La CNI al Quirinale: «Guardare al futuro senza dimenticare il passato»

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La CNI al Quirinale: «Guardare al futuro senza dimenticare il passato»
La stretta di mano tra Sergio Mattarella e Furio Radin al Quirinale. Foto screenshot video

Grande emozione anche per i rappresentanti della CNI presenti al Quirinale per la celebrazione del Giorno del Ricordo. Lo conferma anche il vicepresidente del Sabor (il Parlamento di Zagabria, ndr) e deputato della Comunità Nazionale Italiana, Furio Radin: “È stato un evento emozionante soprattutto per le testimonianze ascoltate. Una giornata importante anche dal punto di vista politico, perché nei discorsi che sono stati fatti, oltre a rimarcare giustamente e con forza le ingiustizie che sono state commesse durante e dopo la Seconda guerra mondiale, è stato dato molto spazio al futuro. I discorsi sono stati tutti molto sentiti e politicamente molto lungimiranti. Vorrei sottolineare le parole del presidente Mattarella, che ha saputo mettere queste disgrazie, questi eccidi, in un contesto giusto. Anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha saputo affrontare questo problema con parole saggie, parole che avremmo usato tutti noi che crediamo nell’Europa. Sono molto soddisfatto di quanto visto e sentito, con il dovuto rispetto che dobbiamo naturalmente avere in occasione di celebrazioni di avvenimenti tanto infausti come quelli che sono accaduti alla nostra gente, a quelle famiglie che hanno dovuto lasciare le nostre terre”, ha concluso Radin.
Sulla stessa frequenza d’onda anche Felice Žiža, deputato della CNI al Parlamento di Lubiana. “Il presidente Mattarella ha ribadito il concetto della riconciliazione iniziato nel 2020 con l’incontro a Basovizza con il presidente sloveno Borut Pahor”. Žiža ha voluto sottolineare anche il fatto che il capo dello Stato “si è ricollegato alla storia del Ventennio fascista” affermando che, “sicuramente il terrore della dittatura comunista”, sia dal ’43 in poi che dopo la fine della Seconda guerra mondiale, “fu anche una reazione alle leggi razziali del fascismo” e, quindi, una conseguenza che fu “da aspettarsi, comunque non giustificabile” in alcun modo. Gli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia furono in gran parte civili e “non centravano niente” né con i militari né con i funzionari fascisti. La parola “pulizia etnica” si tende a usare sempre di meno, ma si “usa sempre più il termine esodo forzato dovuto alle conseguenze storiche a cui ho appena accennato”, che hanno portato a tragedie immani per la popolazione, “costretta ad abbandonare” le proprie case, territori, amici, familiari, sentimenti e tutto di più caro, “molto spesso semplicemente per salvarsi la vita”, ha concluso il deputato CNI al Parlamento sloveno.
“È sempre un grande onore partecipare, ma è anche una grande commozione perché durante queste cerimonie si assiste alle testimonianze di figli e nipoti di persone che avevano avuto dei cari, dei familiari vittime delle foibe o di persecuzioni”. Così, invece, il presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul. “Queste testimonianze sono sempre molto dolorose, molto toccanti, fanno riflettere…”. Però, allo stesso tempo, “sono sempre prive di odio e sono rivolte al futuro”. C’è la volontà di costruire dei “percorsi di pace, di riconciliazione, di collaborazione e di amicizia”. Il presidente di Federesuli, Giuseppe de Vergottini, ha ricordato l’“intensa collaborazione” con l’Unione Italiana, anche per quanto riguarda il “progetto di mappatura” dei luoghi delle violenze, degli eccidi per opera di tutte le dittature e i totalitarismi che “si sono susseguiti” in Istria, Fiume e Dalmazia.
“Per noi come CNI è indubbiamente importantissimo presenziare alla cerimonia al Quirinale alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella”, ci ha detto dal canto suo il presidente dell’Assemblea UI, Paolo Demarin. “Dobbiamo fare in modo di far conoscere alle giovani generazioni questo triste capitolo della nostra storia” e “puntare sulla convivenza”. Il presidente Mattarella e il ministro Tajani hanno sottolineato che con la Croazia e la Slovenia “si stanno creando degli ottimi rapporti di collaborazione” e quindi noi, come Unione Italiana e come Comunità Nazionale Italiana, vogliamo fare da ponte in questo senso. “Guardiamo al futuro, non dimenticando la nostra storia”, ha chiosato Demarin.

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