Consiglio, tiene banco il bilinguismo

Ardemio Zimolo (DDI) chiede l’adeguamento di atti e statuti. Il sindaco Zoričić: «Siamo sulla strada giusta»

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Consiglio, tiene banco il bilinguismo
Il Consiglio municipale in sessione. Foto: DARIA DEGHENGHI

Ancora sul bilinguismo in aula consiliare. Tra le interpellanze della 24ª sessione del Consiglio municipale, quella di Ardemio Zimolo (DDI) che ha cantato le lodi dell’introduzione del bilinguismo nelle municipalizzate, per cui l’italiano avanza e conquista nuovi spazi e uffici. Tutto bene, secondo Zimolo, anzi, benissimo, ma l’ideale sarebbe sancire il cambiamento aggiornando gli statuti o gli atti di fondazione delle società e degli enti pubblici, quali che siano, tanto per dire che siamo “bilingui di nome e di fatto”. Gli ha risposto il sindaco Zoričić, ma con un punta di fastidio malcelato: “Siamo tutti d’accordo sulla necessità di rispettare il bilinguismo e speriamo che le aziende si adeguino quanto prima, ma non posso fare a meno di notare quanto siate diligenti nel vostro impegno per il bilinguismo ultimamente, mentre non lo siete mai stati prima d’ora. Ad ogni modo, abbiamo avuto un incontro costruttivo con la Comunità degli Italiani e ne avremo degli altri per cui sono certo che abbiamo imboccato la strada giusta”. Si è fatto sentire in merito anche il vicesidnaco Bruno Cergnul: “La delibera sull’uso dell’italiano nelle municipalizzate è in vigore dallo scorso agosto ed è quel genere di decisione che fa la differenza. Tuttavia è impossibile attuarla in un istante perché i documenti da tradurre sono tantissimi e non c’è verso per farlo né presto né subito. Rispetto a prima, comunque, la differenza si percepisce”. Sentito questo, Zimolo si è indispettito e ha invitato il sindaco e il suo vice a “non badare al passato perché all’epoca la carica era un privilegio istituzionale mentre ora il vicesindaco viene eletto direttamente dagli elettori di nazionalità italiana”.

Il caso Castion
Bizzarro, invece, il caso del direttore del Centro regionale di gestione dei Rifiuti “Kaštijun” Dražen Stilinović che, pur parlandolo appena appena discretamente, ha deciso di rivolgersi proprio in italiano al consigliere Marin Lerotić (DDI) il quale gli ha rinfacciato di “portare il cane in ufficio, farselo custodire dai dipendenti che devono legarlo ai carrelli elevatori” e cose di questo genere. In secondo luogo Lerotić ha affermato che a Castion la situazione sarebbe talmente dura che gli operai se ne vanno. Si sarebbero licenziati in 10 tra tecnici, capiufficio, impiegati e camionisti. A questo punto Stilinović ha pronunciato il suo discorso in italiano affermando senza mezzi termini che “se gli operai se ne vanno, io non posso fermarli”, che “l’impianto lavorerebbe meglio se si fosse lavorato di più e fotografato di meno” e che “il suo cane è il problema minore che l’azienda possa avere”. Subito dopo Anja Ademi, assessore all’Amministrazione pubblica, è corsa al microfono per riportare il discorso su binari consueti e così ha detto che “il numero degli operai può variare senza che l’impianto ne paghi le conseguenze perché vengono adottate misure organizzative pertinenti al caso: i dipendenti ora sono una trentina – ha detto l’assessore – e Castion non ne risente anche se dentro ci sono delle correnti che fanno pressione”. Sanja Radolović (SDP) ha ribattuto solo che “verrà l’estate, partiranno i camion dagli alberghi e voi non saprete più che pesci pigliare”…

L’agonia dell’azienda Luka Pula
Miha Paus (Možemo) ha riesumato invece la storia della lenta agonia dell’azienda Luka Pula, che sta licenziando parte del personale con chissà quali criteri dopo aver perso la causa sul demanio contro lo Stato. Gli ha risposto la direttrice, Tatjana Zanini Gavranović, che “l’azienda deve fare i conti con questioni quali le entrate, le spese e il rendimento”, e disgraziatamente la matematica non è un’opinione. Gli stipendi gravano sul bilancio aziendale con più di cinquanta punti percentuali, e gli introiti del primo trimestre dell’anno sono sotto del 42 per cento rispetto allo stesso periodo del 2020. La proposta è dunque quella di chiudere sei posti di lavoro: due col pensionamento e quattro col licenziamento per motivi economici. La situazione è seria, ha concluso Zanini Gavranović.

Pergamena non assegnata
Il Consiglio cittadino nella seduta di ieri ha deliberato anche per quel che concerne i riconoscimenti cittadini. La critica d’arte Gorka Ostojić Cvajner verrà insignita del Premio Città di Pola, Ivano Čelić del Kick boxing club Planet Sport riceverà lo Stemma mentre il riconoscimento di Cittadino onorario andrà postumo all’ex ammiraglio dell’APJ Vladimir Barović. Con soli 4 voti a favore, tre contrari e 10 astenuti non è invece passata la proposta per il conferimento della Pergamena all’Iniziativa per Lungomare. Durante il dibattito prima della votazione diversi consiglieri hanno sollevato il problema dello status giuridico dell’Iniziativa stessa ovvero se abbia o meno le credenziali per venire insignita del riconoscimento. Alla fine l’elevato numero degli astenuti ha fatto bocciare la proposta.

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