La scrittura fa conoscere noi stessi

Dopo essersi presentato agli studenti della SMSI di Fiume, lo scrittore Alessio Romano ha fatto tappa alla CI di Rovigno

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La scrittura fa conoscere noi stessi
Alessio Romano e gli allievi della SMSI di Rovigno. Foto: ROBERTA UGRIN

Continuano presso il sodalizio della CI “Pino Budicin” di Rovigno le iniziative promosse dal Consolato Generale d’Italia a Fiume inerenti alle celebrazioni della XXII edizione della Settimana della lingua italiana nel mondo. In tale occasione è stato presentato per gli allievi della SMSI di Rovigno il progetto “La storia italiana in tre romanzi”, realizzato in collaborazione con la Scuola Holden di Torino e sostenuto dall’Unione Italiana e dalle Comunità degli Italiani di Fiume, Rovigno e Pola. A dare il benvenuto agli studenti è stata la presidente del Comitato esecutivo del sodalizio, Gianfranca Šuran, la quale ha espresso un sincero entusiasmo nel vedere la sala gremita di liceali accompagnati dai docenti di lingua e letteratura italiana Larisa Degobbis e Sandro Manzin.
A presentare il progetto stesso è stato lo scrittore Alessio Romano, insegnante di scrittura creativa, organizzatore di eventi e instancabile viaggiatore, che dopo Fiume ha fatto tappa appunto a Rovigno. Lo scrittore ha presentato e analizzato nel dettaglio il romanzo autobiografico “Lessico famigliare”, di Natalia Ginzburg, vincitrice del prestigioso premio letterario Strega nel 1963.
Numerosi i temi discussi e proposti dal relatore durante la sua esposizione che ha sicuramente appassionato tutti i presenti in sala, cercando di trasmettere il valore e l’importanza del mondo della letteratura, comparandola ad altre forme d’arte quali la pittura e la musica, “ma solo la letteratura dà il senso di contatto con un’altra mente umana”, ha voluto sottolineare lo scrittore Alessio Romano.
Oltre alla Ginzburg e alla sua opera, Romano ha parlato di altri importanti scrittori del panorama letterario del secolo scorso, comparando le loro opere di maggior successo; da Italo Calvino, a Beppe Fenoglio, Cesare Pavese e Vasco Pratolini, che nei loro romanzi autobiografici hanno raccontato le cronache e gli avvenimenti delle proprie vite vissute in uno scenario non sempre facile, dettato da guerre, regimi, opposizioni, partenze e ritorni in un paese “che anche quando non ci sei resta sempre ad aspettarti”. La lingua è in continua evoluzione, subisce mutamenti e influenze costanti da altri idiomi dominanti, l’importante è leggere ed attingere a fonti d’ispirazione inesauribili, proprio come lo sono la lingua e la letteratura italiane.
L’intervento è stato concepito in modo tale da spronare e incentivare i ragazzi alla lettura ma anche a mettersi alla prova scrivendo. “Lo scrivere è molto terapeutico, ci fa conoscere sé stessi da vicino e senza paura di esser giudicati”, ha concluso lo scrittore.

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