Per superare i dilemmi storici, bisogna parlarne

La direttrice dell’ente museale quarnerino Nikolina Radić Štivić sui fatti controversi

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Per superare i dilemmi storici, bisogna parlarne

Il personale del Museo di storia e marineria del Litorale croato (PPMHP) di Fiume è rimasto basito dal modo nel quale alcune persone hanno celebrato il centenario dell’ingresso di Gabriele d’Annunzio e dei suoi legionari nel capoluogo quarnerino. A commentare lo sbandieramento di alcune insegne storiche legate al periodo sabaudo nei pressi del Palazzo del governo (sede cent’anni fa della Reggenza del Carnaro proclamata dal Vate, nda), nonché la diffusione di volantini rievocativi riportanti alcuni versi del Principe di Montenevoso, l’Uroboro dannunziano e il motto della Reggenza del Carnaro (qui contra nos), è stata Nikolina Radić Štivić, direttrice dell’ente museale operante sotto l’egida della Regione litoraneo-montana.
“Il fatto è avvenuto questa mattina (ieri per chi legge, nda), prima dell’orario di apertura del Museo. Di conseguenza, non abbiamo testimoniato personalmente all’accaduto. Abbiamo semplicemente rinvenuto alcuni volantini e dell’altro materiale simile”, ci ha dichiarato Nikolina Radić Štivić, commentando quanto avvenuto. “A dire il vero – ha proseguito – siamo consapevoli di quanto è successo realmente poiché gli autori del gesto hanno pubblicato le foto della loro impresa su Instagram, calamitando l’attenzione dei mezzi d’informazione. L’onere di stabilire se si sia trattato di una performance o di quant’altro spetta alle forze dell’ordine. Considerato che è dovuta intervenire la Polizia non sono certa che si sia trattato di una performance”, ha puntualizzato la direttrice del PPHMP.
Lanciato un messaggio
“Lo scopo che ci siamo posti quando abbiamo deciso di allestire la mostra ‘L’Olocausta di D’Annunzio’, era di educare e di lanciare un messaggio per il tramite della storia, al fine di segnalare tutte le cose negative legate al nostro passato e che non dovrebbero mai più ripetersi”, ha sottolineato Nikolina Radić Štivić.
La direttrice del PPMHP ha rilevato che in linea di principio l’obiettivo della mostra dedicata all’Impresa di d’Annunzio è il medesimo di tutte le esposizioni allestite all’ex Palazzo del Governo. “In particolare quando ci riferiamo alle tre mostre ideate nell’ambito del programma Fiume Capitale europea della Cultura 2020, ossia ‘L’Olocausta di D’Annunzio’ (inaugurata ieri sera), ‘Il Violino oltre i confini – Stradivari a Fiume – Kresnik e Cremona’ e ‘I confini tra l’ordine e il caos’. Tre appuntamenti pensati anche allo scopo di promuovere l’uguaglianza, la convivenza, la pace e la libertà, ossia quei valori europei senza i quali è impensabile raggiungere un livello di vita piacevole e confortevole”, ha osservato la nostra interlocutrice.
Non esistono temi tabù
“Purtroppo – ha sottolineato ancora la Radić Štivić – è accaduto ciò che sappiamo. Per certi versi abbiamo ottenuto la conferma che sia alla nostra sia ad altre società manchi questo tipo di formazione.
Forse ci manca la forza di ammettere che se non siamo capaci di superare certi dilemmi, il modo migliore per riuscirci è proprio quello di parlarne, sforzandoci di creare un mondo migliore, evitando di interpretare il passato in modo da far aumentare la tensione”.
La direttrice del PPMHP ha espresso l’opinione che l’idea di vietare ai politici di occuparsi per i prossimi 30 anni di temi legati agli ustascia, ai partigiani e in generale ai regimi totalitari, non costituisca una buona soluzione.
L’idea, si ricorda, è emersa nell’ambito di un recente sondaggio condotto per conto dell’emittente RTL dall’Agenzia Promocija plus su un campione di 1.300 persone, ottenendo numerosi consensi. “In una società civilizzata, nella quale le controparti sono disposte a dialogare e avvalorare gli argomenti di chi la pensa diversamente, non esistono temi tabù. Di questi e altri argomenti bisogna discutere e auspicare che i politici non abusino del dibattito condotto dagli storici e in generale dagli esperti”, ha concluso la direttrice Nikolina Radić Štivić.

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