L’INTERVISTA Il vicepremier Butković: «Fiume, futuro brillante»

Un’ampia panoramica di Oleg Butković, ministro del Mare, dei Trasporti e delle Infrastrutture, nonché vicepremier, sui progetti strategici che riguardano l’area quarnerina e che, una volta conclusi, contribuiranno a cambiarne volto

0
L’INTERVISTA Il vicepremier Butković: «Fiume, futuro brillante»
Oleg Butković, ministro del Mare, dei Trasporti e delle Infrastrutture, nonché vicepremier, prevede un futuro roseo per l’area quarnerina, dove sono in fase di realizzazione progetti strategici, resi possibili soprattutto grazie ai fondi erogati dall’Unione europea. Foto: Jurica Galoic/PIXSELL

Fiume, negli ultimi anni, si presenta come un grande cantiere a cielo aperto in seguito all’avvio di una serie di progetti strategici che contribuiranno a cambiarne drasticamente volto. Quasi tutti, a parte la nuova autostazione in Žabica ovest, portano la firma del Ministero del Mare, dei Trasporti e delle Infrastrutture, che ha reso possibile la loro realizzazione fruendo dei finanziamenti a fondo perduto dell’Unione europea, ma anche di fondi propri destinati allo sviluppo dei settori di sua competenza. Si tratta di un ciclo di investimenti di enorme portata, di cui abbiamo voluto parlare con la persona che maggiormente ha contribuito a metterli in pratica, ovvero il ministro, nonché vicepremier, Oleg Butković, il quale ha risposto volentieri alle nostre domande fornendoci un quadro più completo di quanto sta accadendo attualmente nell’area quarnerina, ma non solo. Abbiamo esordito col tema mare e porto, precisamente con l’attività del terminal container di Brajdica, il cui rendimento migliora di anno in anno e di cui è concessionaria l’azienda Adriatic Gate Container Terminal (AGCT).

Quanto può definirsi soddisfatto dell’efficienza del terminal in Brajdica e che cosa, a suo avviso, andrebbe cambiato? Quanto ha influito sulle sue attività il rinnovo dell’infrastruttura ferroviaria, consistito nel rifacimento dei vecchi binari con l’aggiunta di nuovi e nella ristrutturazione della galleria di Sušak?
“Devo dire che negli ultimi anni nel porto di Fiume in generale si sta lavorando a ritmo serrato ed è stato fatto davvero tanto. Lo dobbiamo a un ciclo di investimenti di grande portata che interessa tutto il bacino portuale e che è stato reso possibile non soltanto grazie ai fondi europei, ma anche all’ottima posizione che la città, grazie al suo porto, ha nell’ambito dei Corridoi TEN-T (Rete Transeuropea dei Trasporti, che favorisce l’integrazione dei Paesi europei in vista di un mercato unico e sostiene una politica per la carbonizzazione dei trasporti e un ruolo attivo nell’UE nella lotta globale ai cambiamenti climatici, nda), dove ha una posizione strategica molto importante. In questo contesto, alla fine dell’anno scorso è stato siglato un accordo sulla modifica del Regolamento TEN-T (il cui obiettivo è costruire, a livello di UE, una rete multimodale ed efficace di ferrovie, vie navigabili interne, rotte di trasporto marittimo a corto raggio e strade collegate a nodi urbani, porti marittimi e interni, aeroporti e terminal in tutta l’UE, nda), che darà modo alla Croazia di accedere, accanto agli esistenti due, ad altri due corridoi europei di trasporto, ovvero quello Baltico-Adriatico e quello Mediterraneo verso i Balcani. Sostanzialmente, quando parliamo di Fiume, la città si vedrà inclusa in complessivi tre corridoi e non più soltanto in quello mediterraneo. È indubbio che questo fatto contribuirà a potenziare ulteriormente gli investimenti poiché finora, soltanto grazie ai fondi UE, sono stati concordati otto progetti ed entro la fine dell’anno, in questo ambito, verranno portati a termine anche i rimanenti tre di questo ciclo. Tra quelli già conclusi figurano altri due, realizzati congiuntamente con l’azienda HŽ Infrastruktura (Ferrovie statali, nda) nell’ambito del terminal container di Brajdica e di Molo Zagabria. L’intervento ha riguardato l’infrastruttura ferroviaria al servizio del porto. Fiume ha ottenuto così un’infrastruttura moderna e una conseguente aumentata capacità, presupposto imprescindibile per rendere possibile un maggiore coinvolgimento della ferrovia nelle attività portuali e un potenziamento del trasporto merci su rotaia, il che mi rende particolarmente fiero. Inoltre, sul piano internazionale la situazione ha favorito una crescita del volume di merci nei porti croati, soprattutto in quello fiumano. La Port Authority di Fiume ha in preparazione altri dieci progetti con i quali intende accedere ai fondi UE, se escludiamo quello di fondamentale importanza relativo alla firma del contratto di concessione per il terminal container in Molo Zagabria, che darà modo al porto di svilupparsi ancor di più. In questo senso, un ruolo importantissimo, direi essenziale, è ricoperto dalla strada D403, la nuova arteria statale costruita a favore, appunto, del porto e del suo futuro terminal. Senza quest’ultima, infatti, che gli consentirà di avere un collegamento diretto con la rete autostradale, non potrebbe essere del tutto funzionale. Tornando alla sua domanda di prima, sì sono estremamente soddisfatto, non soltanto del terminal di Brajdica e dell’attività del porto in generale, bensì anche di quanto sta accadendo su tutto il territorio di Fiume. Tutti questi interventi consentiranno alla città e al porto, come sua parte imprescindibile, di progredire e di crescere in maniera esponenziale”.

Rimanendo al tema “Molo Zagabria”, che cosa significherà per Fiume la costruzione e il funzionamento del nuovo terminal container, anche in virtù, come ha detto poc’anzi, della recente inaugurazione della statale D403? Negli ultimi anni, in città stiamo assistendo a un potenziamento sia dell’infrastruttura portuale che di quella stradale…
“Sì. In riferimento alla sua domanda sul futuro terminal container, ho affermato più volte che il contratto di concessione per Molo Zagabria (assegnata nel 2021 al consorzio A.P. Moller-Maersk – Enna Logic, nda) è il contratto più importante nella storia del porto in quanto influirà su tutta la rete dei trasporti grazie a una nuova banchina operativa della lunghezza di 400 metri, per un investimento complessivo di circa 120 milioni di euro. La prima fase dei lavori, quella relativa all’infrastruttura ferroviaria, si è conclusa nel 2019. Quelle che invece riguardano il terminal, sono iniziate nel settembre scorso e prevedono, tra le altre cose, l’attrezzamento dello stesso e l’ampliamento della banchina operativa, che verrà allungata di 280 metri. Il terminal container di Molo Zagabria dovrebbe entrare in funzione nel 2025, consentendo al porto come minimo di raddoppiare la movimentazione dei container. Direi che con questo intervento, concretamente con la presenza del nuovo terminal, Fiume avrà finalmente le credenziali per imporsi come leader nel trasporto intermodale nell’area dell’Alto Adriatico. La città sta vivendo un periodo di drastica trasformazione in meglio, sotto tanti aspetti, a cui hanno già contribuito i progetti infrastrutturali di cui ho parlato poco fa. Qui andrei ad aggiungere quelli riguardanti l’aspetto stradale già in fase di realizzazione, progetti che interessano gli svincoli di Orehovica e Mattuglie, la conclusione del tratto finale dello svincolo di Trinajstići e dell’arteria di collegamento alla D403, che sono parte integrante di un unico progetto nato con l’intento di ottimizzare i collegamenti con il porto, ma anche di consentire a Fiume di migliorare la propria posizione strategica nel settore dei trasporti, il che, in fin dei conti, è sinonimo di crescita economica”.

Quando parliamo di statale D403, la cui conclusione dei lavori, per vari motivi oggettivi, era slittata più volte nell’arco di tre anni, come commenta il fatto che prossimamente, in via Zvonimir, dove si è concentrata gran parte dell’opera di costruzione di quella che è stata definita la strada più costosa in Croazia, si andrà a scavare di nuovo per le necessità dell’azienda Vodovod i kanalizacija, la municipalizzata fiumana preposta all’approvvigionamento idrico? Come mai non era stato messo in preventivo questo intervento quando ancora erano in corso i lavori sulla D403?
“Si tratta di un investimento dell’azienda municipale Vodovod i kanalizacija e da quanto ne so, secondo le informazioni fornite dalla Hrvatske ceste (Strade croate, nda), ci sono stati determinati problemi con l’esecutore dei lavori, per cui l’intervento non sarebbe potuto rientrare nella dinamica di costruzione della D403”.

Sempre in relazione alla D403, sullo svincolo di Scurigne, parzialmente ricostruito, che è stato provvisto di una rotatoria, i veicoli che arrivano da Zagabria, ovvero dal ponte di Veglia, non possono svoltare legalmente verso la D403 e verso via Zvonimir, ovvero verso via Milutin Barač, mentre a quelli che, attraversando la D403, raggiungono lo svincolo in questione, non è permesso di svoltare a Ovest, in direzione del valico di confine di Rupa, rispettivamente di Pola. Per ovviare a questo problema, la HAC (Hrvatske autoceste-Autostrade croate) ha annunciato la costruzione di altre due rotatorie, una nell’ambito dello svincolo di Scurigne, che andrà a sostituire l’attuale incrocio con semafori, e la seconda nel punto di collegamento tra lo svincolo di Scurigne e la via Osijek. Per questi interventi, però, è necessario bandire le necessarie gare d’appalto, il che potrebbe prolungare i tempi d’attesa. Come commenta questo fatto e perché non si era pensato sin da subito di risolvere in questo modo l’inghippo?
“L’azienda Hrvatske ceste provvederà a individuare, in tempi quanto più rapidi, una soluzione provvisoria per consentire ai veicoli di svoltare verso Pola e di fare in modo che la D403 diventi accessibile arrivando dalla capitale. Non era possibile farlo contemporaneamente con l’apertura della D403 perché si tratta di una segnaletica stradale completamente diversa e di un differente programma di lavoro dei semafori. Inoltre, tutto sarebbe dipeso dalla quantità di traffico sulla D403, una volta inaugurata la strada. La HC ha valutato che un’apertura concomitante avrebbe portato probabilmente a maggiori ingorghi sullo svincolo di Scurigne, con ripercussioni sul traffico cittadino. Questa soluzione provvisoria, ancora in fase di preparazione, rimarrà in vigore fino a quando non verranno avviati i lavori di costruzione delle due nuove rotatorie e attualmente, per questi due interventi, è in corso un bando di gara per individuare l’esecutore dei lavori. L’inizio è previsto nel primo quadrimestre dell’anno e i lavori dovrebbero durare al massimo dieci mesi”.

Secondo la Strategia di sviluppo dei trasporti della Repubblica di Croazia per il periodo 2017-2030, c’è un grande potenziale per quanto riguarda l’ampliamento del traffico merci sulla linea ferroviaria tra Zagabria e Fiume, motivo per cui lo sviluppo dell’infrastruttura ferroviaria si presenta come uno dei presupposti affinché il porto fiumano possa sfruttare appieno il proprio potenziale. A che punto si è giunti con il progetto di ristrutturazione dell’intera rete ferroviaria croata, con accento su Fiume e la Regione litoraneo-montana, anche in riferimento alla ferrovia pianeggiante di cui si parla da anni?
“La Croazia non avrebbe potuto costruire allo stesso tempo autostrade, scali aerei, porti e infrastruttura ferroviaria, ma d’altro canto ci attende un decennio di investimenti che interesseranno proprio la ferrovia. Tutti i mezzi a disposizione, nazionali, europei e, laddove ciò non sarà possibile, anche resi possibili con l’accensione di mutui, saranno investiti nell’ammodernamento completo dell’intera rete ferroviaria e della sua infrastruttura. Già adesso abbiamo avviato un ciclo di importanti investimenti nella stessa, si tratta di circa un miliardo e mezzo di euro andati a favore dell’infrastruttura ferroviaria che in gran parte interessa due tratti, cioè quello che da Fiume porta al confine con l’Ungheria passando per Zagabria e che attraversa appunto il principale Corridoio TEN-T, e quello indirizzato verso la parte orientale del Paese. Alla fine dell’anno scorso è stata bandita la gara d’appalto per il completo rifacimento del tratto ferroviario Knin-Zara, come pure una gara del valore di 600 milioni di euro, importo che verrà speso per il tratto Dugo Selo-Novska. Sono già in corso le opere di ammodernamento delle ferrovie regionali e il Ministero è in trattative con la Banca europea per gli investimenti (BEI) per ottenere un prestito di 900 milioni di euro proprio per il miglioramento dei collegamenti ferroviari regionali che non può venir finanziato con i fondi europei. Si sta provvedendo, inoltre, all’acquisto di nuovi treni, progetto in virtù del quale negli ultimi tre anni sono entrati in funzione 29 nuovi mezzi, gran parte dei quali finanziati dall’Ue. Si è anche in attesa dell’arrivo di due treni elettrici a batteria che circoleranno sulle reti non elettrificate e che avranno a disposizione 6 stazioni di ricarica, di cui una sarà installata a Pola. Direi che sono già stati fatti dei grandi passi avanti, sia per quanto concerne lo sviluppo della ferrovia, che l’introduzione di infrastrutture verdi, cosa che abbiamo previsto anche nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. Insomma, si sta già facendo tanto, sono stati fatti importanti investimenti, ma servirà del tempo affinché si possa realizzare tutto quanto è stato pianificato, anche vista la portata e la complessità dei progetti in sé”.

Quali sono, in estrema sintesi, i piani a breve e a lungo termine fino al 2030 in quanto a infrastruttura ferroviaria che interessa Fiume e la Regione litoraneo-montana?
“In relazione alla ferrovia pianeggiante, che dovrebbe includere parte dell’area da lei indicata, bisogna dire che si sta già lavorando sul tratto tra Zagabria e l’Ungheria, ma non verso Fiume. Mi riferisco concretamente al tratto tra Hrvatski Leskovac e Karlovac, di cui il resto della rete è ancora in fase di progettazione. Mi spiego. Attualmente è in corso la stesura di un progetto di massima per il tratto da Karlovac fino a Oštarije in Lika e da Oštarije fino a Škrljevo, nonché per il tratto lungo 27,5 chilometri tra Škrljevo e Jurdani, attraversando Fiume. Recentemente sono stati stanziati tramite il CEF (Meccanismo per collegare l’Europa, nda), 5,8 milioni di euro che verranno spesi per la stesura della documentazione progettuale per il tratto a due binari Skradin-Krasica-Tijani, ovvero Oštarije-Škrljevo. Come ho già detto, si tratta di progetti la cui realizzazione dura a lungo e servirà del tempo affinché vengano portati a termine. Comunque sia, sul tratto litoraneo-montano si sta lavorando ininterrottamente sulla manutenzione dell’infrastruttura e un piano a breve termine riguarda la ristrutturazione del tratto ferroviario Drivenik-Škrljevo“.

Parlando di ferrovia, non possiamo sorvolare il discorso relativo al recente restauro del palazzo della Stazione ferroviaria di Fiume, splendido esempio di architettura neoclassica, la cui costruzione risale alla fine del XIX secolo, precisamente al 1891, su progetto dell’architetto ungherese Ferenc Pfaff. I lavori alle facciate si sono conclusi nel marzo del 2022, ma si è ancora in attesa del rinnovo degli interni dell’edificio, interrotto dopo il rinvenimento da parte dei restauratori di antichi affreschi nella sezione del vestibolo. Perché si aspetta tanto?
“L’edificio della Stazione ferroviaria di Fiume ha più di 130 anni ed è incluso nella lista dei beni culturali della Repubblica di Croazia, per cui ogni intervento necessita dell’approvazione della Soprintendenza ai beni culturali. Dopo la scoperta degli affreschi nella parte del vestibolo, bisognava indire un bando di gara per la stesura di un nuovo progetto, cosa che è stata fatta. La documentazione è pronta e attualmente si trova al vaglio della Soprintendenza, che deve concedere l’ok, dopo di che dovrà essere bandita una gara d’appalto”.

Passiamo ad altro, concretamente alla nuova autostazione di Fiume, la cui costruzione dovrebbe iniziare prossimamente. Anche se quest’opera non è di competenza del suo Ministero, ci interessa comunque sapere come commenta il fatto che nell’ambito dei lavori sia prevista la demolizione di due vecchi capannoni ferroviari parzialmente dismessi e a nostro avviso ancora in buone condizioni, edificati sul lotto previsto per la costruzione del nuovo terminal bus, che fino alla vendita a un’azienda austriaca privata era di proprietà della Città?
“Il progetto, come appunto lei ha detto, non è di competenza dell’HŽ Infrastruktura (Ferrovie statali, nda), ma ho tutte le nozioni per quanto riguarda la nuova autostazione, di cui si parla da tantissimi anni. In questo contesto, prima che si arrivasse a una soluzione definitiva, il Ministero aveva proposto di costruire il complesso attingendo dai finanziamenti dell’Ue, cosa assolutamente possibile. Eravamo pronti a offrire un supporto nella soluzione del problema, come abbiamo già fatto e come continuiamo a fare non soltanto per quanto riguarda Fiume, che tramite il nostro Ministero ha ottenuto fondi europei per l’acquisto di 59 nuovi autobus, ma anche in altre 9 città della Croazia. Credo che con questo progetto, che interessa il trasporto cittadino, e con altri progetti che il Ministero ha cofinanziato, abbiamo dato prova della nostra disponibilità a venire incontro alle necessità del trasporto pubblico delle varie realtà cittadine, anche perché sarebbe insensato non fruire dei finanziamenti a fondo perduto messi a disposizione dall’Unione europea. Tornando all’autostazione di Fiume, la decisione finale è stata presa dal Consiglio cittadino”.

Un altro progetto strategico che riguarda il capoluogo quarnerino è quello del futuro marina per yacht lussuosi in Porto Baross. Quale significato avrà per la città una struttura di questo tipo? Potrebbe portare inesorabilmente alla chisura delle rive ai cittadini visto che anche questo progetto è stato affidato a mani private mediante concessione a lungo termine?
“A vincere la gara nel 2023 è stata l’azienda ACI-GITONE, che si è impegnata a costruire un marina in Porto Baross, il quale non sarà soltanto il 23º di proprietà dell’ACI, ma anche il più lussuoso e tecnologicamente più avanzato nel Mediterraneo. L’investimento nella struttura, la cui costruzione dovrebbe iniziare quest’anno, vede incluse le aziende ACI, di cui lo Stato è proprietario di maggioranza, e GITONE Kvarner, che fa parte del gruppo Lürssen. Una cosa positiva è che con la costruzione del marina in Porto Baross, quest’area che finora era piuttosto trascurata, verrà riqualificata e contribuirà in maniera decisiva a modificare l’aspetto di quest’area della città. Fiume potrà così ambire a diventare uno dei leader anche nel settore della nautica da diporto. Saranno tanti i benefici che una simile attività potrà sortire, sia in termini di nuovi contenuti che di nuovi posti di lavoro. La cittadinanza, infine, potrà accedervi liberamente”.

Vorremmo concludere con una notizia dell’ultima ora: quella riguardante l’annunciata costruzione del nuovo ponte di Veglia, che andrà ad aggiungersi a quello già esistente. Un progetto di grandissima portata…
“Esatto. Il progetto rientra nella Strategia di sviluppo dei trasporti per il periodo 2017-2030, che prevede la costruzione di un nuovo collegamento stradale-ferroviario, ovvero di un nuovo ponte verso l’isola di Veglia. Alla luce di questo fatto, la HAC ha pubblicato un bando di gara per la stesura di un progetto di massima, il che rappresenta il primo passo verso la realizzazione della nuova struttura che, oltre a quello stradale, comprenderà anche il fattore ferroviario. Il progetto fa parte, infatti, di un Piano molto più ampio, relativo alla costruzione di un nuovo terminal container sull’isola di Veglia e di un collegamento ferroviario con la stessa. In considerazione degli intasamenti del traffico sul vecchio ponte, a cui assistiamo soprattutto nei mesi estivi, la HAC ha avviato questo progetto con l’intento di ovviare a questo problema. Vorrei ricordare che il Ministero ha provveduto, due anni fa, alla ristrutturazione del vecchio ponte, che ancora per un determinato periodo risulterà essere l’unica alternativa per raggiungere Veglia”.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display