Pola. Un rincaro tira l’altro, proprio come le ciliegie

Quest’anno sono esageratamente care le fragole: vengono 7 o 8 euro al chilogrammo, eventualmente 6, ma è l’eccezione piuttosto che la regola

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Pola. Un rincaro tira l’altro, proprio come le ciliegie
Mercato deserto in maggio e bancarelle semivuote. Foto: Daria Deghenghi

Ecco un’immagine di piazza del Popolo che non ci saremmo mai aspettati di vedere in maggio: due file di bancarelle deserte come se fossimo in gennaio nei giorni di bora scura, che indubbiamente sono i peggiori dell’anno. La sorpresa è tanto più sgradevole se si considera il fatto che già da più di un mese la città è letteralmente assediata dai turisti. Mai come quest’anno, infatti, il balzo dalla bassa alla media stagione è stato precoce fino a questo punto. Difficile comprendere le ragioni di tanto assenteismo in primavera inoltrata. Difficile anche capire le cause immediate o remote del fenomeno, se, per esempio, è l’abbandono dei clienti che ha determinato la fuga degli ortolani, oppure la rinuncia di questi ha contribuito alla dispersione di quelli, o se, piuttosto, non siano stati i grandi centri di distribuzione a cambiare completamente le regole del gioco e se, infine, l’inflazione che in due anni si è mangiata un buon 30 per cento del valore degli stipendi non abbia messo un po’ tutti in ginocchio, produttori e consumatori insieme.

Tra i rivenditori stagionali che non producono e lavorano solo da Pasqua alla fine di ottobre, uno si lamenta del fatto che “al mercato non c’è più anima viva” ad eccezione del venerdì e del sabato. In due ore ha venduto appena cinque euro di merce e la bancarella gli costa 10 euro al giorno senza contare la prenotazione del posto che viene 60 e qualche euro al mese, più il noleggio del box che costa un altro occhio della testa. D’altronde chi parla è noto per i suoi prezzi poco onesti, soprattutto nei confronti dei clienti stranieri. È chiaro che ci vuole una bella faccia tosta a domandare 8 euro per un chilogrammo di pomodori o 10 per le ciliegie, fossero pure le prime o le uniche in circolazione… ormai abbiamo smesso di fare i calcoli a mente per verificare il costo in rapporto alla vecchia valuta, ma forse sarà il caso di fare qualche ragionamento di elementare aritmetica per schiarirsi le idee. Dopo tutto, otto euro sono 60, e dieci 75 delle vecchie kune. Brutta bestia l’inflazione: un rincaro tira l’altro, ahinoi, proprio come le ciliegie.
Considerazioni preliminari a parte, vediamo i prezzi del giorno di frutta e verdura, o perlomeno di quel poco che abbiamo trovato servito sulle bancarelle nella miseranda mattinata di ieri. A parte le prime ciliegie, che fanno pena, quest’anno sono esageratamente care anche le fragole: vengono 7 o 8 euro al chilogrammo, eventualmente a 6, ma è l’eccezione piuttosto che la regola. Chissà i motivi. Forse i volumi non sono adeguati alla domanda, forse non fa ancora abbastanza caldo, forse non conviene coltivarne per un prezzo al dettaglio inferiore. Forse. Ma resta il fatto che i centri commerciali praticano prezzi ben inferiori e quindi c’è poco da meravigliarsi del calo degli affari in piazza. Non necessariamente convenienti anche i costi degli ortaggi: 4 euro sono richiesti per un chilogrammo di spinaci, bietole, cetrioli e barbabietola novella, 15 euro per radicchio, rucola e insalatina di primo taglio (10 per i tagli successivi), 2 euro per carote, patate e aglio novello (il mazzetto da quattro bulbi) e carciofi (al pezzo) oppure 6 euro per i pomodori da pelare e altrettanto per le radici commestibili (sedano rapa, prezzemolo da radice, pastinaca e cavolo rapa), 8 per un mazzo di asparagi e 1 euro per i ravanelli. Insomma, la spesa in piazza del Popolo comincia a farsi pesante e i gusti difficili…

Ciliege a 10 euro mezze marce: nessuno le vuole.
Foto: Daria Deghenghi
Aglio novello istriano: il migliore in circolazione.
Foto: Daria Deghenghi
Difficile fare il pieno con 10 euro in tasca…
Foto: Daria Deghenghi
Barbabietola novella a 4 euro.
Foto: Daria Deghenghi

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