Nobel 2023 per la Letteratura al norvegese Jon Fosse

0
Nobel 2023 per la Letteratura al norvegese Jon Fosse

Il premio Nobel per la letteratura 2023 è stato assegnato al norvegese Jon Fosse, tra i favoriti alla vigilia dell’annuncio. Scrittore, poeta e drammaturgo norvegese, Jon Fosse è considerato uno dei maestri della letteratura scandinava, in particolare autore emblematico della scena teatrale contemporanea.

Il premio Nobel per la letteratura 2023 è stato assegnato al norvegese Jon Fosse, tra i favoriti alla vigilia dell’annuncio. Scrittore, poeta e drammaturgo norvegese, Jon Fosse è considerato uno dei maestri della letteratura scandinava, in particolare autore emblematico della scena teatrale contemporanea.

Fosse è uno scrittore incredibilmente prolifico e un intellettuale poliedrico, tra le voci più significative della drammaturgia contemporanea, tanto da guadagnarsi il soprannome di “Samuel Beckett del XXI secolo”. Ha esordito nella scrittura nel 1983 con il romanzo “Raudt, svart” (“Rosso, nero”), sperimentando successivamente generi e stili eterogenei, quali la narrativa breve, la poesia, la saggistica e la letteratura per l’infanzia. Le sue opere sono state tradotte in oltre 40 lingue, compreso l’italiano.

I primi riconoscimenti arrivano a Jon Fosse già agli inizi degli anni Novanta, soprattutto per i suoi racconti per l’infanzia; nel 1996, oltre a ricevere diversi riconoscimenti per le sue opere in prosa, vince per la prima volta il prestigioso Premio Internazionale Henrik Ibsen (lo vincerà nuovamente nel 2010); da allora, la sua attività artistica è stata costantemente accompagnata da una ricca messe di riconoscimenti, che lo portano ad aggiudicarsi, tra gli altri, il Nynorsk Literature Prize, lo Swedish Academy’s Nordista Pris, il Premio Ubu, l’European Prize for Literature.

Nel 2005 viene nominato Commendatore dell’Ordine reale norvegese di Sant’Olav e nel 2007 la Francia gli conferisce l’Ordine Nazionale al Merito. Nel 2015 l’Università di Bergen, che lo vide giovane laureato nel 1987, gli ha attribuito il dottorato honoris causa e nello stesso anno ha vinto il Nordic Council’s Literature Prize. Nel 2016 è stato insignito del Premio Willy Brandt, che ha sancito il successo di Fosse in Germania, dove è ampiamente tradotto e dove registi di primo piano, come Thomas Ostermeier, lo hanno più volte portato sulle scene con grande sensibilità e successo.

I suoi testi teatrali sono stati messi in scena in tutto il mondo, affermandosi come autore di opere di struttura frugale che danno voce, con lucida analisi, al disagio che scaturisce dalle barriere comunicative poste tra gli uomini e le donne della nostra epoca, tra figure d’età diverse, tra persone disunite da vincoli famigliari, tra soggetti vivi e ombre.

Già nel suo primo dramma “Nokon kjem til å komme” (“Qualcosa sta per arrivare”, 1992-93) è compiutamente espressa la cifra stilistica di Fosse, caratterizzata da una scrittura scarna e spietata, pronta a cogliere tutte le contraddizioni del linguaggio e delle reti relazionali, indagando temi quali la labilità della comunicazione, il divario generazionale e la precarietà dei rapporti familiari e di coppia.

Autore del poderoso dittico sul pittore norvegese ottocentesco Lars Hertervig “Melancholia” (1995-96; traduzione italiana da Fandango Libri nel 2009), tra i romanzi più famosi di Fosse spicca “Insonni” (Fandango Libri 2011), una favola moderna dai toni dolci in cui i piccoli protagonisti, due creature simili all’Hansel e Gretel della fiaba, assistono impotenti alla crudeltà del giudizio con il cuore ancora pieno di speranza per quel miracolo che è la vita.

Come autore di intensi drammi tra i numerosi altri figurano “Natta syng sine songar” (1998; traduzione italiana con il titolo “E la notte canta” da Editoria & Spettacolo nel 2002) e “Eg er vinden” (2007; traduzione italiana “Io sono il vento” da Titivillus nel 2012; nello stesso volume compaiono anche “Variazioni di morte” e “Sonno”). Il volume “Teatro di Jon Fosse” (Editoria & Spettacolo, 2006) raccoglie sei drammi: “Il nome” (1995), “Qualcuno arriverà” (1996), “E la notte canta” (1998), “Sogno d’autunno” (1999), “Inverno” (2000), “La ragazza sul divano” (2002).

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display