Pola città sana, ma invecchiata

Il Quadro sanitario per il 2022, un documento realizzato dall’Istituto regionale di salute pubblica, rileva che in 10 anni la popolazione è diminuita del 9,1 p.c. Un quarto dei residenti è over 65. Negativo il tasso di natalità, in progressivo calo pure il numero dei matrimoni

0
Pola città sana, ma invecchiata

Pola città (discretamente) sana, ma spopolata e invecchiata. È quanto emerge dal Quadro sanitario della Città di Pola per il 2022, un documento realizzato dall’Istituto regionale di salute pubblica. Descrivere lo “stato di salute” a intervalli più o meno regolari è un obbligo che emerge dall’adesione di Pola al Progetto città sane, promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) con l’obiettivo di migliorare la salute pubblica puntando sull’integrazione delle politiche, sulla sostenibilità, sull’attenzione alla persone e alle sue esigenze. I temi proposti sono fumo, alcol, alimentazione, cuore, terza età, sicurezza, prevenzione, coesione sociale, benessere, mobilità, disabilità, salute mentale, infanzia, adolescenza, disagio sociale, solidarietà e in genere tutto ciò che influenza uno stato di salute inteso non solo a livello sanitario, ma anche sociale, psichico, fisico e relazionale.

La situazione demografica
Ormai è chiaro: si va di male in peggio. In dieci anni, dal 2011 al 2021, Pola ha perso il 9,1 per cento della sua popolazione con una lieve disparità di sesso (9,9 p.c. in meno gli uomini e 8,5% le donne). Di anno in anno il numero dei decessi supera quello delle nascite e l’immigrazione non basta per sanare le falle. Il medesimo decennio segnala infatti un tasso migratorio appena appena positivo (dello 0,9 p.c.) e il dato va preso con le pinze: l’emigrazione non è sempre ufficializzata. Un altro fenomeno che pone Pola sullo stesso piano delle città europee è il progressivo invecchiamento della popolazione. Attualmente il 25 p.c. (un quarto) della popolazione è anziano e Pola è la terza città “più anziana” in Istria dopo Albona e Cittanova. Inoltre non c’è nessun accenno in vista per un’inversione di tendenza. Attualmente la percentuale della popolazione della fascia 15-64 è ferma al 62 p.c. (avendo subito in dieci anni un calo del 16 p.c). In pratica si tratta della forza lavoro che manca. Ma sono in calo tutte le categorie d’età tranne, come già detto, quella anziana: i bambini e i minori del 15 p.c. e le donne in età fertile del 20 p.c., cosa che torna a incidere negativamente sulla natalità e il ciclo si chiude su sé stesso.

Pochi matrimoni, pochi figli
Sul tasso di natalità negativo incidono vari fattori tra cui la scelta di posticipare gravidanze e parti a un’età matura. Le donne che scelgono di procreare tra i 30 e 40 anni sono ormai in maggioranza (il 63 p.c.), ma il fenomeno sembra giovare agli eredi perché le madri a quel punto possiedono qualifiche professionali (il 94 p.c.) e un’occupazione (il 95 p.c.). La natalità è in calo anche per la scelta di avere meno figli. Tra le donne che hanno partorito nel 2021, la maggior parte (il 49 p.c.) ha messo al mondo il primo figlio, il 37 p.c. ha avuto il secondo e solo il 14 p.c. delle puerpere ha avuto il terzo, il quarto ed eventuali figli successivi. Interessante è anche la percentuale dei figli nati dentro e fuori dal matrimonio perché siamo vicini al pareggio: nel 2021 il 55 p.c. dei bambini è nato da genitori ufficialmente sposati, mentre il 45 è stato generato in realtà familiari alternative. Il numero dei matrimoni è in progressivo calo: in cinque anni vengono celebrate in media solo 194 unioni. I novelli sposi hanno mediamente tra i 30 e i 40 anni, le donne generalmente meno dell’uomo. Conseguentemente sono in calo anche i divorzi: in media 88 coppie sposate decidono di dirsi addio ogni anno. La buona notizia è che stanno calando anche i parti adolescenziali: negli ultimi 10 anni nessuna ragazza in età inferiore ai 15 ha messo al mondo un figlio, ma sono nati 74 bambini da madri in età tra il 15 e 19 anni, meno della metà rispetto al precedente decennio. Risultano in flessione anche le interruzioni di gravidanza giovanili: 30 contro 75 del periodo precedente.

Disabilità, tassi elevati
Pola presenta un elevato tasso di disabilità ed è la seconda tra le Città e i Comuni istriani dopo Arsia che detiene l’infelice primato. Inoltre il numero dei disabili presenta una tendenza all’aumento: rispetto al 2013 Pola e anello hanno registrano nel 2021 un aumento del 69 p.c. di bambini con qualche forma di difficoltà nello sviluppo. Per tipologia primeggiano le disabilità motorie (43 p.c.), i disturbi dello spettro autistico (15 p.c.) e i disturbi del linguaggio (12 p.c.). Sempre rispetto al 2013 sono in aumento del 70 p.c. le deviazioni comportamentali tra i minori di 14 anni, ma sono in calo (dimezzati) i problemi di comportamento dei minori tra i 14 e i 18 anni. Tende tuttavia in generale all’aumento la violenza minorile. Negli istituti di correzione, assistenza e sistemazione di Pola sono stati alloggiati 128 assistiti, tra minori e malati psichici. Brutte notizie dalla Questura: in cinque anni il numero dei reati contro i minori è aumentato del 32 p.c. Cresce in perfetta sintonia coi tempi la criminalità cibernetica.
In quanto a occupazione, il quadro non è eccellente. In dieci anni si registra un calo dell’8 p.c. della popolazione attiva, con una forte disparità di sesso (il 17 p.c. in meno di occupati uomini), fatto imputabile alla perdita colossale dei posti di lavoro nell’industria navalmeccanica. Ora il quadro della popolazione attiva per settori è il seguente: commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazioni auto (15 p.c.), sanità e previdenza (12 p.c.), istruzione (11 p.c.), amministrazione pubblica e servizi assistenziali (9 p.c.), industria (9 p.c.) che insieme coprono il 56 p.c. della popolazione attiva. I disoccupati nel 2022 erano 1.075, il 33 p.c. in meno dell’anno precedente e ben il 67 p.c. in meno rispetto al 2013. I pensionati del 2022 sono 16.772, l’un per cento in meno del 2021, mentre i titolari di assegni d’assistenza sociale sono in tutto 666.

Abitazione e ambiente
Pola conta esattamente 31.194 unità abitative di cui 28.524 effettivamente abitate durante l’anno, con un avanzo evidentemente destinato ad attività di locazione stagionale o turistica. Il bacino degli appartamenti è aumentato del 3 per cento rispetto al 2011, come si vede del resto dalla frenetica attività edilizia concentrata in prevalenza lungo la costa e lungo la tangenziale. L’aria in città è eccezionalmente pulita con scarse eccezioni. Non si registrano casi di superamento della soglia di guardia delle emissioni di biossido di zolfo, biossido d’azoto, particelle PM2,5 o PM10, monossido di carbonio e acido solfidrico. In aumento invece l’inquinamento luminoso e i valori di ozono misurati al suolo. La qualità dell’acqua di rubinetto? Eccezionalmente elevata, proprio come la salubrità delle acque di balneazione (che viene monitorata in 23 spiaggie da Verudella a Stignano). Un problema crescente è l’inquinamento acustico, benché si tratti di un fenomeno quasi esclusivamente stagionale.
Pola gestisce una rete di asili con 13 dipendenti su 100 bambini che copre l’87 per cento di tutta la popolazione in età prescolare e in questo supera la media nazionale. In quanto a personale medico (2,9 su mille) siamo ben al di sotto sia della media regionale (3,5/1.000) sia di quella nazionale (3,9/1.000). Il motivo risiede forse in un’elevata presenza di piccoli asili privati che non impiegano personale medico e infermieristico. Nell’anno accademico 2021-22 Pola contava 3.420 studenti universitari, il 30 per cento in più rispetto al 2013. In dieci anni è aumentato sensibilmente il numero delle istituzioni sanitarie (da 7 a 14) ma è diminuito del 29 p.c. il numero degli ambulatori medici convenzionati (da 123 a 88) e del 30 p.c. degli ambulatori privati (da 27 a 19). Si percepisce come un problema acuto la carenza di medici di famiglia, pediatri, internisti, fisiatri, psichiatri e infermiere.

Morbosità e mortalità
Le cause di mortalità più frequenti sono le malattie cardiovascolari (47 p.c.), le neoplasie (28 p.c.), lesioni e intossicazioni (5 p.c.), malattie intestinali e respiratorie. Si muore, dunque, soprattutto di infarti del miocardio e ischemie cerebrali, di cancro ai polmoni, di tumore all’intestino, di diabete e di cancro al seno. Le malattie croniche non trasmissibili sono dunque responsabili del 77 p.c. di tutti i decessi. La mortalità infantile è praticamente debellata ma preoccupa la copertura vaccinale per le malattie infettive infantili, ora pari al 95 p.c. per il ciclo completo. Desta particolare apprensione il calo delle vaccinazioni contro morbillo, parotite e rosolia, ferme a quota 89 p.c. per il primo vaccino e all’82 per il richiamo. In dieci anni non ci sono stati casi di difterite, tetano, morbillo, rosolia e paralisi cerebrale infantile. Nelle Case di riposo circolano il Covid, le gastroenteriti, le influenze e, raramente, la scabbia e la scarlattina. Le visite mediche in ambulatorio sono 28 su 100 pazienti, meno della media regionale (40/100). Nemmeno in fatto di screening cervicale Pola non eccelle: il tasso è del 22 p.c. e con le sonografie transvaginali siamo messi anche peggio: solo 13 su 100 pazienti contro i 36 esami su cento della media regionale. In conclusione, Pola sta invecchiando, il flusso dell’emigrazione continua, gli specialisti consigliano politiche sociali meglio adeguate alle famiglie, con l’accento sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari, la diagnosi precoce, le campagne di screening. L’abuso di tabacco, alcol, cibi raffinati in abbinamento alla mancanza di movimento sono tra i fattori di rischio che, eliminati, riducono sensibilmente le malattie cardiovascolari, l’infarto, il diabete 2 e fino al 40 per cento tutte le neoplasie tumorali. Il fumo è la prima causa singola prevenibile tra i tumori.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display