Giornalista fermato e multato per due tweet offensivi. Scoppia la polemica

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Giornalista fermato e multato per due tweet offensivi. Scoppia la polemica

Scrive l’acronimo ACAB (All Cops Are Bastards-Tutti i poliziotti sono bastardi) e viene multato dal giudice per le trasgressioni. È successo al giornalista del sito index.hr, Gordan Duhaček, che ha trascorso la giornata di lunedì dietro alle sbarre per poi essere portato al cospetto del giudice che gli ha comminato una multa pari a 200 marchi tedeschi (in Croazia viene tuttora applicata la legge per le trasgressioni risalente al 1994, quando non esisteva la kuna croata e nemmeno l’euro, e quando a causa dell’inflazione le multe sono state tramute in marchi).
L’episodio ha scatenato roventi polemiche in Croazia, anche per il fatto che, secondo lo stesso reporter, il giudice Kresimir Ozanić del Tribunale per le trasgressioni di Zagabria, avrebbe minacciato Duhaček qualche ora prima dell’udienza. Ozanić è famoso per aver condannato qualche mese fa a 15 giorni di carcere con la condizionale Zoran Erceg, il quale aveva imbrattato la statua del primo Presidente croato, Franjo Tuđman, a Zagabria.
Il ministro ordina un’indagine interna
Va segnalato che il ministro degli Interni, Davor Božinović, ha invitato la Direzione della Polizia di indagare sul caso, mentre ieri aveva sottolineato che il giornalista è stato fermato lunedì mattina all’aeroporto di Zagabria “per non aver risposto all’invito di presentarsi alla più vicina stazione di Polizia per argomentare due tweet lesivi della legge”. Dal canto suo Duhaček ha fatto sapere che domenica scorsa ha risposto all’invito e si è presentato in una stazione di Polizia di Zagabria, dove gli sarebbe stato approvato il viaggio del giorno dopo, con l’obbligo di ripresentarsi in Questura al rientro. Ma lunedì il reporter è stato fermato proprio mentre si accingeva a decollare per la Germania per motivi di lavoro.
Le condanne delle associazioni per la tutela dei diritti
Sono diverse le associazioni per i diritti dell’uomo che hanno emesso alcuni comunicati, in cui condannano la decisione di fermare e multare il giornalista di index.hr. “Si tratta di una pressione inaccettabile nei confronti dei giornalisti”, scrive il Gong, associazione non governativa fondata nel 1997 con l’obiettivo di spronare i cittadini a una partecipazione attiva nei processi politici nel Paese.
“Durante il governo del premier Plenković, che si sta preparando ad assumere la presidenza Ue – si legge ancora nella nota – si verificano delle situazioni che non hanno nulla a che vedere con la democrazia, anzi assomigliano di più ai comportamenti praticati dai regimi totalitari”. Il Gong esprime preoccupazione anche per il fatto che “un giudice abbia minacciato Duhaček e che l’udienza si sia svolta a porte chiuse”. Perciò, si chiede un urgente intervento del Ministero della Giustizia.
Il fermo a cui è stato costretto il giornalista è stato condannato in precedenza anche dall’Ordine dei giornalisti, dalla Casa per i diritti dell’uomo di Zagabria e dal Centro studi per la pace. “Si tratta di un attacco inaccettabile alla libertà di stampa e d’espressione”, hanno affermato all’unisono le associazioni non governative. Naturalmente non sono mancate le reazioni dei politici, soprattutto dell’opposizione.

Il Presidente cita Voltaire
Oggi l’episodio è stato commentato anche dal Presidente della Repubblica. “La demcoraiza sottintende la libertà d’espressione e la responsabilità per la parola pronunciata”, ha scritto su Twitter Kolinda Grabar-Kitaroivić, citando nel prosieguo del “cinguettio” Voltaire: “Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo”.

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