Brajdica, il vicino che non vorremmo avere

Tribuna pubblica sul problema del baccano e dell’inquinamento luminoso

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Brajdica, il vicino che non vorremmo avere
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Di anno in anno il concessionario del terminal container AGTC stabilisce dei nuovi primati ed è prossimo ad accogliere delle portacontainer ancora più grandi di quelle che vi arrivano oggi. Per il Pil è una buona notizia, per l’occupazione pure, ma per chi ci vive accanto il terminal in Brajdica non è proprio il vicino di casa che vorremmo avere.
Nell’aula consiliare del municipio ieri è stata organizzata una tribuna pubblica sul tema del terminal e in particolare sull’inquinamento che produce, quello acustico, quello luminoso e quello atmosferico. L’incontro è stato organizzato dal Comitato di quartiere Centar-Sušak, quello geograficamente più vicino allo scalo, ma vi hanno partecipato i rappresentanti di quasi tutti i rioni della parte orientale della città. A introdurre i partecipanti alla tematica, una quarantina circa, è stato Vlado Mezak che fu, tra l’altro, direttore della Port Authority fiumana. Interessante il tema, ottimo l’approccio e convincente l’intervento introduttivo, ma è stato soltanto un incontro pomeridiano tra amici. Non vi sono stati interlocutori, né il sindaco Marko Filipović né il direttore attuale della Port Authority, Denis Vukorepa. Il primo si è scusato per impegni inderogabili, mentre il secondo ha inviato una breve comunicazione in cui sostiene che sia sulla questione del rumore che su quella dell’inquinamento luminoso si è provveduto o si sta provvedendo nel rispetto delle leggi in vigore. Azra Zubić Zec, presidente del Comitato di quartiere che ha organizzato il dibattito, ha descritto il problema, soprattutto quello legato al baccano, che interessa un’ampia zona della Città, e non da ieri: “I cittadini cercano da tempo di farsi sentire, ma non ci sono state soluzioni. Anzi, la situazione non fa che peggiorare. Si sta peggio nel territorio dei quartieri Centar-Sušak, Bulevard, Crimea, Pećine, ma anche a Vojak e a Tersatto. Ci si lamenta anche in Scoglietto e a Cosala”.
Vukorepa sostiene che il livello di baccano sia entro le norme, mentre l’illuminazione sarebbe indirizzata verso le aree di manipolazione e non verso quelle abitate. Le misurazioni vengono effettuate e, ufficialmente, non riscontrerebbero livelli superiori a quelli consentiti, quando parliamo di rumore, ma si tratta di rilevamenti che andrebbero aggiornati con le nuove norme. Mezak ha detto che ci sono delle soluzioni, dall’impiego di motori elettrici al posto di quelli diesel a un’automatizzazione del sistema di manipolazione dei container che renderebbe le operazioni meno rumorose. In ogni caso, è stata una bella occasione per tutti per lamentarsi pubblicamente, ma senza interlocutori non ci si può aspettare più di tanto.

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