Schengen sospeso. Tornano i controlli al confine italo-sloveno e sloveno-croato

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Schengen sospeso. Tornano i controlli al confine italo-sloveno e sloveno-croato
Il valico di confine croato-sloveno di Pasjak, alle spalle di FIume. Foto Goran Žiković

A poco più di dieci mesi dall’ingresso nello Spazio Schengen, la Croazia si vede richiudere i confini verso la Slovenia. Secondo informazioni ufficiose, il governo di Lubiana deciderà domani, giovedì 19 ottobre, di reintrodurre i controlli alle frontiere con la Croazia e l’Ungheria e informerà in merito la Commissione europea. Le ragioni sono la prevenzione del terrorismo e del crimine organizzato, nonché i cambiamenti nelle condizioni di sicurezza in Europa e nel Medio Oriente.

Le misure, come riportato dai media sloveni, dovrebbero durare almeno due mesi.

La mossa della Slovenia arriva dopo che l’Italia ha preso oggi, mercoledì 18 ottobre, la stessa decisione nei suoi confronti. Il ministro dell’Interno sloveno Boštjan Poklukar è stato informato dal suo omologo italiano Matteo Piantedosi che l’Italia ha deciso di attuare controlli temporanei alle frontiere con la Slovenia a causa del cambiamento della situazione in Europa e nel Medio Oriente. Lo riporta l’agenzia di stampa slovena Sta, notizia confermata poi da Palazzo Chigi. Obiettivo della misura, come ha spiegato Piantedosi a Poklukar, è la “prevenzione del terrorismo e della criminalità organizzata”, si legge in un comunicato del ministro dell’Interno sloveno.

Di fatto si tratta di una sospensione del trattato di Schengen. Voluta da Giorgia Meloni in persona. Secondo l’Adnkronos ci sarebbe proprio la presidente del Consiglio, dietro la scelta di ripristinare i controlli. Meloni teme che il terrorismo jihadista colpisca anche l’Italia, finora rimasta indenne. Da qui la messa in guardia degli altri leader, ieri durante il Consiglio europeo, sui rischi legati all’immigrazione “di massa” che la premier intende arginare senza “tentennamenti né titubanze”. Da qui la decisione di reintrodurre i controlli dal 21 ottobre, per 10 giorni che saranno però prorogabili fin quando ce ne sarà bisogno.

Il governo italiano, si legge nella nota di Palazzo Chigi, ha comunicato la decisione “alla vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas, al commissario europeo agli Affari interni Ylva Johansson, alla presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, al segretario generale del Consiglio dell’Unione europea Thérèse Blanchet e ai ministri dell’Interno degli Stati membri Ue e dei Paesi associati Schengen”.

“L’intensificarsi dei focolai di crisi ai confini dell’Europa, in particolare dopo l’attacco condotto nei confronti di Israele – viene spiegato nella nota del governo di Roma -, ha infatti aumentato il livello di minaccia di azioni violente anche all’interno dell’Unione. Un quadro ulteriormente aggravato dalla costante pressione migratoria cui l’Italia è soggetta, via mare e via terra (140 mila arrivi sulle coste italiane, +85% rispetto al 2022). Nella sola regione del Friuli Venezia Giulia, dall’inizio dell’anno, sono state individuate 16 mila persone entrate irregolarmente sul territorio nazionale”.

Le modalità di controllo

“Le modalità di controllo saranno attuate in modo da garantire la proporzionalità della misura, adattate alla minaccia e calibrate per causare il minor impatto possibile sulla circolazione transfrontaliera e sul traffico merci. Ulteriori sviluppi della situazione ed efficacia delle misure verranno analizzati costantemente, nell’auspicio di un rapido ritorno alla piena libera circolazione”, conclude il comunicato di Palazzo Chigi.

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