«L’Olocausta di d’Annunzio», una mostra per aprire un dialogo e un dibattito

Al Museo di Marineria e Storia del Litorale croato è stata inaugurata, in un clima alquanto teso, prima esposizione nel contesto del progetto Fiume CEC 2020

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«L’Olocausta di d’Annunzio», una mostra per aprire un dialogo e un dibattito

L’Olocausta di d’Annunzio”, la prima grande mostra nel contesto del progetto Fiume Capitale europea della Cultura 2020, è stata inaugurata ieri nel Museo di Marineria e Storia del Litorale croato in un clima alquanto teso, quasi di sfida lanciata a coloro che ieri all’alba si sono resi protagonisti della provocazione con la bandiera del Regno d’Italia all’ingresso del Palazzo del governo.
“Tutti coloro che hanno seguito le vicende odierne in Croazia e in Italia – ha dichiarato il sindaco di Fiume, Vojko Obersnel – hanno potuto notare che questa mostra viene inaugurata in un contesto a dir poco interessante: l’inaugurazione della statua di d’Annunzio a Trieste proprio nel centenario della sua occupazione di Fiume è scandalosa, soprattutto dell’Europa moderna”. Obersnel ha sottolineato che a certi non piace sentire che d’Annunzio è stato un protofascista. “Ma quando una persona entra in una città che si trova in un territorio libero e diffonde sciovinismo e nazionalismo dicendo che soltanto la cultura italiana sia la vera cultura, di che cosa parliamo se non di fascismo?”, ha osservato il sindaco, ribadendo che “nei 16 mesi di terrore di d’Annunzio, Fiume è stata una martire. D’Annunzio ha lasciato la città distrutta sotto ogni punto di vista”.

“Ma le donne fiumane stanno con d’Annunzio”

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Tea Perinčić, autrice della mostra assieme ad Ana-Marija Milčić, la quale ha espresso l’augurio che un secolo dopo l’Impresa di Fiume tutti abbiano imparato qualcosa. “Con questa mostra abbiamo voluto ricordare un periodo buio della nostra storia che spero abbiamo lasciato nel XX secolo”, ha concluso Tea Perinčić, mentre la sua collega ha osservato che, considerata l’attuale situazione politica in Croazia e in Italia, è importante che gli storici tutelino l’integrità della professione e si approccino al materiale storico con distacco.
La direttrice della Società Fiume 2020, Emina Višnić, ha dichiarato che con questa mostra Fiume conferma il suo titolo di CEC 2020. “Siamo partiti con questo grande progetto quasi sei mesi prima dell’inaugurazione ufficiale di CEC. Con questa mostra abbiamo aperto un dialogo e un dibattito, ma abbiamo pure lanciato un chiaro messaggio, in quanto parlando di Fiume parliamo anche di Europa. In un’epoca in cui riaffiorano gli spettri del passato, dobbiamo difendere i valori europei che ci uniscono” ha concluso Emina Višnić.

“Ma le donne fiumane stanno con d’Annunzio”

La capodipartimento per la Cultura, lo Sport e la Cultura tecnica della Regione litoraneo montana, Sonja Šišić, ha ricordato che la Regione partecipa attivamente al progetto CEC 2020, mentre lo scopo della mostra è l’educazione della cittadinanza. Il ministro della Cultura, Nina Koržinek Obuljen, ha aperto ufficialmente l’esposizione ricordando che questa mostra tematizza un periodo turbolento della storia di Fiume, in cui sono nate alcune delle più pericolose idee e ideologie del XX secolo, le cui conseguenze le sentiamo ancora oggi. Ha pure sottolineato che gli argomenti storici vanno trattati proprio nei Musei e negli Archivi perché questi sono ambienti in cui ad argomenti del genere ci si approccia in maniera spassionata. “Questa mostra è un avvertimento di ciò che può succedere quando si dimenticano i valori di convivenza e multiculturalità che caratterizzano il progetto europeo”.

“Ma le donne fiumane stanno con d’Annunzio”

Il Ministro si è pure soffermato sull’atto di provocazione avvenuto in mattinata, rilevando che il governo croato ha reagito e ha condannato pure la cerimonia di inaugurazione della statua di d’Annunzio a Trieste, osservando che è necessario conoscere la storia e trovare così la forza per costruire una società tollerante. A salutare il numerosissimo pubblico – tra cui Luca Caburlotto, direttore del Polo Museale del Friuli Venezia Giulia – è stata pure la direttrice del Museo, Nikolina Radić Štivić.

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