ANGOLI CITTADINI Casa Sepich. La signora in rosso

0
ANGOLI CITTADINI Casa Sepich. La signora in rosso
Una foto recente di Casa Sepich, nel rione di Belvedere. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Passeggiando lungo il rione di Belvedere, nel quale è ancora possibile, qua e là, sentire parlare il nostro dialetto fiumano, tra i tanti bellissimi palazzi che trasudano storia, cultura e linguaggi architettonici, ce n’è uno che entra subito nell’occhio, soprattutto per il rivestimento in mattoni di colore rosso, che gli dona un tocco di originalità e personalità ed evoca calore, decoro, prestigio e comfort. Lo stesso porta la sigla del prolifico architetto e politico lauranese che operò a Fiume nella prima metà del XX secolo, Giovanni Rubinich (dalla sorte poco felice), il quale, insieme a Emilio Ambrosini, Venceslao Celligoi, Giuseppe Farcas e Francesco Mattiassi contribuì a lasciare un’elegante e sinuosa impronta Liberty, tradotta in svariate costruzioni di grande impatto. Tra i suoi progetti più rappresentativi sono lo stabile Braun-Birò (in via Verdi), la Casa Sirius in cui si trovava la sede della Loggia Massonica (via Dežman), la Villa Hauszner-Rosenthal (via Laginja) e tutta una miriade di altre realizzazoni.

Una grande sfida
In merito alla succitata casa, nello scritto “Giovanni Rubinich”, Deborah Pustišek Antić riporta che, agli inizi di febbraio del 1910, una certa Giacomina Sepich firmò l’accettazione del progetto concluso relativo alla stessa e che, nella seconda metà di aprile venne approvato anche dall’Ufficio Tecnico e dall’Amministrazione cittadina. Inoltre, spiega ancora l’autrice, sui disegni progettuali conservati è visibile il timbro dell’“Impresa Costruzioni U. Clauti e F Superina” di Fiume, impegnata nell’esecuzione dei lavori edili, nonché le firme di Rinaldo Hanke, in qualità di sovrintendente ai lavori e di Giovanni Rubinich, in qualità di architetto. Da rilevare, però, che l’edificio residenziale-commerciale a tre piani non è stato realizzato in base al succitato prospetto, bensì secondo un altro steso dall’architetto nel maggio dell’anno successivo. Originariamente, era previsto l’innalzamento di una palazzina angolare, corredata da dieci assi di finestre e un erker (finestra a golfo) sulla facciata principale, orientata verso sud. Sopra i negozi, siti nel pianterreno, erano previsti dei piani ad uso abitativo, ognuno con due appartamenti e ambienti bipartiti, ai quali si sarebbe arrivati tramite una scalinata interna, larga, rettangolare e in stile storicistico, ubicata lungo il muro settentrionale dello stabile. Per ciò che concerne gli interni, Rubinich li immaginò impreziositi da sofisticati elementi d’arredo, per cui si presume che gli appartamenti fossero destinati ad acquirenti benestanti. A detta di Pustišek Antić, è un vero peccato che, a un certo punto, si sia rinunciato al primo progetto, il quale proponeva una facciata innovativa e molto originale, che a prima vista dava l’impressione di vedere non uno, ma due case adiacenti, il che non caratterizzò il nuovo disegno. Ciò che invece lo contrassegnava, era un’elegante erker marginale, dalla decorazione a motivi geometrici, non troppo generosa, ma plastica, dall’orientamento di una parte del fronte a sud nel corpus dell’edificio e da una generale armonia.

Brillanti soluzioni architettoniche
L’odierna casa Sepich si differenzia in parte pure dal progetto del 1911. Infatti, minuscole incongruenze sono evidenti nell’aspetto della severamente simmetrica facciata principale, nello specifico nel numero e nella disposizione dei balconi, i quali ora risultano essere sei marginali e uno centrale, ovvero due in più rispetto al previsto. È anche osservabile che, durante o prima della costruzione, si rinunciò anche a quello situato sull’estremo ciglio del palazzo, all’altezza del terzo piano, e che sul progetto conservato risulta cancellato. Secondo il piano, la modesta decorazione geometrica fu realizzata solo nell’ambito delle cornici delle finestre, mentre un ricercato apporto all’estetica generale è dato soprattutto dal mattone rosso usato per il fronte. Da rilevare, ancora, che le facciate sono sormontate da tre parti da un’ampia pensilina. Dal volume di Pustišek Antić veniamo a sapere che la progettazione della casa Sepich, considerato che doveva venire costruita su un lotto di terreno a forma triangolare, situato su un incrocio di vie, ma anche adattata alle abitazioni vicine, tenendo conto dei desideri e delle richieste della committente, ha dovuto avere rappresentato una significativa sfida per Rubinich. Una di esse riguardava la polifunzionalità dell’edificio, che il bravo urbanista rispettò sistemando l’area commerciale al pianoterra, estendendola fino al seminterrato nella parte nord e separandola visualmente sul fronte della palazzina da quella residenziale con una semplice superficie a bugnato. Ai monolocali orientati a nord e a quelli più grandi, con orientamento a sud-est, si accede dal corridoio principale verticale rispetto alla gradinata, mentre per gli appartamenti a sud-ovest sono stati costruiti dei ponticelli d’accesso nell’ambito del cortile interno. Nonostante le differenze di grandezza, la maggior parte degli appartamenti si avvale, oltre che dei servizi, pure del bagno. Infine, gran parte dell’ultimo, sesto, piano è stata sfruttata in qualità di magazzino, mentre una parte minore è costituita da una terrazza.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display