Sovjak fu uno scempio ma ora si può rimediare

Nel Comune di Viškovo presentato il progetto di bonifica del pozzo nero in cui sono state depositate, in maniera incontrollata, enormi quantità di scorie industriali pericolose

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Sovjak fu uno scempio ma ora si può rimediare

Bonifica, finalmente si parte! Non lo sappiamo e non lo sapremo mai quanta gente si è ammalata ed è morta a causa del pozzo nero Sovjak. Per quarant’anni, dagli anni ‘50 ai primi anni ‘90 del secolo scorso una conca carsica chiusa è stata utilizzata come discarica per ogni sorta di sostanze chimiche, scorie di un glorioso passato industriale in cui la questione ambientale veniva considerata, nel migliore dei modi, con approssimazione.Soltanto trent’anni fa ci si è resi conto, a livello istituzionale, dello scempio e dei pericoli che rappresentava e rappresenta tutt’ora. Fu chiaro da subito che la bonifica sarebbe stata costosa, ben oltre le possibilità della Croazia, che aveva conquistato da poco l’indipendenza. Si sono dovute attendere le integrazioni europee e quindi l’ingresso nell’Ue per poter compiere dei passi concreti. Ieri a Viškovo, sul cui territorio si trova la depressione, a pochi passi dall’ex discarica per i rifiuti urbani Viševac, è stato annunciato l’inizio delle attività, per ora quelle preliminari legate alle licenze edilizie e alle ricerche, che dureranno un anno circa. Successivamente ci vorranno 4 anni e mezzo per completare l’opera di sanamento. L’operazione costerà 390 milioni di kune di cui l’85 per cento arriverà dai fondi dell’Ue. Ora è tutto chiaro. Si conoscono i tempi, gli appaltatori e le fonti per il finanziamento di quella che è oggi la più impegnativa opera di bonifica nel Paese.

Il sopralluogo delle autorità in zona Sovjak

A rischio di disastro ambientale

Anche se non conosciamo l’entità dei danni alla salute dei residenti provocati negli ultimi settant’anni dalle esalazioni, ci si rende conto di quanto possa essere grande il rischio di un disastro ambientale se, per esempio, a causa di movimenti tellurici, il contenuto della depressione con la conca chiusa dovesse finire nelle falde acquifere della zona. Cosa c’è dentro? Ci troviamo, in pratica, nel centro del Comune di Viškovo, a 10 chilometri dal centro di Fiume e a 4 dal mare. Si calcola che sia profonda intorno ai 30 metri con un diametro di 90. Dai primi anni ‘50 si sono riversate nel suo interno scorie di ogni tipo, senza alcun criterio, piano o limitazione. La quantità di materiale è stata valutata intorno ai 250mila metri cubi. Ci sono i fanghi attivi provenienti dalla raffineria, attorno ai 110mila m3, quindi i fanghi degli stabilimenti navalmeccanici, il catrame della cokeria, olii vari, solventi e residui della produzione di idrocarburi. Nei decenni il contenuto si è disposto in quattro strati, creati da processi chimici, fisici e dalle precipitazioni. In superficie c’è uno strato di idrocarburi che galleggia sull’acqua. Scendendo in profondità, c’è uno strato di catrame molle e in fondo uno di catrame solido.

Detriti di ogni tipo

Processo lungo

Tra il 2012 e 2013 è stato realizzato lo studio di fattibilità, nei due anni successivi si è passati ai lavori di ricerca con la valutazione dell’impatto sull’ambiente. Nel 2016 è stato varato un piano accettabile per arrivare al 2018, quando l’Ue ha accolto la richiesta per il finanziamento. Nel 2019 e 2020 c’è stata la prima gara d’appalto in quanto non vi sono stati interlocutori idonei, annullata, per arrivare alla seconda, questa volta riuscita. I lavori verranno eseguiti da un consorzio croato-sloveno composto da GP grupa Varaždin, Ekomo (Slovenia) e la zagabrese Ivicom Consulting. Scelti anche i supervisori.
Il programma è stato anticipato da Maja Feketić del Fondo per la tutela dell’ambiente. Le attività preliminari hanno coinvolto anche i cittadini, che già nel 2012 hanno avuto modo di esprimersi a favore di questa o quella soluzione. Alla fine è stata accettata la variante che prevede l’estrazione del materiale e il suo trattamento all’estero. Nel 2015, sempre attraverso un dibattito pubblico, è stato esposto lo studio sull’impatto ambientale. Per prima cosa verranno rimossi i rifiuti in superficie, detriti solidi di ogni tipo, quindi gli idrocarburi galleggianti, seguiti dal trattamento delle acque contaminate e dall’estrazione del catrame molle, che verrà trattato con la calce viva prima di venire spedito all’estero. Quello solidificato non si toccherà in quanto rappresenterebbe una specie di barriera impermeabile. In altre parole, il fondo della cavità carsica si è “asfaltato”. Una volta vuotata, la cavità verrà riempita con materiale inerte creandovi sopra una superficie bonificata. Il sindaco di Viškovo, Sanja Udović, ipotizza un Centro sportivo-ricreativo.

Maja Feketić illustra il progetto di bonifica

Monitoraggio continuo

Nel corso dei lavori verranno attivate delle centraline che in tempo reale indicheranno il livello d’inquinamento nell’aria, suggerendo, se dovesse superare le norme consentite, l’evacuazione temporanea dei residenti nelle immediate vicinanze della struttura.

“Vogliamo credere che nel corso delle operazioni verranno rispettate tutte le norme di sicurezza – ha aggiunto Udović –, e noi tutti ci aspettiamo la massima trasparenza”. Una delle condizioni per potere attuare l’opera di bonifica è l’infrastruttura stradale. Con la costruzione della statale D427, le centinaia di camion e cisterne non passeranno per il centro della località. Soddisfatto anche Mile Horvat, segretario di Stato presso il Ministero dell’Economia e dello Sviluppo sostenibile. “Con quest’intervento risolveremo uno dei più grossi problemi nel Paese e allo stesso tempo tra i più impegnativi a livello economico”. Robert Botić, dirigente della ditta di Varaždin, ha aggiunto: “È il primo problema di questo tipo e di quest’entità che si va a risolvere nel nostro Paese. Per poterlo affrontare, ci siamo avvalsi della collaborazione di diversi istituti stranieri. Ci teniamo a fare bene in Croazia. Un’impresa straniera viene e va, ma noi restiamo”.

Il pozzo Sovjak si trova nelle immediate vicinanze delle abitazioni

40 anni di irresponsabilità

La questione dei rifiuti pericolosi è una materia di cui si occupa lo Stato con le sue istituzioni. Si manifesta, però, a livello locale, e la Regione litoraneo-montana insiste da tempo, assieme al Comune di Viškovo, sulla necesità di arrivare a una conclusione. Il presidente della Regione, Zlatko Komadina, ha commentato: “Per quarant’anni sono stati gettati rifiuti liquidi in modo incontrollato e irresponsabile. Ora ci vogliono più di quattro anni per il risanamento, che costeranno 400 milioni di kune. La salute vale di più. Oggi si può procedere con la bonifica anche grazie al fatto che la Regione ha predisposto in tempo utile tutti i documenti di pianificazione del territorio e gli studi sull’impatto ambientale, assieme al Comune di Viškovo. Spero che ci ritroveremo qui in un’area completamente risanata”.

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