Pola. Rimossa mina della Seconda guerra mondiale

L’ordigno esplosivo lungo 2,30 metri e pesante 737 chilogrammi, conteneva un carico esplosivo di 535 chilogrammi

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Pola. Rimossa mina della Seconda guerra mondiale
La mina caricata sul camion. Photo: Sasa Miljevic/PIXSELL

Oggi (29 ottobre) a cominciare dalle 6 in punto, Pola ha dovuto fare i conti con un ulteriore residuato bellico della Seconda guerra mondiale. La tranquillità del porto è stata interrotta dalle delicate operazioni d’estrazione della mina cilindrica sottomarina, trovata mesi fa sul fondale a Vallelunga. Qui è stata neutralizzata e successivamente trasportata fino all’area pianeggiante di Marlera, per venire definitivamente distrutta. L’intera operazione, svolta con massima prudenza e in condizioni di piena sicurezza, è stata condotta da un maxi spiegamento di forze costituito da sommozzatori artificieri dell’Unità d’intervento della Questura di Pola, coadiuvati da esperti dei Reparti antiesplosivi regionali di Fiume, delle unità speciali di Polizia di Spalato, compresi gli agenti della Polizia marittima polese e altre unità della Questura istriana. Come confermato dal coordinatore delle operazioni di bonifica, Danijel Petrinjak, l’ordigno estratto dal mare è una mina lunga 2,30 metri, con 53 centimetri di diametro, pesante 737 chilogrammi contenente un carico esplosivo di 535 chilogrammi. Il medesimo esperto ha confermato che le operazioni di recupero sono state piuttosto delicate e complicate dal fatto che l’ordigno risultava sommerso da fanghi melmosi. Una buona pianificazione e una manovra basata su una strategia tattile nel buio del fondale, ha fatto sì di procedere senza troppi problemi di sorta. Dopo i preparativi iniziati alle 6, l’intera operazione si è conclusa nell’arco di un’ora e mezza, quando la mina è stata caricata sul camion.
Quella compiuta è stata un’azione necessaria per eliminare un pericolo subdolo e ancora oggi presente in diversi mari, che nel caso nostro era rappresentato da una mina senza propulsione a forma di torpedine, che stando agli esperti poteva essere lanciata da navi o da sommergibili. Stando ai pareri, dopo più o meno 80 anni di posizionamento in fondo al mare, non avrebbe forse rappresentato un reale pericolo, ma si ritiene anche che nessuno sarebbe stato davvero in grado di escluderne la pericolosità.
Ricorderemo che il ritrovamento dell’ordigno risale allo scorso giugno, quand’era stato casualmente agganciato dall’ancora di un natante.

Photo: Sasa Miljevic/PIXSELL
L’operazione a Vallelunga. Photo: Sasa Miljevic/PIXSELL

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