Pola. La Reggio Children School ha «messo casa» in città

Alla CI è in corso di svolgimento la tre giorni di scuola estiva

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Pola. La Reggio Children School  ha «messo casa» in città
In prima fila Jessica Acquavita, Marin Corva, Davide Bradanini, Mirjana Radetić Pajić, Ivana Sokolov e Iva Blažević. Foto: DARIA DEGHENGHI

La Prima Summer School sul Reggio Emilia Approach di Pola ha messo su casa nella sede di via Carrara della Comunità degli Italiani di Pola grazie alla collaborazione di quest’ultima con la Facoltà di scienze della formazione dell’Ateneo di Pola e della Fondazione Reggio Children, non senza il concorso dell’Unione Italiana e del Consolato Generale d’Italia a Fiume che figurano tra gli enti patrocinatori del convegno. La tre giorni della scuola estiva ispirata al metodo pedagogico reggiano è in corso infatti da ieri 22 a domani 24 agosto in risposta a una cooperazione instaurata in occasione della mostra “Mosaico, grafiche, parole” del 2021 e della successiva presenza del presidente Cristian Fabbi di Reggio Children al convegno scientifico “Giornate di Mate Demarin”. In sede una quarantina di educatrici, pedagogiste, docenti universitarie e dottorande di Croazia, Slovenia e Bosnia ed Erzegovina, che seguono le lezioni in italiano o col supporto tecnico di due interpreti.

Forte impatto su educatori e bambini
In apertura i saluti dei promotori, dei patrocinatori e delle autorità. A fare gli onori di casa Iva Blažević, preside della Facoltà di scienze della formazione di Pola e la presidente della CI di Pola, Tamara Brussich. Quest’ultima ha augurato ai partecipanti buona permanenza e buon lavoro in modo che “possano trasferire in aula, in asilo, ma anche nelle rispettive Università gli insegnamenti, le conoscenze e le abilità sviluppate durante i laboratori predisposti dalle due relatrici Marina Castagnetti e Mirella Ruozzi”, rispettivamente insegnante formatore presso le Scuole e Nidi d’infanzia – Istituzione del Comune di Reggio Emilia e Reggio Children e atelierista collaboratrice di Reggio Children. Stando a Tamara Brussich laboratori come questo hanno un forte impatto sugli educatori e sui bambini, sui genitori e le famiglie, ma soprattutto ne hanno sui giovani studenti di scienze della formazione che “domani saranno i fautori dei cambiamenti e di nuove idee nell’ambito della scienza pedagogica”. La presidente ha dato quindi lettura di una lunga lettera di ringraziamenti del direttore di Reggio Children. Benché a distanza, Cristian Fabbi ha auspicato che “la vicinanza geografica e culturale tra i nostri contesti deve essere un forte impulso ad aumentare le relazioni professionali” e augurato che “questo sia solo l’inizio di un lungo percorso di scambio e di dialogo tra le nostre esperienze educative”. Prossimo l’intervento di Mirjana Radetić Paić, vicerettore dell’Università Juraj Dobrila di Pola: “Lo sappiamo bene che cosa significa l’approccio pedagogico di Reggio nel mondo e in Croazia e pertanto siamo molto fieri di potervi proporre laboratori e conferenze di esperti di riguardo di questo campo”.

Un modello senza limiti
Un emiliano in Croazia, il Console generale d’Italia a Fiume, Davide Bradanini, doppiamente felice di questa collaborazione tra Pola e Reggio, si è dichiarato molto fiero di esserci innanzitutto perché è bello vedere che i semi che si seminano pazientemente negli anni giungono a dare i loro frutti: “Così la rinascita dei rapporti tra l’Approccio Reggio Emilia e la Croazia, non solo la sua minoranza italiana, ma proprio tutto il Paese, si è avuta esattamente due anni fa, nel settembre 2021 con la mostra ‘Mosaico, grafiche, parole’ ed è stata la prima iniziativa estera di Reggio Children dopo il confinamento del 2020-21 grazie all’impegno dell’Unione Italiana che ha inserito tra i progetti finanziati dall’Italia con la legge 73 una serie di corsi d’aggiornamento professionale per educatori di cui la scuola estiva odierna rappresenta il coronamento”. Bradanini ha quindi ribadito che “l’approccio di Reggio Emilia all’educazione è un’eccellenza italiana a livello mondiale, ma anche un’occasione per la Fondazione e le educatrici stesse di Reggio di conoscere una realtà della Comunità Nazionale Italiana in Croazia, l’unica minoranza italiana autoctona all’estero, una realtà pluriculturale, plurilinguistica in un territorio di grande importanza storica e culturale per il nostro Paese”. Il Console ha, inoltre, auspicato che ci sia “un mutuo apprendimento tra i tre Paesi, Italia, Croazia e Slovenia, tanto più che l’istruzione è il pilastro delle attività dell’Unione Italiana, cosa che la Repubblica italiana riconosce e quindi continua a stanziare importanti risorse per il potenziamento di tutto il sistema formativo in lingua italiana, incluso il settore prescolare, benché l’intenzione di questa scuola guardi oltre il cancello della CNI e si rivolga anche alle scuole croate perché il modello di Reggio non conosce limiti di nazione e lingua”.

Incentivare la collaborazione
Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento del presidente della Giunta esecutiva dell’Unione Italiana, Marin Corva: “È veramente un onore avervi ed esserci, e mi rivolgo soprattutto alle due relatrici, perché, come ha detto il Console, questa è la direzione in cui l’UI vuole andare cercando d’incentivare la collaborazione con le eccellenze del Bel Paese. Su sollecitazione di Davide, appunto, ci siamo messi in contatto con Reggio Children per recuperare i rapporti che erano stati compromessi nostro malgrado durante la pausa dovuta alla pandemia. Abbiamo organizzato nuovamente un corso di aggiornamento che è piaciuto tanto alle nostre educatrici, abbiamo richiesto nuovi fondi e quest’anno raddoppiamo gli invesitmenti per allargare l’esperienza dando l’opportunità a un numero sempre maggiore di educatrici di usufruire di questa grande opportunità che è Reggio Children”. La prima Summer School incentrata sull’approccio pedagogico reggiano, visitata anche dalla vicepresidente della Regione istriana in quota CNI Jessica Acquavita e dall’assessore alle Politiche sociali Ivana Sokolov, è stata articolata in una serie di lezioni cui sono stati intercalati diversi laboratori di pedagogia pratica, visto che il nocciolo del metodo poggia proprio sulla complementarietà e l’inscindibilità della teoria e della prassi.

Il programma
Ieri si è parlato dunque del Progetto educativo come tale, delle sue teorie, delle organizzazioni e dei valori che lo ispirano e lo sostengono, quindi di “Cultura e progettazione degli ambienti educativi”, ma anche di “Progettazione e documentazione come valori e strategie dell’azione educativa” poiché ogni attività va adeguatamente preparata, anche con la stesura di documenti che ne attestino gli scopi, i mezzi, gli strumenti e le strategie. Oggi la scuola estiva continua con una serie di laboratori sulla “Cultura dell’Atelier e i cento linguaggi dei bambini”, mentre la giornata di domani sarà dedicata alla condivisione delle esperienze realizzate nei due atelier e alla formulazione delle conclusioni.

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