Fiume. Prospettive cittadine che cambiano

Osservata dall’alto, Fiume offre scenari diversi dipendentemente dal punto in cui uno si trova. Dal suo versante occidentale a quello orientale, le vedute si trasformano

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Fiume. Prospettive cittadine che cambiano
La baia di Martinšćica con il cantiere Viktor Lenac. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

“Se non scali la montagna non ti potrai mai godere il paesaggio”, scriveva Pablo Neruda. Poche parole nelle quali si celano importanti significati e nelle quali ognuno può trovare una propria verità o stimolo. Infatti, sia il momento dell’ascesa, che quello del raggiungimento della vetta, sono significativi e rappresentano, per chi li affronta, una crescita e l’interiorizzazione di nuove consapevolezze. L’importante è muoversi, avviarsi, partire, magari senza una meta precisa, alla cieca o a zonzo, oppure con un itinerario ben definito ma, comunque, andare. Fiume, in tal senso, vantando svariati campanili di chiese, mura e torri difensive, osservatori e impensabili punti panoramici, offre una miriade di possibilità, tutte interessantissime, grazie alle quali lo sguardo può catturare angoli e paesaggi inattesi. Quest’ultimi, da quelli maggiormente frequentati ai meno scontati, sono infiniti e, nel loro prezioso e indissolubile intreccio di natura e cultura, regalano una marea di spunti. Protagonista assoluta, sempre e comunque, una bellezza mozzafiato, tutta gratuita, consistente in affascinanti vedute e panorami dalle peculiarità uniche, da contemplare e vivere in silenzio e, in molti casi, soprattutto, da lontano.

Viste più uniche che rare
Affrontare situazioni ed esperienze nuove, dicevamo, paga e, non di rado, arricchisce. Lo stesso vale se, qualche volta, invece che passeggiare nei posti conosciuti e “facili”, si decide d’incamminarsi verso nuove mete. Per raggiungerle, nel caso del capoluogo quarnerino, talvolta ci vuole un po’ d’impegno e di una guida ma, ciò che maggiormente conquista, è che le stesse, spesso, sono vicinissime, talvolta quasi dietro l’angolo. A salire, ad esempio, sulle colline che si ergono appena sopra il tessuto urbano della città, come quelle di Tersatto o di Vežica superiore o inferiore, se ne sente il vibrante battito e si sperimenta una miscela unica di passato e presente, palpando con mano la sua importante storia. Basta fare una tappa in zona Strmica, la parte più alta di Tersatto, la cui veduta si apre direttamente sulla strada D404 e spazia, guardando verso destra, sull’abitato di San Cosimo, sul versante orientale di Fiume e, a sinistra, su quello di Svilno. Al centro di quest’ultima angolazione, rapisce immediatamente l’attenzione l’imponente complesso Pharma Valley dell’azienda farmaceutica Jadran Galenski Laboratorij (JGL). Cornici insolite, ma affascinanti, che fanno percepire una città diversa, vissuta da un’altra prospettiva, fatta di case, sentieri, scorci, natura e industria e che, testimoni di vissuti e storie a molti forse sconosciute, invitano ad approfondirle. Dall’altro lato invece, raggiungendo le sommità dei rioni di Vežica superiore e inferiore, le emozioni, come i panorami, cambiano. Dalla prima, infatti, la cartolina di Fiume si fa mare e monti ma, soprattutto baia e numerosi grattacieli i quali, come fossero dei dadi Lego, si stringono e s’allargano, si colorano e si scolorano, si alzano e s’abbassano, in un gioco urbano che va a braccetto con il paesaggio e che fa l’occhiolino a chi, come noi, ha la possibilità di guardarli da lontano. La vista che, invece, si propone da Vežica inferiore, ricorda i capricci della pittura veneziana tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento, caratterizzata dalla libera combinazione di elementi architettonici e/o naturali reali o fantastici, secondo una varietà di declinazioni che va dal pittoresco all’elegiaco. Allo stesso modo qui si sposano prestigiose aree verdi e parcheggi, colline vallate e pianure, superstrade serpeggianti e navi, mare, ponti, villaggi, gru, in un pastiche incredibile d’antico e moderno, di passato e futuro che lasciano senza fiato e che Fiume, “città che scorre” sempre e comunque, ci regala.
Diciotto scalini (facenti parte della Via crucis nell’area del Santuario mariano di Tersatto) dividono, invece, gli amanti dei panorami dal punto in cui s’osserva uno scenario che sa di perfezione e conforto, facilmente raggiungibile. All’apice della passeggiata lungo le stazioni del suddetto percorso (che portano le firme dello scultore accademico Anton Jurkić e dell’architetto Aleksandar Bašić) si trova, infatti, un osservatorio, piccolo e isolato dal resto dell’area. Raggiuntolo, ci si ferma per forza, incantati e increduli dall’armonia del paesaggio che si offre. Stavolta, niente più grovigli, a tratti quasi selvatici, di tessuti urbani e naturali, bensì cultura, storia, calma, apertura, respiro e mare. Semplicemente, Fiume. La bellezza, dicesi, è negli occhi di chi la sa individuare e osservare. Noi l’abbiamo cercata e ne è valsa decisamente la pena.

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