La ricca storia del sito archeologico di Bribir

La studiosa Nikolina Uroda ha tenuto una lezione sulla campagna di scavo nella Regione di Sebenico e Tenin, che ha portato a interessanti scoperte

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La ricca storia del sito archeologico di Bribir
La lezione di Nikolina Uroda. Foto: COSIMO DAMIANO D’AMBRA

Presso l’antico municipio di Spalato continua l’appassionante ciclo di conferenze archeologiche. L’ultima ha visto la relazione dell’archeologa Nikolina Uroda, che ha parlato del sito archeologico di Bribir, situato nella Regione di Sebenico e Tenin (Knin). L’archeologa Nikolina Uroda si è laureata in archeologia e storia dell’arte presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Zagabria, dove ha conseguito il master nel 2006 e il dottorato nel 2019. Attualmente è consulente museale presso il Museo archeologico di Spalato.

L’evoluzione storica e culturale del sito
Nikolina Uroda è autrice e coautrice di numerosi articoli scientifici pubblicati su riviste nazionali e internazionali e autrice di diverse mostre. Ha condotto numerose campagne di scavo in importanti siti archeologici della Croazia. Dal 2019 conduce gli scavi presso il grande sito di Bribirska glavica. Sempre nel 2019 è stata insignita dalla Società archeologica croata del premio “Josip Brunšmid” per la mostra “Varvaria/Breberium/Bribir. Svelare gli strati”. Il sito archeologico è una delle più importanti aree archeologiche della Croazia e racconta la storia, l’evoluzione storica, culturale e sociale della popolazione indigena e di varie popolazioni che hanno occupato l’area.
La storia che raccontano gli strati del territorio oggi chiamato Bribirska glavica parte dalla preistoria e arriva all’era moderna. Con la sua ricchezza di reperti e oggetti appartenenti a epoche antiche, nonché strutture di insediamento urbano e difensivo, viene spesso chiamata dagli archeologi e storici la “Troia” della Croazia.

Gli scavi iniziarono nel 1910
Gli scavi nell’area furono intrapresi in maniera scientifica dal frate Lujo Marun nel 1910. La studiosa ha iniziato la sua relazione illustrando il sito di Bribir, dove la prima forma di vita urbana cominciò a svilupparsi nel periodo del neolitico antico, mentre nell’età del bronzo fu costruita la prima fortezza difensiva. Successivamente vi giunsero i Liburni che durante l’età del ferro costruirono all’interno della fortezza diverse case.
Gli archeologi hanno scoperto in questo strato molti oggetti, tra cui corredi preziosi. Questo periodo fu florido per la città e la popolazione dei Liburni, che avevano importanti contatti commerciali e culturali con i Greci, i Fenici e le popolazioni italiche. Nel II secolo a.C. i Liburni entrarono pacificamente a far parte dell’Impero Romano. L’insediamento urbano di Bribir si arricchì di case e ville ornate con affreschi murali e pavimentazioni a mosaico. Le mura della fortezza preistorica furono restaurate dai Romani e l’area urbana si arricchì di altari dedicati ad Apollo, Giano, Giove, Marte, Libero, Diana, Luna e Iside. Nello stesso periodo furono costruite alcune importanti prime basiliche paleocristiane.

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