Omaggio alle vittime del campo di concentramento ustascia di Jasenovac

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Omaggio alle vittime del campo di concentramento ustascia di Jasenovac

I vertici dello Stato croato e i rappresentanti delle minoranze nazionali hanno reso omaggio oggi alle vittime del campo di concentramento ustascia di Jasenovac, per la prima volta in maniera unitaria dopo anni. Come ogni anno la tradizionale manifestazione si è tenuta nell’anniversario della fuga degli internati dal lager nell’aprile del 1945, quando gli ultimi 600 detenuti tentarono di sfuggire alle guardie. Soltanto un centinaio riuscì nell’intento. La Colonna della memoria, oggi, nel 78.esimo anniversario di quell’evento, si è snodata dal Museo delle rimembranze al gigantesco monumento a forma di fiore, dove a deporre rose e a rendere omaggio alle vittime oltre ai vertici statali e gli esponenti delle minoranze nazionali sono stati anche i rappresentanti degli antifascisti, i familiari delle vittime e l’internata Nevenka Končar. Alla commemorazione hanno presenziato anche le delegazioni delle Ambasciate straniere in Croazia, tra cui quella israeliana, nonché i rappresentati di partiti politici, istituzioni e municipalità. Nell’ambito della cerimonia, che si è svolta sotto l’alto patronato del Parlamento di Zagabria, non è mancato un programma musicale di circostanza, con in primo piano il “Va pensiero” del Nabucco di Giuseppe Verdi. Alla commemorazione sono intervenuti sia il Presidente della Repubblica Zoran Milanović, sia il premier Andrej Plenković, sia il presidente del Sabor, Gordan Jandroković. Presente anche il vicepresidente del Sabor e deputato della Comunità Nazionale Italiana, Furio Radin.

Il premier ha definito un messaggio importante la presenza alla cerimonia della delegazione della minoranza ebraica che negli ultimi aveva organizzato una commemorazione separata insoddisfatta del rapporto dello Stato verso l’uso pubblico dei simboli ustascia. A questo proposito Andrej Plenković ha evidenziato che l’obiettivo è stato quello di ricordare tutte le vittime dell’Olocausto e tutte le vittime dei regimi totalitari, inviando un messaggio di pace e di tolleranza. Ma anche – ha ribadito il premier – un messaggio sulla necessità che di questi temi si parli nelle scuole, ricordando i terribili fatti della Seconda guerra mondiale, il carattere criminale dell’NDH, con il monito che cose del genere non devono accadere mai più. Andrej Plenković ha rammentato che quest’anno per la prima volta la Croazia presiede l’Alleanza internazionale per il ricordo dell’Olocausto (IHRA), assicurando che si continueranno a profondere sforzi acciocché le giovani generazioni in particolare siano consapevoli dei momenti traumatici della storia.
Il presidente del Sabor, Gordan Jandroković, ha sottolineato pure l’importanza del fatto che quest’anno siano state commemorate le vittime nell’ambito di una cerimonia unitaria, esprimendo l’auspicio che ciò possa ripetersi anche negli anni a venire. L’anno scorso, infatti, oltre alla minoranza ebraica, aveva dato vita a una commemorazione separata anche il Presidente della Repubblica Zoran Milanović.
In contemporanea sulla sponda bosniaca della Sava, a Donja Gradina, a organizzare una commemorazione ufficiale delle vittime di Jasenovac sono stati i governi della Serbia e della Repubblica serba di Bosnia ed Erzegovina. Il principale oratore è stato il leader di Belgrado, Aleksandar Vučić, il quale ha criticato indirettamente la Croazia perché l’anno scorso non gli è stato permesso di visitare in forma privata Jasenovac. Una visita peraltro, come affermato a Zagabria, “non annunciata e autoreferenziale”. Vučić ha annunciato che le autorità serbe realizzeranno un loro centro memoriale a Donja Gradina e un altro anche a Belgrado.

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