«Notte dei teatri»: voglia di spensieratezza

La tradizionale manifestazione si è svolta a livello europeo, mentre in Croazia vi hanno aderito 44 città e 150 istituzioni a livello nazionale

0
«Notte dei teatri»: voglia di spensieratezza
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

La Notte europea dei Teatri, l’evento artistico di spicco a livello internazionale che si svolge ogni 19 novembre, ha visto la partecipazione di 44 città e 150 istituzioni in Croazia, di cui una buona parte nella Regione litoraneo-montana.

Fiume e Abbazia: un ricco programma
Nell’ambito della 14ª edizione della manifestazione, a Fiume e ad Abbazia è stato proposto un programma di notevole pregio: nella Perla del Quarnero sono stati proposti tre spettacoli, mentre a Fiume sono state diverse le istituzioni che hanno presentato un programma incentrato sulle arti performative. Al Centro cultuale Kalvarija è andato in scena lo spettacolo “Festival delle barzellette stupide” (Festival glupih viceva), una produzione del Kotar Teatar di Delnice, mentre al Teatro dei burattini sono andate in scena le curiose vicende dell’ape Maia, per la regia di Renata Carola Gatica.
Il Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” ha omaggiato gli spettatori con le opere ad atto unico “Cavalleria rusticana” di Pietro Mascagni, per la regia di Dražen Siriščević, e “Gianni Schicchi” di Giacomo Puccini, per la regia di Fabrizio Melano con la partecipazione di Giorgio Surian. Pure il prezzo del biglietto era scontato e permetteva di partecipare alla visita guidata dell’allestimento permanente della Galleria “Zajc”, svoltosi in mattinata. A guidare il gruppo nella mostra è stata Katarina Mažuran, che ha illustrato non solo la storia dell’imponente edificio del teatro, ma anche gli spazi teatrali esistenti a Fiume prima dell’opera di edificazione dell’odierno TNC: principalmente del Teatro Adamich e delle vari sale in cui si curava l’arte scenica. Ricordiamo che la Galleria “Zajc” è visitabile durante tutto l’anno il venerdì dalle ore 17 alle 19 e il sabato dalle 10 alle 13, nonché su prenotazione. A detta di Mažuran, la Galleria viene visitata in primo luogo da scolaresche e gruppi di turisti. Per il periodo a venire e nel periodo dell’Avvento, il programma del teatro fiumano presenterà un programma vario e con delle novità tutte da seguire.

La visita guidata alla mostra permanente della Galleria “Zajc”.
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

A Pola uno spettacolo collaudato
Tra il Teatro Popolare Istriano di Pola e il pubblico è decisamente questione di feeling. Quella complicità che si sente sottopelle e che si consolida di spettacolo in spettacolo. Chissà fino a quando prenderemo come spartiacque gli anni ruggini del Covid per dire che qualcosa è cambiato. In effetti non è cambiato. Quello che non andava proprio era lo starsene a casa forzato per rispondere alla pandemia, cercando di venirne fuori limitando i contagi. Ebbene, siamo ritornati a quello che era. Perché il “Popolare” un suo pubblico, fedele e fidato, ce l’ha. E non solo. Per la Notte dei teatri c’è sempre una buona dose di supplemento.

Come fare per sopravvivere
Per l’edizione 2022 della Notte dei teatri, Pola ha scelto un pezzo collaudato: “Sottopaga! Non si paga”, di Dario Fo, con Marijana Peršić, Aleksandar Bančić, Valter Roša, Nika Ivančić e Luka Mihovilović, diretti da Patrik Lazić. Testo rivisitato e tradotto da Valter Roša e Aleksandar Bančić. Una messinscena brillante, scatenata in alcuni momenti, capace di trasportare il pubblico, di renderlo partecipe, complice, appunto. Un asso pigliatutto che l’INK ha preso fuori dal mazzo, ben sapendo che… piglierà tutto il pubblico che può.
Fo scrisse la commedia nel 1974. A… vediamo un po’, la matematica anche semplice non è pane per tutti… a distanza di 48 anni, quasi mezzo secolo, le cose non sono poi cambiate molto. Anzi, sembra che, dopo un quasi distanziamento, tutto stia di nuovo convergendo verso il messaggio del testo originale: la condizione della classe operaia, costretta a fare i conti, in ogni senso, con la sopravvivenza. Come arrivare a fine mese se i costi al supermercato cambiano con la velocità del ventilatore? Ne sappiamo qualcosa, vero? Si ha l’impressione che ‘sti benedetti prezzi non cambino di giorno in giorno, bensì di ora in ora, di minuto in minuto. Come se subito dietro di noi, tra gli scaffali del supermercato, una mano invisibile cambiasse i numeri. Vedremo poi con l’euro. È un bel dire che non ci sarà terremoto, è un bel fare esporre i prezzi in duplice valuta. A questo punto non possiamo nemmeno dire… ma torniamo allo spettacolo. Perché l’essenza dello spettacolo è proprio questa. Che fare, dunque, per sopravvivere, per dare uno scossone a quel confine nemmeno tanto immaginario, che fa la differenza tra chi può e chi non può? Fare come Antonia e Margherita verrebbe quasi spontaneo, a condizione di trovarsi a qualche fiera dove la contrattazione sul prezzo fa parte dell’ambiente. Ma al supermercato i costi sono fissi (si fa per dire; se lo fossero non lieviterebbero così, ma se ne starebbero, appunto fissi e fermi) e o si paga e si compra o… Antonia e Margherita hanno deciso di comprare, ma al prezzo che reputano giusto per il prodotto. A teatro e tra gli scaffali lo si potrebbe definire un gesto di giustizia sociale, una sorta di economia etica home-made. Il Codice penale lo definisce diversamente: furto. E allora, forse, non sarebbe proprio il caso. Antonia e Margherita lo fanno e funziona tutto, fino a quando non sarà il caso di spiegare, ai rispettivi mariti o alle forze dell’ordine – come sia stato possibile fare questa miracolosa moltiplicazione dei beni.
L’alzata di testa delle due donne riscatta tutta una fascia della società ed è per questo che a loro vanno le simpatie e la comprensione del pubblico. Le risate hanno sottolineato la “soluzione”, la “sfida” all’ordine (ingiusto) prestabilito; gli applausi la bravura delle attrici.

La commedia nella commedia
Questa parte della commedia è commedia nella commedia. Tutto comincia da un’altra ribellione. Un gruppo di operai, disoccupati dopo la chiusura dell’azienda per cui lavoravano (mettete pure i nomi che volete: ne sono crollate talmente tante di aziende – vuoi per incapacità, vuoi per premeditazione, vuoi per disgraziata congiunzione del mercato e astrale –, che non sarà un problema) e stanchi degli assurdi, surreali, inutili incontri all’Ufficio di collocamento, si mettono a scrivere una pièce nell’ambito di un progetto. E in questo riversano frustrazioni, delusioni, ironia, sarcasmo. Da questo progetto nascono le due signore di cui abbiamo detto.
Anche la sottolineatura musicale di “Sottopaga! Non si paga” è stata notevole e apprezzata. Il regista ha scelto musiche dei KUD Idijoti. Un’istituzione per i polesi. “To nije mjesto za nas” (Questo posto non fa per noi), “Baj baj bejbe” (non serve tradurre, no?) e “Neću da radim za dolare” (Non voglio lavorare per dollari) la dicono lunga sulla situazione e sulla presa di posizione. E quindi anche apprezzamenti, applausi (anche in piedi, una sorta di standing ovation) anche per quella che potrebbe essere una colonna sonora di questo pezzo della nostra vita. Doći će trenutak istine… pjevat ćemo pjesme istine… Verrà il momento della verità… canteremo canzoni della verità… Scusate l’impertinenza: quando?

Una scena di “Cavalleria rusticana” allo “Zajc” di Fiume.
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

A Rovigno spettacoli in lingua italiana
In occasione della Notte dei teatri, Rovigno ha portato in scena ben due rappresentazioni teatrali in lingua italiana e un musical. Sembra quasi che la giornata cupa e piovosa di sabato sia stata il trigger ideale per far uscire di casa il pubblico rovignese, non sempre facile da soddisfare, che evidentemente “affamato” di positività, spensieratezza, allegria e glamour d’altri tempi, ha riempito per l’occasione fino all’ultimo posto a sedere il Teatro Gandusio.
La serata ha visto in scena due rappresentazioni teatrali in lingua italiana “Biancaneve e i sette nani” e “La storia di Pik Badaluk” proposte dalla Filodrammatica giovanissimi della locale Comunità degli Italiani, che ha visto interpreti Mara Badurina, Gloria Borsani, Hana Gorski, Enea Schiozzi, Andrea Mercuri, Kai Domba Cerin, Gloria Drndić, Desiree Gita Ugrin, Petra Šerfez, Andrea Mercuri e Ian Petruz preparati e seguiti con dedizione e professionalità dalle educatrici Serena Santin e Orietta Pamić che sono state le artefici della regia e della scenografia di entrambi gli sketch, mentre i costumi sono stati realizzati da Morana Cerin Domba.
È stato poi il momento del musical “I Love Broadway”, progetto nato ad aprile scorso in seno all’Università popolare aperta della Città di Rovigno, sotto la bacchetta dirigenziale e creativa del rinomato artista inglese Simon Marlow, una delle star principali degli show e dei musical nei teatri del West End londinese.

Il mondo sfavillante del musical
Simon Marlow è sicuramente riuscito a trasmettere alle nove partecipanti interpreti degli sketch la sua grande passione per il teatro e il mondo sfavillante del musical, infatti il debutto dello spettacolo avvenuto a giugno è stato molto apprezzato dal pubblico quando per l’occasione i biglietti sono andati a ruba, proprio come è successo nuovamente sabato sera.
Lara Poropat, una delle interpreti del musical, ha raccontato che l’opportunità di lavorare a fianco di un artista dal calibro del maestro Marlow è stata un’esperienza colta a braccia aperte, e durante i mesi di prove si è creata un’ottima sinergia nel gruppo, tanto che da quello che doveva essere un workshop si è sviluppato poi un vero e proprio programma che ha messo in scena una sequenza di sketch di musical famosi quali: “Cabaret”, “On Broadway”, “West Side Story”, “Mamma Mia”,”Hair” e “Any dream will do” interpretato dal’ospite della serata Matteo Tromba accompagnato dal coretto della Scuola elementare “Vladimir Nazor”.
Per tutti coloro che si sono persi lo spettacolo “I love Broadway” in occasione della Notte dei teatri, potranno rifarsi il 17 dicembre, sempre al Teatro Gandusio alle ore 20, serata in cui il programma dello spettacolo si presenterà arricchito con qualche stacchetto musicale in più, e tante sorprese all’insegna del Natale. Per l’occasione l’ingresso a teatro è stato gratuito.

Spalato celebra con il balletto “Onjegin”
La Notte dei teatri 2022 al Teatro Nazionale Croato di Spalato ha proposto alcune novità rispetto alle edizioni precedenti. Il pubblico spalatino, suddiviso in gruppi di dieci persone, ha avuto, infatti, l’occasione di prendere parte alle visite guidate della storica sede del Teatro edificata 129 anni fa, nel 1893, su progetto degli architetti Emilio Vecchietti e Ante Bezić. L’edificio venne sottoposto a un’opera di restauro nel 1920 e ancora una volta nel 1940, anno in cui venne fondato il Teatro Nazionale Croato di Spalato. Nel 1970, il teatro fu distrutto da un gravissimo incendio e solo nel marzo 1978 cominciarono i lavori di restauro del palazzo. Il Teatro venne riaperto con una grande cerimonia nel maggio del 1980.
La visita guidata al TNC è iniziata nell’affascinante ingresso principale del teatro, dopodiché il gruppo ha potuto assaporare l’atmosfera silenziosa, quasi sacra, della sala teatrale, con i palchi e la platea vuoti tra le luci soffuse e la penombra.
In occasione della manifestazione, è andato in scena il balletto “Onjegin”, uno degli spettacoli che ha riscosso grande successo nella scorsa stagione. “Onjegin”, su libretto di Valerij Modestov basato sul romanzo in versi “Eugenij Onjegin” di Aleksandar Sergejevič Puškin, è stato coreografato da uno dei più importanti e famosi coreografi contemporanei, Vasilij Medvedev. La prima mondiale del balletto avvenne nel 1999 a Praga ed ebbe un gran successo sin dalla sua prima rappresentazione. Successivamente, venne allestito in numerosi teatri importanti in tutto il mondo.

Il pubblico attende dinanzi al TNC di Spalato.
Foto: DAMIANO COSIMO D’AMBRA

Le musiche di Čajkovskij
La trama narra la storia d’amore tra Onjegin e Tatiana sullo sfondo della società russa dell’Ottocento. Le musiche del balletto sono una selezione di brani composti da Čajkovskij: sono riconoscibili un brano della sinfonia “Manfred”, uno della fantasia sinfonica “Francesca da Rimini”, nonché il secondo movimento in Re maggiore, l’Andante non troppo, del concerto no. 2 per pianoforte e orchestra in Sol maggiore op. 44.
Lo spettacolo è stato seguito da un folto pubblico, in quanto non vi hanno assistito soltanto spettatori abbonati e appassionati del balletto, ma anche numerosi giovani e bambini accompagnati dai genitori, che hanno seguito con interesse ed entusiasmo la performance dei ballerini e li hanno premiati con fragorosi applausi alla fine dello spettacolo. Si sono esibiti Aubin Le Marchand nei panni di Onjegin, Irina Čaban Bilandžić (Tatiana), Eva Karpilovska (Olga), Aaron Kok (Lenski), Lev Šapošnikov nel ruolo del principe Gremin e Irene Tomassetti nel ruolo dell’alter ego di Tatiana. Applausi meritati anche per l’Orchestra, diretta dal preparatissimo giovane Maestro Veton Marevci. La serata si è svolta in un’atmosfera magica grazie alla coreografia e soprattutto all’impegno dei ballerini che hanno elevato artisticamente la rappresentazione. Da non trascurare gli splendidi costumi e le scenografie di Neven Mihić e la preparazione dei maestri di ballo Albina Rahmatullina ed Elena Nikolaeva.

Una scena di “Onjegin” al TNC di Spalato.
Foto: DAMIANO COSIMO D’AMBRA

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display