

Forte presenza scenica
Con “Parsifal! Weile!” (Parsifal! Fermati!) del secondo atto, sulla scena è salita Dubravka Šeparović Mušović (Kundry), la cui forte presenza scenica si sposa con una profonda conoscenza del materiale musicale che interpreta. Con la sua voce dal timbro scuro e drammatico, il mezzosoprano ha delineato il tragico personaggio di Kundry, considerato uno dei ruoli più difficili nel repertorio lirico, con una varietà di sfumature e destreggiandosi con sicurezza anche negli acuti che superano la sua estensione vocale.
Il tenore Lars Cleveman (Parsifal) è sempre affidabile e sicuro nei suoi interventi, anche se dal punto di vista attoriale ci è sembrato un po’ riservato. Luka Ortar (Klingsor) si è presentato brevemente durante le esecuzioni dei brani tratti dal secondo atto, rimanendo a metà strada tra le quinte e il proscenio, per cui non ha potuto lasciare un’impressione più marcata.

Una voce voluminosa
Nella seconda parte del concerto, nell’ambito della quale sono stati proposti brani tratti dal terzo atto, si alternavano i personaggi di Gurnemanz e Parsifal. Nei panni di Gurnemanz si è esibito il giovane basso-baritono Philipp Mayer, che con la sua voce voluminosa dal timbro vellutato ha proposto un’interpretazione sensibile ed espressiva.
L’Orchestra, che nelle opere di Wagner è essenziale in quanto crea un flusso musicale ininterrotto, si è dimostrata all’altezza del compito, mentre il Maestro Egel ha saputo mantenere alta la tensione e a seguire con sensibilità i solisti.
Il coro ha infine concluso la serata con il brano “Höchsten Heiles Wunder! Erlösung dem Erlöser!” (Il miracolo della più grande salvezza! La redenzione al redentore!), un finale trascendentale, in cui l’ascoltatore ha l’impressione di vedere il cielo che si schiude.
Il pubblico ha premiato tutti i musicisti con copiosi e forti applausi.

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