La nave «Galeb» e le tappe della sua storia

La mostra nel Museo civico propone oggetti che spaziano dal vissuto quotidiano all’oggettistica, dalle fotografie ai filmati d’archivio e alla documentazione tecnica

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La nave «Galeb» e le tappe della sua storia

FIUME | È un viaggio nel ricco passato della nave “Galeb” la mostra inaugurata nel Museo civico, che si presenta come la base dell’allestimento permanente che dovrebbe venire realizzato nel futuro Museo sul mare, sempre che vengano assicurati i finanziamenti indispensabili per avviare l’opera di restauro dell’imbarcazione.
L’esposizione “La quarta vita della nave Galeb” è concepita come un viaggio attraverso le numerose tappe della sua storia, a partire dal 1938, quando salpò come bananiera italiana, illustrate attraverso oggetti provenienti da collezioni museali e private, nonché storie e ricordi correlati. Sono reperti che spaziano dal vissuto quotidiano all’oggettistica, dalle fotografie ai filmati d’archivio e alla documentazione tecnica della motonave. Senza dimenticare il mobilio ora restaurato che arredava gli appartamenti di Tito e della consorte Jovanka, come pure quelli della sala ricevimenti e sui quali, molto probabilmente, si sono seduti numerosi Capi di Stato, specie dei Paesi appartenenti al Movimento dei non allineati, ma anche diverse celebrità dell’epoca.

L’allestimento permanente

Come evidenziato all’inaugurazione dalle curatrici Nataša Babić ed Ema Makarun – che da due anni si occupano fattivamente della “Galeb” –, la mostra si prefigge di illustrare le linee guida del futuro allestimento permanente che il pubblico potrà ammirare quando, o meglio dire se, l’imbarcazione verrà restaurata. In questo momento, come noto, il progetto di restauro… naviga in un mare di incertezze, dal momento che la proposta di un ulteriore indebitamento della Città per la somma di circa 44 milioni di kune, necessaria per concludere l’opera di restauro della nave, deve ancora essere discussa e votata in sede di Consiglio cittadino.

Il Museo volta pagina

Per il direttore del Museo civico, Ervin Dubrović, l’esposizione sul “Galeb” si presenta come una continuazione della mostra “Tempi nuovi, secondo tempo” (Novo vrijeme, 2. poluvrijeme), inaugurata lo scorso giugno. Anche con questo allestimento, il Museo volta pagina e si appresta a dare vita a un nuovo capitolo nel 2020, quando è atteso il trasferimento dell’ente nella nuova sede del Palazzo della Direzione dell’ex Zuccherificio nel complesso Benčić e la realizzazione del museo sulla nave.
A soffermarsi sulle sorti della motonave è stato anche il sindaco Vojko Obersnel, che nel ricordare il passato turbolento della “Galeb” ha affermato che la sua nuova funzione di nave museo sarà certamente più tranquilla. Il sindaco ha ricordato che la notizia del restauro del “Galeb” suscita notevole interesse tra i mass media internazionali, eguagliato soltanto da quello registrato durante la visita a Fiume di Papa Giovanni Paolo II nel 2003.

La «Galeb» e le sue vite

Le quattro vite della nave “Galeb”, come ricordato dal titolo della mostra, richiamano le tappe della storia dell’imbarcazione. La prima vita della nave è quella legata alla sua originaria funzione di bananiera veloce, con il nome di “Ramb III”, della Marina Mercantile Italiana per la RAMB, la Regia Azienda Monopoli Banane.
La sua seconda vita inizia quando, con la capitolazione dell’Italia, viene impiegata dai tedeschi e ribattezzata “Kiebitz” come posamine nel Golfo quarnerino. Nel 1944, mentre era ormeggiata nel porto di Fiume, venne affondata durante un bombardamento alleato della città. Venne colpita da tre bombe e affondò, adagiandosi sul fondale. Al termine della guerra, nel 1947 venne recuperata e accuratamente ricostruita tra il 1948 e il 1952 nel cantiere navale Scoglio Olivi di Pola.
Inizia così la sua terza vita in veste di nave scuola della Marina militare jugoslava, con il nome di “Galeb”. Parallelamente, la “Galeb” diventa anche nave di rappresentanza del presidente Josip Broz Tito.
Con il disfacimento dell’ex Jugoslavia la nave divenne proprietà del governo della nuova Federazione jugoslava, mentre dopo diversi trasferimenti di proprietà la “Galeb” venne proclamata patrimonio culturale da un decreto del Ministero della Cultura e nel 2009 acquistata dalla Città di Fiume. La sua quarta vita dipende ora dalla volontà politica del Consiglio cittadino di Fiume.

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