L’Ospedale di Isola apre ai pazienti del Buiese

I premier Plenković e Golob, firmeranno oggi a Zagabria l’Accordo intergovernativo bilaterale. Soddisfatta la deputata Katarina Nemet che ringrazia l'On. Furio Radin per il contributo dato al buon esito dell'iniziativa

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L’Ospedale di Isola apre ai pazienti del Buiese
Andrej Plenković e Robert Golob. Photo: Jurica Galoic/PIXSELL

I primi ministri di Croazia e Slovenia, rispettivamente Andrej Plenković e Robert Golob, firmeranno oggi a Zagabria l’Accordo intergovernativo bilaterale sulla collaborazione transfrontaliera nella sfera della tutela sanitaria d’urgenza. Un documento che si spera porti molteplici vantaggi ai cittadini di entrambi i Paesi. A beneficiarne potrebbero essere in particolare gli abitanti del versante croato dell’Istria nordoccidentale, che dovrebbero poter accedere più facilmente alle prestazioni dell’Ospedale generale di Isola, in Slovenia. Una struttura, quest’ultima, a loro molto più vicina rispetto al Centro clinico ospedaliero di Fiume o all’Ospedale di Pola.
Un grande successo
Sull’argomento è intervenuta ieri al Sabor, a nome del Gruppo parlamentare della DDI, la deputata della Dieta democratica istriana, Katarina Nemet. “Sono contenta e soddisfatta. Reputo che si tratti di un successo di tutti coloro che sono stati inclusi nell’iniziativa e hanno contributo al buon esito della medesima. Fare nomi è sgradevole perché si rischia di scordare qualcuno, ma ci tengo a esprimere la mia gratitudine in primo luogo all’Istituto didattico per la medicina d’urgenza della Regione istriana, al team della Regione istriana che si è dedicato alla vicenda, ai colleghi del Gruppo parlamentare della DDI e al vicepresidente del Sabor (e deputato della Comunità Nazionale Italiana al Parlamento di Zagabria, nda) Furio Radin. Sono grata a tutti quanti hanno contribuito. Ringrazio anche il ministro (croato della Sanità, Vili Beroš, nda) Beroš, che in più di un’occasione si è dimostrato molto corretto, a differenza di alcuni altri attori di questa storia. Mi auguro che quest’ultimi non ostacolino l’attuazione operativa dell’Accordo”, ha dichiarato la parlamentare. Ha espresso l’auspicio che l’Accordo garantisca un servizio quanto più simile a quello stabilito nell’ambito del Progetto pilota europeo che vide coinvolti nel 2019 l’Istituto didattico di medicina d’urgenza della Regione istriana e l’Ospedale generale di Isola. “Un progetto lodevole e di grande successo, il cui risultato si misura con le vite umane salvate e con le invalidità evitate”, ha puntualizzato la deputata. Ha rilevato, inoltre, che nel 2020, in seguito alla conclusione del suddetto progetto pilota, la Regione istriana avviò un’iniziativa tesa all’individuazione di una soluzione permanente, non vincolata a progetti, bensì di carattere istituzionale attraverso la firma di un accordo bilaterale. Un’iniziativa della quale fu informato lo stesso ministro Beroš.

La parlamentare istriana Katarina Nemet in un foto di repertorio. Photo: Patrik Macek/PIXSELL
Il vicepresidente del Sabor e deputato della CNI, Furio Radin. Photo: Patrik Macek/PIXSELL

Un diritto da attuare
“La cooperazione transfrontaliera nella sfera della tutela sanitaria d’urgenza – ha proseguito la parlamentare istriana – a mio parere costituisce soltanto il primo passo nella piena attuazione del diritto degli abitanti dell’Istria nordoccidentale ad avvalersi dei servizi sanitari nell’Ospedale loro più vicino, quello di Isola, che d’altronde contribuirono a far costruire, investendo risorse non trascurabili, ai tempi dell’ex Jugoslavia”.
Servizi sanitari per tutti
“Ora che facciamo parte di una famiglia costituita da membri paritetici in seno all’Unione europea e che abbiamo abbattuto i confini fisici, non vedo per quale ragione le frontiere dovrebbero rimanere nelle nostre teste e costituire un ostacolo che impedisce a ciascuno dei nostri cittadini di soddisfare le proprie necessità quotidiane”, ha detto ancora la deputata della Dieta democratica istriana Katarina Nemet. “Abbiamo ottenuto una vittoria importante, ma la lotta affinché a tutti i cittadini, indipendentemente da dove vivano nella Repubblica di Croazia, sia garantito l’equo accesso ai servizi sanitari deve proseguire”, ha concluso.

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