ANGOLI CITTADINI Casa Superina, una palazzina residenziale d’autore

0
ANGOLI CITTADINI Casa Superina, una palazzina residenziale d’autore
Foto: RONI BRMALJ

Rimanendo in tema di palazzine plurifamiliari progettate ed edificate dal noto architetto Enea Perugini lungo via Valscurigne (oggi via Primo maggio), oltre a quella già ampiamente raccontata in uno degli appuntamenti precedenti (ubicata ai civici 3 e 5), è da rilevare anche l’anomalo edificio al civico 30, innalzato su commissione del noto imprenditore edile Giovanni Superina, per il quale avevano lavorato a suo tempo sia Perugini sia il suo collega Giulio Duimich. In tale contesto, nel marzo del 1935 Superina presentò domanda di demolizione e ricostruzione della palazzina che vi era sita in precedenza, i cui lavori sarebbero stati eseguiti dalla sua impresa, mentre la direzione del cantiere sarebbe stata affidata a Enea Perugini. Un mese più tardi giunse la risposta positiva, con ciò che lo stabile andava realizzato secondo il progetto dell’architetto. Il primo schizzo, sul quale si trova il timbro dell’Ufficio tecnico municipale, prevedeva l’erezione di uno stretto e alto condominio di cinque piani con un angolo curvo sporgente a forma di torre, il cui inarcamento è seguito a ogni piano da una serie di finestre a nastro. Come elemento d’equilibrio allo stesso, dall’altra parte si ripetono su ogni piano dei corti balconi piegati verso il centro. Il permesso di costruzione fu rilasciato il 15 aprile 1935, ma l’edificio ottenne il certificato di abitabilità appena il 25 novembre 1936.

I progetti
Nel frattempo erano stati realizzati altri due progetti, i quali non cambiavano sostanzialmente i rapporti di spazio, determinati dalla forma stretta dello stabile interpolato all’interno di una serie di case. L’unico problema riguardo alla distribuzione degli ambienti interni era rappresentato dall’impossibilità di collocare le aperture sui muri laterali a causa delle case vicine. Risulta molto interessante che entrambi i progetti trattano alcune nuove soluzioni del prospetto stradale. Il secondo offre una versione più piatta del corpo rotondo, che mediante lunghi balconi è collegato all’intera facciata. La marcata linea orizzontale dei balconi accorcia almeno dall’aspetto visivo l’altezza eccessiva della casa. Il terzo progetto, quello più vicino all’aspetto definitivo, mantiene sul primo, secondo e terzo piano la versione piatta del corpo sporgente, con ciò che al terzo piano va perso il lungo balcone. Sui piani seguenti ritorna la torre rotonda, ma l’edificio cresce di ancora un piano rientrante nel corpo della struttura sul prospetto principale. Giovanni Superina aveva evidentemente venduto gli alloggi durante l’edificazione, perché più tardi nella sua corrispondenza con la commissione tecnica compaiono come proprietari Yvone Clerici, Elda Belasich e Maria Kolmann Duimich (moglie di Giulio Duimich). Il proprietario della maggior parte dell’edificio dopo Giovanni Superina è Yvone Clerici. Nel seguito della documentazione non si menziona più Enea Perugini, ma compare il nome di Giulio Duimich, cosicché queste nuove versioni del prospetto possono essere attribuite a lui. Duimich aveva sempre unito con successo le varie forme e le parti della struttura in un armonico insieme e ciò è visibile anche in questo caso. Oggi lo stabile è ancor sempre in buono stato, cosicché possiamo affermare che il lavoro di Perugini e Duimich si sia inserito validamente nel blocco di caseggiati e nello spazio viario.

Ottimo inserimento urbano
La fila di edifici, prevalentemente in una versione semplificata di storicismo e secessione, occupa solo un versante della ripida e sinuosa strada, mentre l’altra, rivolta verso alla valle che un tempo era percorsa da un torrente dal quale ha ottenuto l’odierno nome di Potok, è libera. Tutti gli altri edifici di questa linea sono più bassi di uno o due piani rispetto al nuovo stabile il quale, così stretto, sembra ancora più alto. Il corpo rotondo della torre è appiattito ai primi due piani ed è unito all’intero prospetto con il lungo balcone. Sui piani seguenti la torre ha ottenuto dei balconcini nella parte rivolta verso il centro del prospetto, come una specie di piccolo allargamento di questo stretto corpo. In questo modo è stato ammorbidito il passaggio tra il centro piatto della facciata e la parte molto curva dell’edificio. L’intero rapporto è divenuto più naturale e armonico. Il prospetto principale è rivolto a occidente, con ciò che l’elemento curvo lo unisce con parte della facciata meridionale, consentendo l’insolazione degli interni durante tutta la giornata. Tra l’altro, come già accennato, nonostante la sua altezza, la palazzina si è ottimamente inserita nella schiera di case e nell’ambiente e risulta di grande effetto da qualsiasi punto la si guardi, sia da via Primo maggio che dalla zona bassa di Potok.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display