Carte per disegnare il futuro di via Kandler

Progetti. Il Bilancio prevede una spesa di 145mila euro

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Carte per disegnare il futuro di via Kandler
Foto: ARLETTA FONIO GRUBISA

Due progetti notevoli erano stati inseriti nel Bilancio nel (quasi) lontano anno pre-Covid, 2019: la ricostruzione infrastrutturale e il restauro della pavimentazione di via Kandler per un tratto di 450 metri e l’opera di rifacimento della piazza alberata dei Giardini, con restyling dell’arredo urbano. Poi erano tornati redivivi nel piano degli investimenti edili del 2020.

Quindi riproposti nell’erario 2021 e successivamente in quello del 2022. È facile compiere un’opera di stesura delle voci di bilancio, oggi come non mai con la tecnologia del copy-paste.
Ma la carta si lascia (ri)scrivere e tra il dire e il fare c’è di mezzo più l’oceano che il mare. Non vi è ombra di dubbio che si tratta di interventi determinanti per il futuro conservativo del centro storico della città, atti a cambiarne, e speriamo migliorarne l’aspetto, conservandone le peculiarità urbane e architettonico-ambientali, come dettato dai responsabili ministeriali della tutela del patrimonio storico-culturale.
Se nel caso dei Giardini si è fermi a livello di sfoltimento del viale alberato, condannando all’abbattimento d’urgenza dei fusti ormai pericolosi e irrecuperabili, per via Kandler si torna alla carica sempre a livello di pianificazione cartacea. In tutto 145mila euro sono riservati nell’erario 2023 soltanto per le spese necessarie ai preparativi (leggi documentazione progettistica), mentre degli interventi preliminari erano stati compiuti anni or sono con le sonde archeologiche praticate nei punti considerati più rilevanti dagli esperti della ditta polese “Archeo Tim”. Non sono certo spiccioli, quelli ora destinati alla stesura della documentazione, il che sta a dimostrare che non ci si limiterà a semplici operazioni da cosiddetto restyling. Oltre all’esigente opera di rinnovo infrastrutturale, da farsi in zona di città vecchia, nel piano sono comprese la ristrutturazione, la riparazione e la cura dell’estetica urbana.

Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA

E piazza Dante?
Ma c’è anche dell’altro: una terza area pedonale, che doveva prepararsi per il rinnovo infrastrutturale era piazza Dante, per la quale era stata esaurita la fase preparatoria delle sonde di ricerca, sempre ad opera dell’”Archeo Tim”, ma per il momento non se ne parla.
Viene in mente il destino che in epoca recente era stato riservato alle pavimentazioni di Piazza Foro e Piazza Port’Aurea, con le vecchie lastre in pietra arenaria smantellate (rilevate e riutilizzate con gusto entro aree di giardini privati…) e le altre collocate a nuovo che già presentano più sgretolamenti di quelle precedenti. Ora c’è davvero di che temere se l’ancora pittoresca pavimentazione di via Kandler – che respira di ambientazione storica – rischia di fare la medesima fine a titolo di ricostruzione e facilitazione della passeggiata per l’amatissimo turismo di massa.

La solitudine invernale
Sola e pensosa, grigia e bigia: è via Kandler d’inverno. Tappezzata di terrazzi-ristorante è via Kandler d’estate. Genera preoccupazione anche l’atteggiamento adottato dal Municipio, dove si va parlando che la progettazione verrà adeguata alla necessità dei soggetti imprenditoriali e dei residenti che vivono e lavorano nella via. Il tratto destinato a intervento è quello storico che più storico non può essere, che parte dalla Biblioteca civica fino a Piazza Foro, ivi comprese determinate superfici confinanti con la strada pedonale. Se la carta ha il suo prezzo di 145mila euro, il costi della realizzazione sono ancora inimmaginabili. Altrettanto ignote sono le modalità della ricostruzione: lastre vecchie e originali (davvero in buono stato), da ricollocare in maniera raddrizzata e più ordinata o (pauroso) rinnovo completo con chissà quali materiali da pavimentazione? Prima di individuare il santo a cui votarsi, è il caso di affidarsi all’intelligenza a livello di Sovrintendenza ai beni storico-monumentali del Ministero della cultura e dei media. Questo per quanto concerne il lato estetico e d’immagine cittadino, l’altro è quello pratico che riguarderà la totale sostituzione dell’infrastruttura sotterranea, per la quale esiste già un accordo sottoscritto con l’ente elettroenergetico HEP. La sfida è scendere in campo senza rompere le tracce di abitazioni (tardo)antiche e della strada romana, costituita dai blocchi ciclopici scoperti dall’Archeo Tim, sotto la superficie pedonale soprattutto nel tratto più vicino al Foro. Un punto oltremodo delicato sarà tra l’altro quello all’altezza della Cattedrale, dove i resti paleocristiani della chiesa di San Tommaso si spingono abbondantemente sotto l’area percorribile che accompagna tutto un repertorio di case di veneziana costruzione.

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