Il “magico lato verde” che si può ammirare dalla riva e dal lungomare di Porto Albona va preservato come un motivo d’orgoglio e un valore da lasciare in eredità alle generazioni future. È quanto sottolineato dall’associazione ambientalista “Volim Prtlog” (Amo Portolongo) in seguito alla presentazione delle V modifiche e integrazioni al Piano ambientale della Città di Albona, per le quali il dibattito pubblico è ancora in corso.
“Abbiamo già un insediamento turistico, ora è giunto il tempo di fermarci e di iniziare a stabilire un equilibrio. Bisogna pure abbandonare l’idea del percorso ciclopedonale tra Porto Albona e Portolongo, che rovinerà i valori naturali del sentiero lungo il quale si pianifica la realizzazione del progetto”, dicono i rappresentanti dell’associazione ambientalista, soffermandosi sull’iniziativa avviata dalla Città negli anni scorsi. Come sottolineato in seguito, il sentiero esistente è già più che sufficiente per permettere agli interessati di conoscere “questo magico spazio”.
Gli stessi ambientalisti hanno definito “grottesco” il titolo di un documento entrato a far parte delle stesse modifiche e aggiunte al Piano ambientale. Si tratta di una cartina con quelle che sono state definite “limitazioni speciali”, che si riferiscono agli interventi nello spazio, ovvero nella fascia costiera protetta. A loro avviso, dal documento non traspare alcun tipo di limitazione, visto che è conforme alle “vecchie visioni del territorio” e all’idea di ampliare i terreni edificabili fino alla baia di Remac, ben oltre rispetto a quanto previsto dal Piano d’assetto urbanistico di Porto Albona, conformemente al quale gli interventi edili dovrebbero fermarsi nell’area dei resti dell’ex scalo per il trasbordo della bauxite, “Teleferika”. Con il previsto ampliamento, gli interventi sarebbero possibili anche nel paesaggio protetto di Albona-Porto Albona-Portolongo.
La necessità di tutelare quest’ultimo è uno dei motivi per cui l’associazione “Amo Portolongo” è stata costituita circa 12 anni fa, nel momento in cui la Città stava per compiere i primi passi concreti nella realizzazione di alcune zone a uso turistico e alberghiero sulla penisola di Portolongo, progetto che, se non fosse stato fermato, avrebbe (già) visto l’edificazione in questa parte della costa albonese.
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