Pola. Stoia, rinnovo e valorizzazione

Il sindaco di Pola, Filip Zoričić, ha diffuso su Facebook i rendering del progetto dello stabilimento balneare, che in realtà nella sua versione originale risale a cinque anni fa. Dagli iniziali due milioni di euro l’opera verrà ora a costare fino a 5 milioni di euro

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Pola. Stoia, rinnovo e valorizzazione
Stoia in futuro: il rendering dello stabilimento balneare. Foto Filip Zoričić/Facebook

Al termine di un percorso lungo quasi un decennio, ecco che per Stoia l’attesa finisce qui. Da Capodanno in avanti, quella dello stabilimento balneare sarà una strada di sola discesa. Il progetto non è nuovo, anzi, si deve ancora alla passata amministrazione comunale che però non ha trovato i mezzi (o la volontà, o entrambi) di realizzare quello che aveva reputato necessario fare in linea di principio. Ma quello che Pola non ha potuto fare da sola, lo farà adesso con la partecipazione dell’Unione Europea e precisamente col soccorso del suo strumento di Investimenti territoriali integrati (ITI o ITU nell’acronimo croato). L’EU ha trovato infatti vantaggioso sostenere il recupero del bagno pubblico per due motivi essenziali: in primo luogo perché si tratta di un bene culturale della massima importanza da salvare assolutamente da un ulteriore degrado e in secondo luogo, perché l’investimento gioverà di riflesso al successivo sviluppo urbanistico, economico e sociale della città per effetto moltiplicatore.

Spese alle… stelle

Il sindaco di Pola Filp Zoričić ha diffuso su Facebook le immagini renderizzate del progetto che in realtà nella sua versione originale risale a cinque anni fa. In questi ultimi due anni è stato aggiornato alla luce delle necessità e delle spese attuali, che con l’inflazione sono schizzate alle stelle. Dagli iniziali due milioni di euro l’opera verrà ora a costare fino a 5 milioni di euro, a significare che i prezzi in campo edilizio sono letteralmente raddoppiati nel giro di pochi anni. In compenso, il progetto aggiornato non ha tralasciato di ristrutturare e nobilitare nessuno degli elementi architettonici e paesaggistici dello stabilimento in senso lato. Dopo gli interventi parziali (palliativi) di restauro della “prua della nave”, del molo e del solarium, realizzati negli anni un passo alla volta per evitare che tutto crolli e finisca in brandelli o in polvere, ora il recupero sarà totale e includerà le cento e passa cabine, la struttura centrale, le strutture demaniali, le strutture accessorie, la “rotonda”, i locali da affittare come il bar e il ristorante, la pineta, l’entrata, le recinzioni, i parcheggi, la strada, i vialetti, il parco giochi, insomma, tutto.

Il viale della pineta con il parcheggio. Foto Filip Zoričić/Facebook

Lavori in marzo

A quanto l’inizio dei lavori? Il vicesindaco in quota CNI Bruno Cergnul ha seguito il progetto dal primo giorno e a questo punto dichiara che ormai manca pochissimo. In pratica solo i bandi per l’appalto, il direttore dei lavori e il direttore di cantiere. Si tratta di tre appalti distinti che si spera di realizzare nel giro di un mese e mezzo a partire da Capodanno, sempre che non ci siano dei ricorsi o vizi di procedura che potrebbero allungare il percorso. Ammesso dunque che tutto vada per il meglio, l’opera sarà cantierata tra febbraio e marzo. “Il nostro intento è quello di iniziare quanto prima con i lavori più invadenti, in modo da arrivare all’estate con tutte le infrastrutture sotto terra completate: acqua, luce, gas e fognatura. Se questo fosse possibile, in estate si potrebbero svolgere i lavori che danno meno fastidio, quelli che non disturbano l’udito, per intenderci, per esempio il restauro delle cabine e dei locali interni. Il vicino campeggio non dovrebbe risentirne e anche i nostri bagnanti potrebbero tornare a frequentare il bagno, badando a evitare le zone d’intervento”, ha dichiarato ieri il vicesindaco, precisando che la durata prevista per il restauro completo è di un anno e mezzo, per cui lo stabilimento balneare non sarà fruibile appieno se non nella seconda metà del 2025.

Il solarium ristrutturato in primavera. Foto Daria Deghenghi

Non un peso, ma una risorsa

Sul fatto che i costi dell’opera siano volati alle stelle, partendo da 2 milioni e sforando i 5 milioni di euro, il vicesindaco c’invita a rivalutare l’intera faccenda cambiando prospettiva: “Stoia è stata sempre considerata come un peso per l’amministrazione municipale mentre è nostra convinzione che bisogna cominciare a trattarla come una risorsa. La volta che saranno ristrutturate e valorizzate, queste strutture potranno rendere molto più di quello che si sono prese sia in termini economici, che sociali e culturali. Il bar, il ristorante, la rotonda attrezzata come palcoscenico estivo possono ospitare eventi, spettacoli, incontri e raduni, possono lavorare tutto l’anno e non solo in estate e possono guadagnare quello che mai finora è stato possibile guadagnare. In altri termini, il restauro dovrà essere un punto di partenza e non un punto d’arrivo”, ha concluso il vicesindaco. Sperando che tutte le sue speranze si avverino, aspettiamo l’anno che verrà e l’inizio degli interventi di recupero.

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