Traghetto Giuseppe Franza. Un intrigo internazionale

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Traghetto Giuseppe Franza. Un intrigo internazionale

La vicenda del traghetto Giuseppe Franza, di proprietà della società di navigazione Caronte&Tourist S.p.A., con sede a Messina, sta assumendo sempre più i contorni di un intrigo internazionale, che rischia anche di provocare qualche tensione nei rapporti tra Croazia e Italia. La nave era giunta a Fiume nella mattinata di sabato, ma è rimasta in rada dopo che le era stato negato il permesso di ormeggio nel porto. Nel pomeriggio di domenica questo le era stato accordato in seguito alle proibitive condizioni meteomarine dovute al maltempo che imperversava nel Quarnero. Al momento il ferry si trova ormeggiato sul Molo Orlando, di fronte ai Silos, in attesa che si sblocchi la situazione in merito alla linea stagionale Fiume-Faresina (Porozina), che sarebbe dovuta essere operativa dal 15 luglio al 15 settembre. Il problema è che ad oggi la società non ha ancora ottenuto tutti i permessi e le licenze necessarie al mantenimento della tratta, cosa che ci ha confermato la direttrice dell’Agenzia per il traffico marittimo costiero (AOLPP), Paula Vidović.

Comportamento irresponsabile

“Quando la società in questione ci aveva chiesto la disponibilità per l’introduzione di questa linea, noi abbiamo dato la nostra autorizzazione, ma si tratta di un’autorizzazione condizionata la quale implica determinati permessi che vanno tassativamente accordati, altrimenti è impossibile procedere alla firma del contratto e quindi all’introduzione della linea – spiega la direttrice –. La Caronte ne era perfettamente a conoscenza, ma nonostante ciò sono comunque giunti a Fiume pretendendo di sistemare il tutto in pochi giorni, il che è ovviamente impossibile. Sia chiaro, ogni compagnia può tranquillamente mandare le proprie navi dove vuole all’interno dell’UE, ma farlo così allo sbaraglio ritengo sia stato un comportamento irresponsabile. Come si svilupperà ora la vicenda? Non lo so, staremo a vedere”.
Alcuni media avevano inoltre riportato la notizia che per sbloccare la vicenda, l’armatore siciliano avrebbe chiesto l’intervento del governo italiano. “Non ci risulta. Noi non siamo mai stati interpellati dal governo italiano”, precisa la Vidović.

Silenzio stampa

Abbiamo quindi contattato una nostra fonte vicina alla compagnia per sentire le motivazioni dell’altra parte. “La compagnia è in silenzio stampa – ci spiega la nostra fonte, che però è voluta rimanere anonima –. Lo scorso 10 maggio l’AOLPP aveva concesso l’autorizzazione per la linea Fiume-Faresina, il che naturalmente implicava il consenso delle Autorità portuali di Fiume e di Cherso sugli orari del collegamento, del Ministero del Mare per il cabotaggio e della Capitaneria di porto, che ha il compito effettuare le dovute verifiche sulla nave affinché soddisfi i necessari criteri di navigazione. Un mese fa la società aveva inoltrato alle Autorità portuali di Fiume e di Cherso tutta la documentazione relativa agli orari, che prevedono tre collegamenti giornalieri, ma questi non hanno mai risposto. Dal momento che la Caronte non può attendere in eterno, si è deciso di inviare la nave a Fiume”.

Pressioni della Jadrolinija?

Stando alle sue parole, la Giuseppe Franza rimarrà qui a oltranza. “Entro la fine di questa settimana il Ministero dovrebbe rilasciare il permesso di cabotaggio e a quel punto anche le Autorità portuali di Fiume e di Cherso dovrebbero fare altrettanto, anche se ciò è tutt’altro che scontato visto che – afferma la nostra fonte –, entrambe sono soggette a pressioni da parte della Jadrolinija, perché è chiaro che la Caronte andrebbe a fare concorrenza a quest’ultima. Se questo atteggiamento di ostruzione dovesse proseguire, è molto probabile che la Caronte decida di denunciare la Croazia alla Commissione europea per il mancato rispetto della libertà di mercato nel settore marittimo”.
Abbiamo infine interpellato l’Autorità portuale di Fiume, dalla quale però ci è arrivato un lapidario “No comment”, mentre invece le nostre telefonate a quella di Cherso non hanno avuto alcuna risposta.
Insomma, il mistero s’infittisce e la sensazione è che la vicenda si trascinerà ancora a lungo.

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