Casa Gaspar-Chnesich. Un intreccio di stili

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Casa Gaspar-Chnesich. Un intreccio di stili
Casa Gaspar-Chnesich dopo la ristrutturazione.... Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Tra il XVI e XVII secolo, la via più breve e diretta che collegava zona Grivica con piazza Duomo (lo spiazzo antistante la Chiesa dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, oggi pul Vele crikve) era quella che attraversava Calle San Modesto (oggi via Šporer), la quale, dal Seminario saliva verso il Castello e la Cattedrale di San Vito. Oggi, sul suo lato settentrionale, possiamo osservare che diverse case edificate in quel periodo, successivamente (negli anni ‘70 dello scorso secolo) sono state incorporate nell’architettura moderna in modo molto originale. In tale contesto, nel libro “Come leggere la città” (“Kako čitati grad”), la storica dell’arte e archeologa Radmila Matejčić, riporta che, nello specifico, due delle suddette palazzine sono state inglobate, secondo un progetto dell’architetto Igor Emili, nello stabile di nuova costruzione che ospita l’Istituto di progettazione edile GPZ (Građevno-projektni zavod), mentre altre due in quello in cui opera il Primo commissariato di Polizia, in base al progetto dell’urbanista Tomo Pilepić. Entrambi hanno rispettato nei minimi dettagli le caratteristiche architettoniche dei vecchi edifici, in modo da conservare le preziose testimonianze dell’architettura popolare dell’epoca, relative al nucleo storico cittadino.

Ideali quarnerini
Nella succitata epoca, spiega ancora la studiosa, l’architettura popolare partecipava alla strutturazione dell’ambiente della Cittavecchia. Le abitazioni erano allineate una accanto all’altra, costituite da un vano al pianoterra, adibito a ingresso oppure officina e, tramite una scala, esterna o interna (di legno o cemento), si saliva al primo piano. In tutto il capoluogo quarnerino, sia lungo le mura cittadine che nel cuore della città, le case patrizie si amalgamavano con quelle dei popolani. Per tale ragione, tramite le facciate delle stesse, i commercianti e gli artigiani fiumani cercavano di legittimare le loro posizioni sociali e lo stato patrimoniale. “Il fiumano è pratico, semplice e, alla fronte della sua casa, manca un po’ d’individualità, d’altronde, le abitazioni danno l’impressione di un’unità generale e gli infissi in pietra delle finestre e delle porte non interrompono il flusso di base. Osservandole da vicino si notano alcuni discreti ornamenti costituiti da dentelli, davanzali arrotondati, qualche profilatura più accentuata della cornice architravata, elementi lapidei del portone o la mensola a due ante sotto balcone. Veniva utilizzato tutto lo spazio: il pianoterra veniva adibito a negozi, officine o depositi e l’ingresso veniva ubicato dove risultava meno invadente. Nei magazzini domestici gli orafi vendevano grano e chiodi, i calzolai stoffa o farina di mais, i droghieri medicine e tinture. Si occupavano di tutto ciò che poteva portargli profitto”, leggiamo nel sunnominato scritto.
In tale contesto Petar Puhmajer (in “Alcune nuove vedute del centro storico di Fiume”), scrive che “nei tempi della ristrutturazione delle palazzine in Calle San Modesto sono state realizzate facciate in pseudo-stile con nuovi infissi in pietra delle porte e delle finestre, i quali si rifacevano alle case antiche o, laddove ciò non accadeva, sono stati inventati. Lo stesso approccio è stato applicato nella progettazione dell’edificio relativo all’Istituto di progettazione edile GPZ (risalente agli anni 1968-70), per cui l’architetto Emili è stato insignito del premio “Viktor Kovačić”, quale miglior realizzazione architettonica dell’ex Jugoslavia), costruito sul luogo delle abitazioni tardo barocche, come pure quello relativo alla stazione di Polizia (via Šporer 4), sorto sulle ceneri della casa rinascimentale dell’imprenditore, giudice, consigliere, “fondegaro” e amministratore del granaio cittadino a cavallo tra il XVI e XVII secolo, Gaspar-Chnesich. La stessa, afferma la storica dell’arte, in quanto riportante la datazione sull’architrave in pietra del portone – CASA. GASPAR – CHNESICH. F. F. A. MDLXXXVIII – risulta essere particolarmente importante per la storia dell’architettura fiumana. Oggidì, come accennato, la sua fronte si presenta incorporata nella palazzina in cui è sito il Commissariato di Polizia e rappresenta un prezioso gioiello storico all’interno del nuovo organismo. È ovvio, specifica altresì Matejčić, che già ai tempi di Gaspar-Chnesich le due case sono state fuse in una sola, per cui il testo della prima si leggeva quale edificio con il portone posto tra le due finestre e un balcone sullo stesso asse al secondo piano, mentre la seconda si avvaleva di un ingresso posto lateralmente, con al primo piano una nicchia centrale, corredata da una statua e uno stemma, il cui bordo, tutto eseguito in pietra massiccia, era posto a vista sotto l’intonaco. Inoltre, nella cantina di Casa Gaspar-Chnesic, è stata ritrovata, leggermente danneggiata, una capiente vasca in pietra per contenere l’olio, simbolo del benessere della famiglia.

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