ANGOLI CITTADINI La spiaggia cittadina Delta, una chimera industriale

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ANGOLI CITTADINI La spiaggia cittadina Delta, una chimera industriale
Una panoramica di come si presentava la zona nel 1926. Foto: Ornella Sciucca

Nella metà degli anni ‘20 dello scorso secolo, all’epoca in cui si lavorava intensamente alla creazione dell’immagine turistica della Città di Sušak e alla sua promozione, considerati i falliti tentativi precedenti di realizzare una spiaggia pubblica nella zona di Pećine, s’iniziò a ripensare alla ricreazione balneare dei residenti. Da quanto riportato nel manuale “Il patrimonio quarnerino balneare” di Mirjana Kos e Julija Lozzi Brajković, neanche in quell’occasione le cose proseguirono in modo liscio tanto che, a un certo punto, i piani per l’innalzamento dell’immaginato stabilimento furono nuovamente interrotti in Brajdica, nel punto in cui il terrapieno della Fiumara svoltava in direzione del porto. dove nel 1926 sorse finalmente la nuova struttura pubblica. La stessa, il cui progetto risaliva al 1925, doveva presentarsi “di bell’aspetto e dagli interni raffinati”. A detta dall’articolo intitolato “La costruzione della nuova spiaggia cittadina”, pubblicato sul quotidiano “Sušački novi list”, in città si sentiva ottimisticamente dire che “gli abitanti di Sušak si ammolleranno ancora per pochissimo tempo nella miscela di benzina e catrame delle piccole piscine dello Strauss”. Bastava resistere soltanto ancora un’altra estate in quelle condizioni e attendere il consenso finale dell’amministrazione delle Ferrovie dello Stato di Zagabria per la sua edificazione nella zona prevista. Inoltre, rilevano ancora le autrici, in quell’occasione la succitata società cedette al Comune anche il terreno indispensabile per la sistemazione e l’abbellimento del parco d’ingresso.

Una robusta struttura in legno
La struttura in legno, lunga 67 metri e attrezzata con 110 cabine (52 per le donne e 56 per gli uomini), progettata dall’ingegnere Zlatko Prikril, direttore dell’Ufficio edile, venne realizzata dalla ditta “Ferobeton” di Sušak, scelta durante una riunione del Comitato esecutivo cittadino nel febbraio del 1926. In quel periodo si diede altresì inizio ai lavori e l’avvenimento fu seguito dalla libreria “Banić”, nella cui vetrina venne allestita una mostra degli abbozzi relativi allo stabilimento balneare, il quale doveva venir collocato direttamente sulle fondamenta di cemento armato. Trattandosi, però, dell’ampliamento dei tradizionali edifici balneari, caratterizzati da un corpo centrale accentuato da un frontone coperto da un tetto a quattro spioventi, dal quale si sviluppavano lateralmente le ali con le cabine fino alle estensioni secondarie, dal punto di vista urbanistico-edilizio il progetto non rappresentò nulla di nuovo. Inoltre, davanti alla struttura, vennero realizzate svariate piattaforme prendisole in cemento, si allestì una spiaggetta per i non nuotatori e le imbarcazioni, s’innalzò un robusto frangiflutti per proteggerla dalla forza dello scirocco e, novità assoluta, vi venne collocata una pedana di lancio per gli sportivi. Al fine di creare un’ambientazione che ricordasse le zone da passeggio e offrisse un’esperienza rilassante, l’accesso allo stabilimento venne tutto alberato. In tale contesto, all’inizio della stagione estiva, la spiaggia cittadina Delta aprì le sue porte ai tantissimi bagnanti, senza prevedere, nell’atmosfera d’entusiasmo generale, la perenne problematica dell’inquinamento del mare in quella zona, nonostante l’esistenza di programmi di pulizia del letto della Fiumara. Ulteriormente, la caffetteria del complesso fu affidata ad alcuni imprenditori dell’Associazione degli albergatori di Sušak, il che ben presto si rivelò un errore poiché non si dimostrarono all’altezza della funzione e dell’aspetto della struttura. La stampa quotidiana, infatti, criticò duramente gli interni della stessa definendo i mobili “obbrobriosi e primitivi” in relazione al milieu generalmente piacevole.

Offerte variegate e vantaggiose
Dalle pagine dello scritto di Kos e Lozzi Barković si viene a sapere che lo stabilimento vantava altresì un moderno negozio di barbiere e parrucchiere, una tabaccheria, una biglietteria e una lavanderia, in cui si potevano affittare lenzuola e costumi da bagno a prezzi molto più modici rispetto agli altri siti nella zona di Pećine. Infine, ciò che veniva particolarmente apprezzato dai cittadini era il non dover più camminare “per più di mezz’ora” prima di accedere al mare. Ben presto, però, il descritto “idillio” fu distrutto dalla discutibile regolazione della Fiumara e dall’accumulo di rifiuti di carbone bruciato e detriti nel suo estuario, il che rese difficoltosa l’entrata dell’acqua nel mare e, di conseguenza, la possibilità di fare il bagno. Così, poco prima dell’inizio del Secondo conflitto mondiale, la spiaggia venne chiusa. Ne venne abbattuta la struttura in legno, per essere sostituita da una in cemento. A seguire, nonostante fosse ubicata in un’area portuale e industriale, rimase a lungo un luogo di incontri dei fiumani e sede di numerosi eventi sportivi, noto a tutti in città con il nome di “Gradsko”.

L’area come si presenta oggi.
Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

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