Italia e Croazia. Calcio, che passione (foto)

La Facoltà di Giurisprudenza di Fiume ha ospitato il convegno «Il calcio italiano ieri, oggi, domani e diplomazia sportiva»

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Italia e Croazia. Calcio, che passione (foto)
Foto Goran Žiković

Mancano meno di due settimane all’attesissima sfida tra Italia e Croazia a Euro 2024, in programma il prossimo 24 giugno a Lipsia, ma a Fiume c’è stato già un antipasto di quello scontro sempre molto sentito e particolare. La Facoltà di Giurisprudenza ha infatti ospitato la tavola rotonda intitolata “Il calcio italiano ieri, oggi, domani e diplomazia sportiva”. Il convegno si è aperto con i saluti di Vanja Smokvina, docente presso la Facoltà di Giurisprudenza di Fiume, nonché arbitro presso il CAS di Losanna; Igor Martinović, vicepreside della Facoltà di Giurisprudenza; Marta Žuvić, vicerettrice dell’Università di Fiume; Maurizio Tremul, presidente dell’Unione Italiana; Marin Corva, presidente della Giunta esecutiva dell’Unione Italiana; Damir Mišković, vicepresidente della Federcalcio croata e presidente del Rijeka calcio; Patrizia Ruggiero, reggente del Consolato generale d’Italia a Fiume; il sindaco di Fiume Marko Filipović, Krešimir Šamija, responsabile dell’Ufficio per lo sport presso il Ministero del Turismo e dello Sport della Repubblica di Croazia; Paolo Trichilo, Ambasciatore della Repubblica Italiana in Croazia, i quali hanno sottolineato i legami storici, culturali ed economici tra i due Paesi, nonché la capacità dello sport, e in particolare il calcio, di unire i popoli e di costruire ponti attraverso la passione per il pallone. Con la speranza che agli ormai imminenti Europei in terra teutonica, Italia e Croazia si spingano quanto più lontano. Chissà, magari anche di ritrovarsi in finale…

La crescita del movimento femminile

Dopo i saluti iniziali, chiusi con un videomessaggio di Zvonimir Boban, bandiera del Milan e storico capitano della nazionale croata, Federica Cappelletti, presidente della Divisione Serie A femminile, si è occupata del calcio femminile in Italia, rivelando di essersi “innamorata del calcio, prima maschile e poi femminile, grazie soprattutto a Paolo Rossi, il quale si è speso anche tanto per l’affermazione del calcio femminile. Il calcio femminile italiano si trova in una fase di crescita lenta ma costante. A partire dalla stagione 2022/23 le giocatrici in Italia sono diventate finalmente professioniste, dando così la giusta dignità alle calciatrici. Negli ultimi dieci anni i tesseramenti sono aumentati del 125%, ma anche così siamo ancora lontani da realtà quali Spagna, Inghilterra, Francia e Germania, perciò c’è ancora tanto lavoro da fare. Uno dei primi obiettivi da raggiungere è quello di fare della Serie A femminile in una lega autonoma. Malgrado questo percorso di crescita, oggi purtroppo la maggior parte delle società maschili non hanno un corrispettivo femminile”.

La «golden age» e il declino

Lorenzo Casini, presidente della Lega Serie A, ha parlato dei legami calcistici tra Italia e Croazia, ricordando i 75 anni dalla tragedia di Superga dove perse la vita il fiumano Ezio Loik. “La ‘golden age’ del calcio italiano è iniziata con la vittoria del Mondiale ’82 – spiega Casini –. Gli anni ’80 e ’90 sono stati l’apice, poi a partire dai primi anni 2000 ha preso il via un graduale declino. Il motivo? Nel periodo d’oro le squadre italiane hanno speso tutto in calciatori senza pensare alle infrastrutture e ai vivai. E questo inevitabilmente ha determinato un calo generale. Eppure, nonostante tutto, la Serie A resta oggi uno dei campionati più seguiti e competitivi anche grazie al forte collegamento tra la storia del Paese e delle città da cui provengono le squadre di Serie A. A Milano, ad esempio, il luogo più visitato è lo stadio di San Siro, mentre il secondo è Casa Milan, e questo è un aspetto che la dice lunga, ma troppo spesso sottovalutato. Gli investitori stranieri scelgono spesso la città ancor prima che il club. E la prossima stagione della Serie A vedrà dieci proprietà straniere su 20 squadre”.

Giancarlo Viglione, responsabile dell’Ufficio legislativo della FIGC, ha trattato l’importanza dell’autonomia nell’ordinamento sportivo italiano “che va preservata non permettendo l’intromissione da parte dello Stato”, mentre il procuratore federale Giuseppe Chiné ha sottolineato che la Procura federale ha pochi strumenti investigativi a disposizione, lacuna però compensata da un dialogo costante con la magistratura italiana e che “dietro c’è una macchina organizzativa enorme essendoci 110 squadre professionistiche in Italia – 20 in Serie A, 20 in Serie B, 60 in Serie C e 10 nella Serie A femminile – il che rende il compito della giustizia sportiva molto complesso”.

Fiumana e Rijeka

Nella seconda parte del convegno spazio alla tavola rotonda “Il calcio ieri, oggi e domani”, moderato da Marinko Lazzarich (Facoltà di Scienze dell’Educazione di Fiume) e da Vanja Smokvina. Vanni D’Alesio (Università di Fiume e di Napoli) ha fatto una panoramica sugli inizi del calcio a Fiume, mentre Luca Dibenedetto (autore del libro “El balon Fiuman”) ha ricordato che tra i due conflitti mondiali 20-25 giocatori fiumani sono arrivati ai massimi livelli, ma “ce ne sarebbero potuti essere molti di più, però faticavano a lasciare la propria città in quanto spesso portavano avanti anche altre attività”.

Scontata una battuta sull’annosa e tanto dibattuta storia del Rijeka calcio, con Vanni D’Alessio, Luca Dibenedetto e Vladimir Iveta (rappresentante della Federcalcio croata) che hanno rimarcato che, dal punto di vista legale, il Rijeka attuale non può in alcun modo essere il successore della Fiumana. Iveta ha pure ricordato che nella stagione 1946/47 due squadre della stessa città, in questo caso Trieste, militavano in campionati di due Stati diversi: la Triestina in quello italiano e il Ponziana in quello jugoslavo, a testimonianza delle complesse vicende geopolitiche dell’epoca in questi territori.

Euro 2032 a rischio revoca?

Jacopo Tognon (Università di Padova e arbitro presso il TAS di Losanna) ha detto che oggi in Italia ci sono un milione e 35mila di tesserati di calcio giovanile e dilettantistico in Italia e che il calcio rappresenta un potentissimo strumento di integrazione e inclusione. Giancarlo Viglione ha invece lanciato l’allarme per l’Europeo 2032, che l’Italia dovrebbe ospitare congiuntamente assieme alla Turchia. Ma il condizionale è d’obbligo. “Euro 2032 una grande opportunità come Italia ’90? Lo sarà se riusciremo a organizzare quell’edizione. Entro settembre 2026 dovremo dare tutte le necessarie garanzie all’UEFA rispetto agli impianti. Quello degli stadi è un tema molto caldo sul quale la Lega Serie A e le Federcalcio italiana insistono molto, ma la verità è che in questo caso è soprattutto la politica a dover essere il player principale”.

Tonali e Fagioli

Infine, Giuseppe Chiné ha parlato della vicenda di Sandro Tonali e Nicolò Fagioli, i due calciatori coinvolti nello scandalo calcioscommesse. “Per quel tipo di illecito la sanzione minima è di tre anni di squalifica, ma quando li interrogai pensai che meritassero una seconda chance, di guarire, perché la ludopatia è una malattia, e di tornare a giocare. Proposi così una soluzione mista: squalifica temporanea unita però a un percorso terapeutico e di rieducazione, nonché di diventare testimonial per raccontare la loro storia ai giovani nelle scuole. Tonali sta ancora scontando la squalifica, mentre Fagioli l’ha scontata, è guarito, ha fatto da testimonial ed è ora all’Europeo. Credo sia importante offrire una seconda possibilità a tutti e che la sanzione debba avere soprattutto una matrice educativa”.

Gli organizzatori

A organizzare l’evento è stata la Facoltà di Giurisprudenza di Fiume, in collaborazione con l’Istituto sul diritto sportivo, politiche dello sport e diplomazia sportiva e con la Cattedra Jean Monnet sul diritto sportivo dell’UE, politiche sportive e diplomazia sportiva, con il patrocinio del Ministero croato del Turismo e dello Sport, dell’Ambasciata d’Italia di Zagabria, del Consolato Generale d’Italia di Fiume, della FIGC, della Federcalcio croata, della Lega Serie A, dell’ente giornalistico-editoriale EDIT, del quotidiano La Voce del popolo, della Fondazione Paolo Rossi e della World Football Collection. L’iniziativa è inoltre realizzata con il supporto dell’ente giornalistico-editoriale EDIT e si avvale del contributo finanziario del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale della Repubblica Italiana per il tramite dell’Unione Italiana in applicazione della Legge 73/01 e successivi rifinanziamenti – Progetto “La Voce del popolo” – Economia (Atto n.180), mentre fanno parte del Comitato organizzatore Vanja Smokvina, Jacopo Tognon, Marinko Lazzarich, Vladimir Iveta, Marco Schembri e Daniel Turak.

I preziosissimi cimeli dell’indimenticabile Paolo Rossi

Foto Goran Žiković

Allestita in sala anche una mostra, con esposti alcuni preziosissimi cimeli appartenuti all’indimenticabile bomber azzurro Paolo Rossi, uno dei trascinatori dell’Italia al trionfo nel Mondiale 1982 in Spagna. Grazie in particolare a Federica Cappelletti, presidente onoraria della mostra “Paolo Rossi, un ragazzo d’oro”, e a Marco Schembri, direttore esecutivo e curatore stesso della mostra, si sono potuti ammirare il Pallone d’oro vinto nel 1982, la Scarpa d’oro, essendosi laureato capocannoniere di quella rassegna, e anche gli scarpini con cui segnò una clamorosa tripletta al Brasile nel girone eliminatorio. In bella mostra anche le maglie di varie squadre di Serie A: Milan, Juventus, Napoli, Roma, Fiorentina, Sampdoria, Palermo, Udinese, Verona, Genoa, Cagliari, Atalanta, Torino, Empoli… Oltre alle maglie della nazionale italiana e croata, come pure, e ci mancherebbe altro, del Rijeka, che fanno parte della collezione privata di Daniel Turak, dipendente della Facoltà e grande appassionato di calcio, oltre che della Serie A.

Foto Goran Žiković
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