Kukuljanovo. «La chiave? Assicurare un’infrastruttura adeguata»

La Zona industriale di Kukuljanovo, la più grande in Croazia, sta crescendo a vista d’occhio e in questi tempi di pandemia sta fatturando addirittura più che nel periodo preCovid. Ne abbiamo parlato con la direttrice Linda Sciucca

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Kukuljanovo. «La chiave? Assicurare un’infrastruttura adeguata»

Non avendo la possibilità di estendersi in larghezza e lunghezza, Fiume ha dovuto crescere in altezza ed è la città in Croazia con più grattacieli. Gli stessi problemi li ebbe negli anni Settanta del secolo scorso e continua ad averli oggi, con poco, pochissimo territorio in cui poter pianificare qualcosa. Per questo motivo, quasi cinquant’anni fa, venne istituita a Kukuljanovo, allora parte dell’ex Comune di Fiume, una Zona industriale in cui trovarono spazio vitale le grandi aziende locali. Con l’indipendenza della Croazia e con il nuovo assetto amministrativo, la Zona industriale è entrata a far parte del territorio amministrativo della Città di Buccari, un’area di circa 500 ettari. Per rendere l’idea delle sue dimensioni, basti dire che il capoluogo quarnerino si estende su una superficie di 4.400 ettari. In pratica, la Zona industriale di Buccari da sola ha una superficie che sfiora il 9 per cento di quella complessiva di Fiume. Comunque, non siamo qui per mettere in discussione l’assetto amministrativo del Paese.

 

“Industrijska zona Bakar” (appunto Zona industriale Buccari) è oggi un’azienda che gestisce l’intera area industriale, a venti minuti di macchina dal centro di Fiume e vicinissima a tutte le vie di comunicazione. Passandovi accanto, si notano cantieri dappertutto. L’economia mondiale ha subito e sta subendo tutt’ora le conseguenze della pandemia, ma sembra che in questi due anni di crisi sanitaria non vi siano stati contraccolpi per le imprese che operano a Kukuljanovo. È così? La direttrice Linda Sciucca ci ha chiarito le idee, confermando quanto abbiamo visto intorno a noi, capannoni che fino a pochi mesi fa non c’erano. “Dei 500 ettari complessivi, ve ne sono 225 ancora disponibili. È tutta area edificabile, inserita come tale nel Piano urbanistico. Al momento vi operano circa 200 imprese, che danno lavoro a 4.500 dipendenti. È diventata come una piccola città, ma anche una specie di mercato a sé, in cui le aziende al suo interno comprano e vendono tra loro. Seguiamo con attenzione l’andamento, anche in questo periodo pandemico che dura ormai da due anni. Abbiamo constatato che tutte le ditte presenti sono rimaste in attività. Anzi, possiamo dire che lo scorso anno si è lavorato anche più di prima. Si è fatturato più di prima e sono cresciuti anche i profitti. Per me non è un fatto strano. Direi che l’Europa in questo periodo si sia concentrata su sé stessa, puntando sulla propria produzione. Per certi versi è stato così anche per diverse imprese nella nostra Zona industriale, orientate verso l’esportazione, che hanno addirittura esteso i loro mercati”.

Uno dei capannoni “fioriti” di recente

Futuro garantito

In un contesto locale più ampio della sola Zona industriale, sono in corso attività che entro pochi anni dovrebbero portare linfa vitale all’economia regionale e nazionale. Si estende la rete stradale con la D403 che viene costruita in funzione del futuro terminal Zagreb Deep Sea della MAERSK, uno dei più importanti operatori del settore a livello mondiale, assieme ai partner. Un terminal container ha sempre bisogno di un appoggio logistico nell’entroterra. Fiume sul proprio territorio amministrativo ha ben poco da offrire in questo senso.

Dei complessivi 500 ettari edificabili, ve ne sono 225 ancora disponibili

Investitori stranieri

“Negli ultimi cinque anni – ha spiegato Sciucca –, vi sono almeno dieci cantieri aperti contemporaneamente, investimenti in fase di realizzazione. Ormai è un ciclo costante. Lo confermano le compravendite di terreni edificabili lo scorso anno e le lettere d’intenti firmate per il 2022. Abbiamo la certezza che si proseguirà in questa direzione. La stessa posizione gioca un ruolo determinante. Il fatto che la MAERSK nel 2024 avvierà la propria attività nel nuovo terminal di Molo Zagabria, si sta riflettendo anche nella nostra Zona industriale. Lo scoso anno e quindi in questo periodo arrivano numerose richieste da parte di investitori stranieri interessati a costruire dei magazzini, ad allestire dei centri logistici. La Città di Buccari, comunque, vuole mantenere un certo equilibrio tra attività produttive, commercio e servizi. Attualmente il 35 p.c. riguarda le attività produttive. La Città ha interesse, tra l’altro, a garantire degli sbocchi occupazionali. Nel giorno in cui l’intera Zona industriale sarà occupata da attività imprenditoriali, si calcola che vi lavoreranno intorno alle 10mila persone. C’è anche l’idea di ampliare ulteriormente la Zona, in futuro, ma per farlo occorrerà discutere con le istituzioni dello Stato”.

I visionari degli anni Settanta

Il prezzo di un m2 varia dai 55 ai 100 euro e l’assegnazione avviene rigorosamente attraverso una gara pubblica. “Cose come questa non avvengono per caso. Infatti, sia la Città di Buccari che l’azienda che gestisce la Zona industriale, hanno investito molto per assicurare un’infrastruttura adeguata, sia quella stradale che quella comunale. Ciò che offriamo agli investitori sono dei lotti edificabili, interamente coperti da tutti i servizi, dagli allacciamenti alla rete idrica a quella fognaria, fino al gas e alle telecomunicazioni. Credo che in quest’aspetto vada cercata la chiave del successo”, ha affermato ancora.

Sono stati dei visionari quelli che, in tempi non sospetti, hanno creato nell’entroterra fiumano un’area come questa, che nei decenni successivi è cresciuta e si è sviluppata al punto di rappresentare un esempio per l’intero Paese. In Croazia non c’è una Zona industriale più grande di questa. “I visionari furono quelli che capirono che a Fiume non c’erano le condizioni per estendere le proprie attività e così arrivarono a Kukuljanovo l’azienda portuale, la Brodokomerc, la Brodomaterijal e altre grandi imprese fiumane, fin dagli anni Settata. In quell’epoca per loro fu come arrivare sulla Luna. Non c’era quasi nulla, ma costruirono i loro magazzini. Oggi è decisamente un’altra cosa”, ha commentato la direttrice.

Risorse per lo sviluppo di Buccari

Buccari, come amministrazione locale, ha ereditato un potenziale importante e lo sta sfruttando bene. Poche settimane fa, il sindaco Tomislav Klarić ha firmato il contratto con le aziende appaltatrici per la costruzione della rete fognaria nel nucleo storico della cittadina. Si tratta di chilometri di condutture per ammodernare la rete fognaria, che verrà allacciata al nuovo depuratore nell’area ell’ex cokeria. L’opera verrà finanziata interamente dalla Città con 50 milioni di kune, con la prospettiva di vedersele restituite in futuro attraverso i fondi dell’Ue. Invece di aspettare, si è deciso di bruciare le tappe con le proprie risorse che derivano, in buona parte, dai ricavi della Zona industriale.

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