La lingua come veicolo identitario e culturale

La conferenza CLARC ha aperto numerosi temi interessanti legati alle lingue delle minoranze nazionali e dei dialetti

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La lingua come veicolo identitario e culturale

Il Centro per le ricerche linguistiche della Facoltà di Lettere e Filosofia di Fiume ha organizzato la conferenza internazionale intitolata “CLARC 2021: Lingua e cultura”, la quale è iniziata ieri e si terrà pure oggi e domani sulla piattaforma Zoom. All’evento è preceduto un simposio scientifico intitolato SCIMETH e specializzato nell’analisi informatica della lingua. Tra la settantina di linguisti e altri esperti e scienziati, alla conferenza hanno esposto i risultati delle loro ricerche pure Marianne Gullberg (Lund University), Ken Hyland (University of East Anglia), Gabriela Musckova (Comenius University Bratislava), Sanda Lucija Udier (Università di Zagabria) e Zvjezdana Vrzić (Università di Fiume).

 

La conferenza è stata arricchita da due pannelli che hanno trattato i temi della tutela del patrimonio e delle lingue minoritarie. Il tema del primo, presentato da Vesna Deželjin dell’Università di Zagabria, è stato “Le lingue minoritarie e i suoi parlanti oggi”, mentre il secondo, presentato da Mirjana Crnić Novosel dell’Istituto per la lingua croata e la linguistica, è stato “La tutela dei dialetti in quanto patrimonio culturale croato”.

Insegnamento della lingua

Ad aprire ufficialmente la conferenza è stata la preside della Facoltà di Lettere e Filosofia di Fiume, Ines Srdoč Konestra, la quale ha dato il benvenuto a tutti i presenti.

Il primo intervento è stato quello di Marianne Gullberg della Lund University, la quale ha parlato della natura bimodale del discorso, ovvero della gestualità e di elementi non verbali dello scambio di informazioni, soprattutto tra due parlanti di lingue diverse.

La seconda parte dell’incontro è stata moderata da Jakob Patekar e ha riguardato la cultura e l’insegnamento della lingua. Patekar è stato il primo a parlare del concetto di cultura e comunicazione in inglese come seconda lingua.
Sandra Tominac Coslovich ha parlato di competenze linguistiche in ambito interculturale soprattutto per i marittimi che usano l’inglese.

Linguaggio, cultura e comunicazione

Mojca Kompara Lukančič ha elaborato le caratteristiche del rapporto tra linguaggio, cultura e comunicazione nell’insegnamento dell’italiano per scopi turistici.

Martina Kaliska ha parlato della cultura italiana nei manuali per lo studio della lingua italiana pubblicati nel XIX, XX e XXI secolo.

La seconda parte dell’incontro è stata moderata da Vesna Deželjin ed è stata aperta da Zvjezdana Vrzić dell’Università di Fiume, la quale ha parlato dei diritti e delle politiche linguistiche in Croazia e nell’Unione europea con riferimento particolare all’istro-romeno.

Valentina De Iacovo, Antonio Romano e Mikka Petris hanno parlato della comunità friulana in Belgio, Eliana Moscarda Mirković ha illustrato la buona pratica nella tutela e preservazione dell’istrioto e dell’istroveneto in Istria, Ivančica Banković-Mandić si è soffermata sulle lingue ufficiali usando l’esempio del croato di Karaš, Anita Skelin Horvat, Ana Gabrijela Blažević e Maša Musulin hanno presentato i risultati delle loro ricerche sul croato in Argentina, mentre negli altri interventi si è parlato pure della minoranza Rom e di quella magiara. Il rapporto tra identità e lingua verrà approfondito durante gli interventi di oggi e domani.

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