3 maggio. Obersnel: «Con la battaglia di Fiume giusti confini in questa area dell’Europa»

Solenne cerimonia per celebrare il 78° anniversario dalla liberazione della città

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3 maggio. Obersnel: «Con la battaglia di Fiume giusti confini in questa area dell’Europa»
Vojko Obersnel depone una corona di fiori al cimitero di Cosala. Foto Roni Brmalj

Il 3 maggio del 1945 il 97° corpo dell’esercito della Wehrmacht si ritirava da Fiume e nella città devastata dalla ferocia nazista faceva il proprio ingresso la IVª Armata del neo formato esercito partigiano. L’importante anniversario è stato celebrato oggi, mercoledì 3 maggio, nel Salone dei marmi del Palazzo del Governo, in presenza del sindaco del capoluogo quarnerino, Marko Filipović, del presidente dell’Associazione dei combattenti antifascisti e degli antifascisti di Fiume (UABA), Vojko Obersnel, degli esponenti della Regione litoraneo-montana, della Questura e dell’Esercito croato, dell’Arcidiocesi fiumana, nonché dei rappresentanti parlamentari, accademici, della vita socio-politica della città e delle associazioni degli ex combattenti della Guerra patriottica. Ospiti d’onore due ex combattenti appartenenti alle forze partigiane, ancora in vita, Josip Tatalović e Mladen Lolić.

“Fiume è una città libera come lo sono i suoi cittadini, non a caso il suo nome allude all’acqua, inarrestabile e indipendente, seppur nel corso dei secoli e della sua travagliata storia ha fatto parte di numerosi stati che hanno desiderato di impossessarsi di questa bellezza sulle sponde del Quarnero. Ma la domanda che ci poniamo è come sarebbe Fiume senza questa vittoria? Per questo celebriamo questo anniversario, per l’importanza che la nostra città ha ricoperto nell’ex Jugoslavia e che ricopre attualmente, nella Croazia libera. La battaglia per Fiume ha cambiato il corso della storia e portato giusti confini in questa area dell’Europa – ha dichiarato Vojko Obersnel continuando che – se ‘la storia è maestra di vita’ allora dobbiamo capire che l’antifascismo si basa sulle basi della tolleranza, dell’amicizia, del cameratismo, della collegialità, della fratellanza tra le diversità e per questo va curato e insegnato alle giovani generazioni”.

 

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