Fiume. Mercati cittadini, merce poco conveniente

I supermercati dei centri commerciali, a detta degli acquirenti, offrono frutta e verdura a prezzi più economici. E le bancarelle ci rimettono

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Fiume. Mercati cittadini, merce poco conveniente
Prezzi più alti sulle bancarelle ortofrutticole dei Mercati cittadini. Foto: Goran Zikovic

Mercati cittadini all’insegna del fermo pesca invernale, che si protrarrà fino al 15 febbraio. Le bancarelle ortofrutticole sono ricche di prodotti stagionali e la clientela non manca, ma ci si chiede quanto l’acquisto alla “vecchia maniera” sia conveniente rispetto alle compere effettuate in un supermercato. Abbiamo posto questa domanda ad alcuni acquirenti incontrati tra gli stand. “Nella mia famiglia la frutta e la verdura la acquistiamo all’ingrosso ogni due settimane perciò io e mio marito ci rechiamo al mercato all’ingrosso di Mattuglie – ci ha detto Lara, venditrice in pescheria –. Nonostante nei supermercati questi prodotti siano più convenienti rispetto ai Mercati cittadini, soprattutto una o due ore prima della loro chiusura, non ci sono paragoni. In quello di Mattuglie c’è merce fresca e di ottima qualità e spesso i prezzi sono eguagliati con quelli dei supermercati e molto più accessibili dell’offerta del nostro Mercato”.

“Sinceramente non ci ho fatto caso – ha affermato la pensionata Ivanka – poiché al Mercato vado molto raramente e preferisco acquistare il tutto in una delle grandi catene alimentari dove posso pagare con comodo con la carta di credito. Purtroppo, i Mercati di Braida, Zamet e Vežica sono soltanto l’ombra di ciò che erano soltanto qualche anno fa. Hanno perso la loro anima, come si suol dire, rimpiazzati dai grandi centri commerciali, che offrono tutto in un solo posto”.
Valentina, impiegata, è invece innamorata del Mercato alla… vecchia maniera. “Mi piace immensamente passeggiare tra le bancarelle, osservare la merce e fare due chiacchiere con i venditori. È un modo per rilassarmi e colmare l’intervallo lavorativo. Per quanto riguarda i prezzi, sono un tantino più alti di quelli dei grandi magazzini, ma la qualità dei prodotti è decisamente migliore”.

L’offerta di ieri
Ieri sulle bancarelle ortofrutticole non mancavano le arance a 1,90 euro, i mandarini a 1,50, i limoni a 3 e i kiwi a 4 euro. Sempre più presente il mandarino cinese o kumquat, venduto a 2 euro la vaschetta (250 g), ma anche le mele a 2 euro, l’uva a 3 e le pere a 3,50. Immancabili i fichi secchi a 9 euro e le prugne secche a 8 al chilo. Tra la verdura, il cavolo cappuccio e il cavolo verza a 2 euro, il cavolfiore e il cavolo verde cimoso (o romanesco) a 3, il porro, la bietola, le zucchine, l’insalata di tipo “cristal”, le melanzane, il radicchio rosso e i broccoli a 4, le teste di sedano a 3 e i gambi a 5, la cipolla e la zucca a 2 e le patate a 1,5 euro. I crauti si vendevano a 3 euro e le rape acide a 4 euro al chilo.
In pescheria, prezzi ancora alti in mancanza del pesce azzurro (per fermo pesca). Quello più basso, 5 euro, riguardava le cozze, seguivano le triglie a 8, gli sgombri, i latterini, i naselli, i moli, la razza, le seppioline, i tonnetti (al pezzo) a 10, la palamita (al pezzo), le orate e i branzini di allevamento a 12, i moscardini a 13, le pataracie a 14, i gamberetti a 16, le seppie, i calamari e le code di rospo scuoiate a 20, le sogliole a 21, i polpi a 23, i tranci di tonno e salmone a 28, mentre per gli scampi il prezzo andava dai 20 ai 35 euro al chilo.

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