Fiume. Futuro incerto? I giovani oggi hanno le idee chiare

Sondaggio tra i maturandi della Scuola media superiore italiana, su quelli che sono i loro desideri di vita, in un mondo che sta inesorabilmente cambiando prospettive

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Fiume. Futuro incerto? I giovani oggi hanno le idee chiare
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Anno nuovo e progetti futuri. Al giorno d’oggi, i giovani sono sempre più consapevoli dei problemi che affliggono la società, a partire dall’attuale crisi economica alla pandemia di Covid, ancora in corso e di quanto le stesse abbiano influito sulle loro vite, sulle loro famiglie e sulla comunità in cui vivono e studiano, oppure lavorano. Con i piedi ben piantati a terra e lo sguardo rivolto al futuro, che potrebbe portare tante incertezze, incognite e difficoltà, non si danno però per vinti e continuano a lottare per vedere realizzati i loro sogni, i loro ideali e il loro avvenire. Una generazione colpita da crisi di vario tipo, ma che aspira a un futuro in cui potrà dare il proprio massimo per assicurarsi un’esistenza economicamente stabile. I giovani di oggi sono pronti a partire, ma non in cerca di avventure, bensì per motivi di studio, in giro per il mondo a frequentare Università che forniranno loro la prescelta formazione, pronti a fare qualche sacrificio, a trovarsi un lavoro part-time per sostenere le spese delle tasse, dell’affitto, del cibo.

Quali sono i loro timori, le loro aspettative, i sogni per il futuro?

Nuove prospettive
A raccontarcelo sono quattro giovani ragazze, maturande della quarta classe dell’Indirizzo generale della Scuola media superiore italiana di Fiume, pronte al grande volo post scuola media superiore, ignoto, ma al contempo stuzzicante.
“Sono entusiasta che l’anno prossimo aprirò una nuova porta nella mia vita – così Nour Kilani –, ma allo stesso tempo preoccupata per il periodo a venire. Concretamente, abbiamo trascorso quasi due anni scolastici in modalità DAD e ora, a inizio secondo semestre, dobbiamo ripercorrere tutto il sapere acquisito per accedere alla Maturità di Stato. Abbiamo appreso abbastanza? Saremo in grado di colmare le lacune o d’implementare la materia persa? Lo vedremo. Non so se in futuro tutto andrà come ho pianificato, come ad esempio iscrivermi alla Facoltà scelta. Spero siano soltanto timori che spariranno col tempo. L’anno prossimo sarà cruciale, una svolta nella mia vita, ma spero di conoscere persone nuove e interessanti, di cambiare ambiente e studiare quello che desidero. Per quanto riguarda la situazione globale, ci sarà un cambiamento drastico subito dopo Capodanno con l’introduzione dell’euro, soprattutto per i nostri genitori, perché noi ancora non ci rendiamo conto, ma dai discorsi in famiglia, ci saranno spese aggiuntive soprattutto per chi desidera studiare all’estero. Ogni famiglia dovrà gestirsi al meglio per potere supportare le spese dei figli che studiano, magari partecipando ai concorsi per delle borse di studio per sopperire all’aumento dei costi universitari. Sarebbe assurdo che un alunno ottimo non riesca a iscriversi alla Facoltà desiderata per carenza di mezzi finanziari e qui dovrebbe intervenire la comunità locale o magari statale”, ci ha detto.

Nour Kilani.
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Qualche timore lo ha pure Nikka Kertelj. “Da sempre avevo il desiderio di andare a studiare in Italia, ma come tutti i desideri… primordiali, questi possono cambiare nel tempo. Ora m’interessa l’ingegneria chimica e una buona Facoltà del settore si trova in Olanda. Il passo è grande, ma non impossibile. Dovrò sostenere gli esami di maturità in fisica, chimica e lingua inglese, siccome lo studio si svolge in questa lingua, e ottenere ottimi risultati. Il periodo che mi attende sarà dedicato allo studio, alla ripetizione di quanto appreso e speriamo che il tempo trascorso in DAD non ci abbia portato difficoltà nell’apprendimento. Il mio percorso universitario sarà legato all’iniziativa, alla volontà e ai piani che ho tracciato e spero caldamente di riuscirci, seppure la crisi economica influirà fortemente sul futuro, sia mio che della mia generazione. Dovremo mettercela tutta per superare questo periodo che sta dando filo da torcere sia ai nostri genitori, che sostengono le nostre scelte, che alla collettività. Rimango, però, un’inguaribile ottimista”.

Nikka Kertelj.
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Giulia Bernes ha le idee chiare, desidera andare a studiare logopedia in Italia. “Non sono ancora sicura, ma ci sono due opzioni, Trieste o Padova, il tutto dipenderà dal momento e dalla partecipazioni ai concorsi per le borse di studio che sono più consistenti oltreconfine. Attualmente mi preoccupa il sapere che non reputo sia all’altezza in quanto la DAD ci ha frenati nel percorso istruttivo, ma spero di recuperare velocemente. Uscendo dal contesto scolastico, tutto sta cambiando. Il mercato commerciale sta impazzendo, con i prezzi che salgono vertiginosamente. Noi giovani lo percepiamo nell’acquisto della merenda, ma ci sono spese quotidiane che i nostri genitori devono affrontare e poi con l’arrivo dell’euro sarà più difficile, almeno nel primo anno. Poi, spero che tutto si assesti al meglio. Noi siamo molto vicini all’Italia e le nostre genti, viaggiando spesso oltreconfine, sanno come comportarsi con la futura valuta”.

Giulia Bernes.
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Mia Kožul è incuriosita per quanto le prospetta il futuro. “Siamo stati un po’ incoscienti, pensavamo che la didattica a distanza fosse una cosa positiva, ma ci siamo ricreduti e ora dovremo darci da fare per trovarci pronti per l’esame di Maturità. In futuro mi vedo in un ambiente completamente nuovo e diverso. Spero di potere studiare fisioterapia a Fiume, ma sono ancora un po’ indecisa. Il passaggio dalla kuna all’euro farà pure parte della nostra vita futura, che inizierà a breve. Da quanto sentito, le generazioni passate hanno già avuto modo di partecipare a uno o due processi di cambio della valuta, per cui non vedo delle difficoltà. Mi preoccupa il fatto che i prezzi siano in costante aumento, fenomeno che non si fermerà di certo con l’introduzione della moneta unica ed è questa la cosa negativa che contraddistingue la transizione valutaria”.

Mia Kožul.
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

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