Italia. Decreto lavoro 2023, via libera del Cdm: le misure

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Italia. Decreto lavoro 2023, via libera del Cdm: le misure

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto lavoro 2023. La riunione è partita con un ritardo di mezz’ora ed è durata circa un’ora e venti minuti.

Il decreto lavoro “è stato approvato, con importanti interventi a sostegno delle famiglie”, ha detto il ministro del Lavoro Marina Calderone dopo la riunione. ”Per quanto riguarda i contratti a termine, quello che ho letto non è quello che troverete all’interno della norma perché l’obiettivo non era certo quello di rendere più precario l’utilizzo di questi strumenti ma di rendere più agevole l’interpretazione di una norma che in questo momento ha delle difficolta applicative”, ha aggiunto rispondendo alle domande dei cronisti nel piazzale antistante Palazzo Chigi. Al termine della riunione, non è stata prevista una conferenza stampa col premier e i ministri più interessati, al contrario delle attese della vigilia.

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”Credo che sia un intervento che abbia veramente un ampio respiro e dia risposte su tanti fronti e che, soprattutto, delinei un percorso che deve consentirci di accompagnare chi, in questo momento, ha bisogno di lavorare ma anche voglia di lavorare”, ha detto ancora Calderone riferendosi al provvedimento.

Il decreto legge lavoro contiene l’assegno di inclusione, mirato per le famiglie con ”fragili, over 60, persone con disabilità o nuclei che hanno al loro interno i minorenni’, ha spiegato evidenziando che, ”ci sono tanti interventi sul fronte sicurezza sul lavoro e, quindi, anche l’intensificazione dei controlli per gestire in modo più appropriato quelle che sono le evidenze in materia di sicurezza sul lavoro. I nostri non sono interventi spot, c’è dietro una visione che poi si concretizzerà e si scaricherà a terra” perchè questo ”è un governo di legislatura”.

GOVERNO-SINDACATI – Il decreto è stato illustrato ieri ai sindacati. “La priorità del governo comunque è alleggerire la pressione fiscale sul costo del lavoro”, le parole di Meloni. “Abbiamo fatto una discussione a voce, perché non ci è stato consegnato alcun testo. Quindi in realtà non conosciamo i provvedimenti nel dettaglio e, come è noto, quando si parla di mercato del lavoro, di salute e sicurezza contano anche le virgole, come le scrivi e come le metti”, le parole del segretario della Cgil, Maurizio Landini, dopo il vertice.

LA BOZZA DEL DECRETO – Secondo quanto prevede la bozza del decreto lavoro 2023, il governo non tasserà i fringe benefit fino a 3.000 euro per i lavoratori con figli. Il provvedimento contiene un articolo ‘Misure fiscali per il welfare aziendale’ con cui si stabilisce che ”limitatamente al periodo d’imposta 2023, in deroga a quanto previsto” dal Testo unico delle imposte sui redditi ”non concorrono a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti con figli a carico, nonché le somme erogate o rimborsate ai medesimi dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale entro il limite complessivo di euro 3.000”. La spesa è stimata in 142 milioni di euro nel 2023 e 12 milioni per il 2024.

”Al fine di sostenere le famiglie e facilitare la conciliazione fra vita privata e lavoro, è istituito” un fondo con una dotazione di 60 milioni di euro per l’anno 2023, come prevede la bozza. Con l’articolo ‘Istituzione di un Fondo per le attività socioeducative a favore dei minori’, il provvedimento stanzia delle risorse per ”le attività socio-educative a favore dei minori, destinato al finanziamento di iniziative dei Comuni, da attuare anche in collaborazione con enti pubblici e privati, finalizzate al potenziamento dei centri estivi, dei servizi socioeducativi territoriali e dei centri con funzione educativa e ricreativa che svolgono attività a favore dei minori”.

Nella nuova bozza del decreto legge lavoro anche l’assegno di inclusione che scatterà dal 2024 e avrà un plafond di 5,5 miliardi che arriveranno, a regime, a 6,4 miliardi nel 2033. ”Ai fini dell’erogazione del beneficio economico dell’assegno di inclusione è autorizzata la complessiva spesa di 5.472,7 milioni di euro per l’anno 2024, 5.695,0 milioni di euro per l’anno 2025, 5.623,6 milioni di euro per l’anno 2026, 5.733,6 milioni di euro per l’anno 2027, 5.844,7 milioni di euro per l’anno 2028, 5.958,0 milioni di euro per l’anno 2029, 6.073,6 milioni di euro per l’anno 2030, 6.191,4 milioni di euro per l’anno 2031, 6.311,6 milioni di euro per l’anno 2032, 6.434,1 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2033”.

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