«Vaccino sicuro ed efficace anche per i bimbi piccoli»

Interessante simposio tematico nella Facoltà di Medicina

0
«Vaccino sicuro ed efficace anche per i bimbi piccoli»

In seguito alle ricerche effettuate sulla sicurezza e l’efficacia del vaccino anti-Covid, il 24 novembre scorso, l’EMA (Agenzia Europea del Farmaco) ha approvato la somministrazione del vaccino Comirnaty – il vaccino a mRNA di Pfizer-BioNTech Biontech/Pfizer – ai bambini dai 5 agli 11 anni d’età. In vista, però, dell’aumento in Europa dei casi di variante Omicron, che fa nascere svariati dubbi e timori, molti genitori si chiedono se sia il caso di inoculare il siero ai più piccoli, meno soggetti ad ammalarsi. Il parere degli esperti è unanime: è meglio per loro e per tutta la popolazione. E i rischi sono minimi.

 

Sono fondamentalmente queste le conclusioni alle quali sono giunti gli specialisti competenti, riunitisi ieri presso la Facoltà di Medicina, in occasione del Simposio scientifico intitolato “La vaccinazione dei bambini contro il Covid-19 – proteggersi dalla malattia e dalle sue conseguenze, contributo antiepidemico, psicologico e sociale”, in cui hanno presentato le ultime considerazioni in merito alla tematica in questione, molto attuale a livello globale, e riflettuto sui vari e disparati aspetti che la stessa comporta, coinvolgendo eminenti esperti, quali professori di medicina, epidemiologi, esperti in biotecnologia, pediatri, pedagoghi, psicologi e religiosi.

Un incontro utile

Un incontro lungo, a tratti molto tecnico, ma utile, con interventi mirati a sciogliere i dubbi già accennati, attenuare le preoccupazioni, spiegare e offrire delle risposte. Il simposio è stato introdotto dal direttore dell’Istituto di salute pubblica, Vladimir Mićović, dal preside della Facoltà di Medicina, Goran Hauser e da monsignor Mate Uzinić, arcivescovo coadiutore di Fiume e amministratore apostolico della diocesi di Ragusa (Dubrovnik).

Mićović ha rilevato che il convegno è stato organizzato allo scopo di sottolineare l’importanza dell’unione di tutti i saperi e le esperienze in una visione positiva e con il desiderio di dare delle risposte al problema che ci assilla tutti. “Dalle statistiche dei CDC statunitensi (Centers for Disease Control and Prevention) si evince che i bambini e i giovani ‘sopportano bene’ il Covid-19 ma, purtroppo, vi sono anche i casi più fragili, maggiormente soggetti alla contrazione della malattia in modo severo, che abbisognano dell’ospedalizzazione e che, nonostante le ottime cure ricevute, riportanto gravi conseguenze le quali, in rari casi, finiscono con il perdere questa brutta battaglia”, ha rilevato. Dopo avere salutato i presenti ed espresso soddisfazione per l’iniziativa e per l’adesione dei migliori esperti, il preside della Facoltà ospitante è stato perentorio nel sottolineare che la vaccinazione è una cosa giusta, specie perché solo diffondendola il più possibile si potrà puntare a quell’immunità di gregge in grado di bloccare la circolazione del virus. In conclusione alla parte introduttiva, mons. Uzinić ha spiegato che Dio aiuta gli uomini per mezzo degli scienziati e che la comunità religiosa ha pregato con forza affinché la scienza trovi delle risposte, il che è stato fatto con l’immunizzazione. Vi sono, però, ancora tante domande, dubbi e preoccupazioni, per cui è importante parlarne nei simposi scientifici, dove si possono ricevere chiarimenti.

A seguire, nella seconda parte del congresso, gli interventi dei relatori, che hanno toccato temi quali le nuove cognizioni ed esperienze inerenti alla vaccinazione contro il Covid-19, alla risposta immunologica dei bambini alla stessa, alle sfide dell’epidemia negli ambienti scolastici, alle conseguenze psicologiche del virus nei bambini, agli aspetti cognitivi della sindrome postCovid negli insegnanti e agli aspetti etico-biologici dell’immunizzazione dei giovani e dei bambini dal punto di vista della Chiesa. A detta degli stessi la vaccinazione nei più piccoli si è dimostrata sicura ed efficace. Questi non ricevono però lo stesso dosaggio di un adulto, ma un terzo della dose normalmente distribuita e, come per le altre fasce d’età, l’inoculazione avverrà in due dosi, con iniezione nella parte superiore del braccio, a tre settimane di distanza l’una dall’altra. Gli effetti collaterali sono inevitabili, ma rarissimi, nella maggior parte dei casi trattasi di segni di reazione dell’organismo a un fattore esterno e, per questo, non allarmanti (arrossamento, dolore al braccio, stanchezza, febbre e brividi).

Vladimir Mićović e Goran Hauser

Tavola rotonda e dibattito

In conclusione dell’incontro ha avuto luogo un’interessante tavola rotonda alla quale, insieme ad altri, hanno partecipato, tra gli altri, anche il capo epidemiologo dell’Istituto regionale di salute pubblica, Dobrica Rončević e l’immunologo Stipan Jonjić, della Facoltà di Medicina di Fiume.

Dobrica Rončević

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display