Il territorio come protagonista di una storia di famiglia

Nel sito archeologico di Jurandvor sull'isola di Veglia si è tenuta la prima assoluta della lettura spettacolo basata sul libro «Schmarrn» di Laura Marchig e interpretata dall'autrice e dall'attrice Dunja Sepčić

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Il territorio come protagonista di una storia di famiglia
Laura Marchig e Dunja Sepčić. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Nel magico ambiente del sito archeologico di Santa Lucia a Jurandvor, nei pressi di Besca sull’isola di Veglia, si è tenuta la lettura spettacolo “Come pulire gli occhiali e altre utili ricette di vita” (Kako oprati naočale i ostali korisni životni recepti) presentata dall’Organizzazione artistica Fedra art projekt di Fiume. Lo spettacolo è stato scritto, diretto e interpretato dalla connazionale Laura Marchig, la quale è stata affiancata sulla scena dalla rinomata attrice televisiva, teatrale e cinematografica, nonché doppiatrice zagabrese, Dunja Sepčić, e ispirato alla sua opera letteraria “Schmarrn”.

La rappresentazione è stata introdotta da Dana Kružić, direttrice dell’agenzia che si occupa della presentazione turistica del sito archeologico di Jurandvor, la quale ha presentato il libro “Schmarrn”, ideato sotto forma di ricettario di famiglia nel quale l’autrice ha riportato le ricette tramandatele dai suoi cari che non ci sono più.

Lettura in croato e dialetto fiumano
Nella pièce scritta per due voci si ripercorre la storia della famiglia di Laura Marchig, raccontata in maniera più approfondita nel romanzo ibrido (come “Schmarrn” è stato definito dai critici) e questa diviene allo stesso tempo la storia del territorio istro-quarnerino e della Mitteleuropa. Come rilevato nella presentazione dello spettacolo, “si parla di scelte che riguardano il sentirsi o non sentirsi parte di un popolo, di una minoranza come quella italiana dell’istro-quarnerino, della ricchezza rappresentata dalle culture in contatto”. Di conseguenza, com’è anche il caso con l’opera letteraria alla quale si ispira, lo spettacolo è interpretato per la maggior parte in croato, ma viene usato ampiamente anche il dialetto fiumano.

Un intreccio culturale
La scelta di proporre la prima di questo progetto teatrale proprio a Jurandvor è legata al fatto che nel romanzo, nel quale si intrecciano incessantemente la cultura della maggioranza e quella della Comunità Nazionale Italiana, alla quale l’autrice appartiene, vengono riportati due episodi legati a importanti studiosi del territorio, ovvero gli storici dell’arte Branko Fučić e Radmila Matejčić. Il pubblico ha avuto così modo di sentire la simpatica “ricetta” di Branko Fučić, studioso che ha svolto importanti ricerche relative alla lapide di Besca (Baščanska ploča), rinvenuta proprio nella chiesetta di Santa Lucia a Jurandvor, di “come pulire correttamente gli occhiali per vedere meglio i segnali disseminati lungo il nostro percorso di vita”, mentre Radmila Matejčić ha insegnato all’autrice come preparare la coppa di crema alla vaniglia, ricetta da tramandare alle generazioni future “perché è importante tramandare ai posteri l’amore per il passato”.
Laura Marchig si alternava con Dunja Sepčić nell’interpretazione dei testi in dialetto e in croato, mentre i vari interventi erano intercalati da brevissimi intermezzi musicali composti e interpretati da Darko Jurković Charlie e Ivan Valušek. Lo spettacolo è stato arricchito pure da un filmato in cui Marchig ha narrato un episodio familiare legato alla pesca. Le luci e il suono sono stati curati da Zoran Petrović, mentre lo spettacolo, come anche il libro al quale si ispira, sono stati dedicati al figlio di Marchig, Martino.

La prima tappa del progetto
Al termine dello spettacolo abbiamo voluto conoscere le impressioni delle due protagoniste. Secondo Dunja Sepčić, questa lettura spettacolo è un progetto insolito e particolare proposto in un ambiente stupendo che sperano di poter portare anche in Istria e in altre parti della Croazia.
Laura Marchig ci ha riferito, invece, che questa è la prima tappa di una lettura scenica i cui testi sono tratti e rielaborati dal suo romanzo. “Nel ricettario vengono trattati diversi temi, anche politici, in quanto ‘Schmarrn’ è un libro politico – ritengo in genere che la cucina sia politica per il fatto che parlo di cucina Mitteleuropea, che le cucine si mescolano, che noi possiamo concentrarci sul nostro o accettare prodotti da altre culture – e siccome parlo di culture a contatto e di coloro che hanno studiato il Territorio (che è il grande protagonista del libro), come le grandi figure di riferimento quali Branko Fučić e Radmila Matejčić, mi è sembrato interessante portare lo spettacolo proprio qui”.
All’evento ha preso parte anche il pittore italiano Francesco Giusti, stabilitosi a Besca nove anni fa, che ha esposto un dipinto nel quale immagina degli alieni che inviano un messaggio in lingua italiana, ma scritto in glagolitico, agli abitanti della Terra. Il progetto si svolge con il sostegno della Regione litoraneo-montana.

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