«Far risorgere Teatro Fenice con i fondi europei»

Proposta dei consiglieri di Azione dei giovani, Unione del Quarnero, Iva Rinčić e Maša Magzan dell’ex lista di Davor Štimac. Accolta con favore l’iniziativa della Regione volta a riscattare l’edificio con la metà dell’importo

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«Far risorgere Teatro Fenice con i fondi europei»
Potrebbero esserci buone speranze per Teatro Fenice. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

“Salutiamo l’iniziativa”, è il messaggio dei consiglieri di Azione dei giovani, Unione del Quarnero, nonché di Iva Rinčić e Maša Magzan, elette nel Consiglio cittadino con la lista di Davor Štimac, sciolta lo scorso anno. I consiglieri si sono rivolti ieri ai media all’ingresso di Teatro Fenice sul cui destino, prossimamente, potrebbero venire prese delle decisioni importanti.

Fu un gioiello di tecnologia nell’edilizia dell’epoca, un moderno teatro e quindi, per diversi decenni, il cinema delle prime visioni. Il nuovo ordinamento politico con il successivo passaggio all’economia di mercato, con la complicità delle leggi che lo hanno consentito, ha portato a una serie di privatizzazioni a dir poco discutibili. Non andiamo a cercare nei meandri degli ultimi trent’anni di storia, ma torniamo a stupirci di quanto possano essere assurde delle situazioni Com’è possibile che uno, al posto giusto nel momento giusto, possa diventare proprietario di un teatro, di un immobile inserito nell’elenco dei beni storici, architettonici e culturali? Oggi Teatro Fenice è un colosso di cemento armato, in discrete condizioni all’interno, fortemente provato dagli anni e dagli eventi meteo all’esterno, nonché oggetto di una procedura fallimentare. Qualcosa, però, negli ultimi mesi, si sta muovendo.
L’initiativa a cui abbiamo accennato sopra arriva dalla Regione litoraneo-montana, con l’impegno diretto del presidente Zlatko Komadina.
Iva Rinčić: “La Regione si è offerta di venire incontro alla Città di Fiume con 750.000 euro per riscattare l’immobile. A ciò hanno contribuito anche le opposizioni, che avevano posto la questione in diverse occasioni. In questo momento ci poniamo due domande. Questo edificio, inserito tra le priorità come monumento da preservare nel periodo tra il 2013 e il 2020, ha perso questo status? Si trova in pieno centro e oltre a ciò rischia di rappresentare un pericolo per l’incolumità dei cittadini. Quindi, perché la Città non si è mossa nel momento in cui la Sovrintendenza ai Beni culturali le ha dato la possibilità di assumere il ruolo di tutore provvisorio dell’immobile in quanto monumento storico? Avrebbe potuto provvedere a delle misure per tutelare questo edificio dal degrado a spese del proprietario. Allo stesso proprietario, pochi giorni fa, la Città ha condonato un debito di 17.000 euro realtivi all’affitto di locali commerciali in Corso”.

Puntare il dito contro i responsabili
Iva Rinčić ha concluso che questo non è il momento per puntare il dito contro i responsabili, ma di vedere cosa si possa fare per risolvere la questione, auspicando la rinascita di Teatro Fenice, nello spirito di quello che è il suo nome.
Maša Magzan ha centrato subito il tema, cioè la causa del problema: “È una questione di soldi. Il proprietario di maggioranza di questo stabile è una delle numerose aziende di cui è titolare Mirko Pavičić. Il problema è quello di assicurare i mezzi per riscattare l’edificio. La Regione ha offerto di partecipare con la metà dell’importo, con l’altra a carico della Città. Trattandosi di un palazzo trascurato da tanti anni, si pone la questione del suo restauro. Se escludiamo l’ipotesi di un nuovo indebitamento della Città, rimane quella reale di accedere ai finanziamenti europei nell’ambito del Programma di coesione e competitività per il periodo 2021-2027, attraverso il concorso aperto dal 6 dicembre scorso sotto la voce Restauro delle infrastrutture culturali, indirizzato proprio verso le strutture pubbliche. Si può disporre da 200.000 a 6 milioni di euro di mezzi a fondo perduto, coprendo fino all’85 per cento dei costi. C’è tempo fino alla fine di quest’anno per poter accedere ai fondi europei. Resta, comunque, il dubbio sulle capacità di concepire la gestione della struttura in futuro. Oggi siamo qui per offrire delle proposte costruttive”.

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