Pola e Fiume: corsa frenetica agli acquisti (foto)

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Pola e Fiume: corsa frenetica agli acquisti (foto)

POLA IN ANSIA
Parcheggi esauriti, carrelli e portabagagli pieni. Code ai banchi della carne, code alle casse. Lo shopping nell’era del coronavirus è un fenomeno di isteria collettiva che si diffonde a macchia d’olio per seguire traiettorie molto simili a quelle dello stesso agente patogeno. Anche la persona più razionale di questo mondo comincia a imitare la massa e a quel punto l’onda cresce e tutti i rimedi che pensavamo di aver preso per tutelarci finiscono per nuocerci. Potrebbe essere la storia della profezia che si autoavvera: la calca al supermercato può tramutarsi essa stessa in un focolaio di propagazione del virus, per cui avremmo fatto meglio a non precipitarci al negozio tutti nello stesso momento. Ma le decisioni umane sono sempre piuttosto emotive che razionali e quindi è inutile discuterne. L’effetto domino è in atto. La decisione della Protezione civile di chiudere tutti i locali pubblici entro le 18 della sera è rimbalzata immediatamente col risultato che i negozi e i centri commerciali sono nuovamente sotto assedio.

Carrelli pieni fino all’orlo

Che cosa si va comparando? Anche in questo caso la risposta è che dipende dai gusti individuali e familiari, ma una regola generale la si può comunque dedurre dal comportamento degli acquirenti e dallo svuotamento (e conseguente rifornimento) degli scaffali. In linea di principio vanno a ruba i prodotti da forno, il pane precotto, il pancarré, la farina, lo zucchero, l’olio di semi e di girasole, il latte, i formaggi stagionati, le varie margarine e la carne, soprattutto la carne. In pratica si acquista tutto quello che è possibile conservare a lungo in frigorifero e nel congelatore, ma anche a temperatura ambiente. Per questo spariscono dagli scaffali le scatolette di tonno, di sardine e di scombri, come del resto anche i paté e i salami a lunga conservazione.

I portabagagli sono pieni di ingredienti a lunga conservazione

Si nota anche una certa tendenza a fare scorte di carta igienica, di tovaglioli e di fazzolettini di carta, mentre la mania di acquistare salviettine umidificate e disinfettanti, tanto meglio se contenenti della clorexidina, si spiega da sé. Alcuni acquirenti vanno in giro tra gli scaffali con le mascherine verdi del chirurgo attaccate al volto, coperti per benino il naso e la bocca, perché la prudenza non è mai troppa. Ma resta il fatto che pochissimi, anzi saremmo tentati di dire quasi nessuno, rispettano la regola della distanza di sicurezza minima di un metro.

Gli scaffali si svuotano facilmente

I clienti che s’ammassano al banco della carne stanno pigiati l’uno accanto all’altro per decine di minuti respirando la stessa aria stantia, e la medesima situazione si ripete poi alle casse per altre decine di minuti. Eppure nel proclamare il coprifuoco delle 18 la Protezione civile ha messo bene in chiaro che la distanza minima di un metro alle casse doveva essere rispettata da tutti i clienti ed esplicitamente richiesta dal personale dei negozi. Alla prova dei fatti si tratta dunque di provvedimenti pensati bene, ma applicati male. E lo stesso discorso si potrebbe fare anche per il comportamento dei passeggeri nei mezzi pubblici e dei pedoni sui marciapiedi. Da un lato la paura di avvicinarsi a qualcuno che starnutisce e tossisce e poi dall’altro lato errori grossolani, spropositi inutili, imprudenze varie se non addirittura azioni insensate.

A FIUME SITUAZIONE IDENTICA
L’emergenza coronavirus ha bloccato tutta l’Italia, uno stato d’allarme che nei giorni scorsi aveva fatto scattare la corsa all’approvvigionamento selvaggio, con scene quasi apocalittiche della presa d’assalto dei supermercati e delle farmacie. Alle casse si formavano lunghe code di cittadini, con grandi scorte di derrate alimentari e acqua. Nei carrelli provviste da guerra: patate, biscotti, latte, zucchero, farina e prodotti igienico-sanitari. Una caccia all’acquisto che ha subito un arresto al momento che tutta l’Italia è stata proclamata “zona rossa”.

 

Si acquista di tutto, anche con la mascherina. Foto Željko Jerneić

Ora l’ingresso negli esercizi commerciali è scaglionato e si acquista lo stretto indispensabile. Anche la Croazia è ad alto rischio e nessuno lo nasconde: gli asili e le scuole chiuderanno i battenti nelle prossime due settimane, sono state adottate misure restrittive sull’assembramento, con eventi pubblici, culturali e sportivi annullati o rimandati a tempi migliori. Il Paese si sta a piano a piano fermando. Inevitabilmente numerose persone si sono recate nei negozi di alimentari per fare la scorta portando via di tutto, come abbiamo avuto modo di sincerarci ieri nel corso di un “sopralluogo” effettuato nei vari centri commerciali e supermercati di Fiume. Non è psicosi, ma poco ci manca. I prodotti più gettonati? Generi alimentari a lunga scadenza, articoli igienico-sanitari e disinfettanti. Una situazione tutto sommato ancora sempre sotto controllo, che però potrebbe in un attimo degenerare. Da quanto appurato in alcuni supermercati si registrano resse “prefestive” o da “Black Friday”: si acquista proprio di tutto.

In coda alla macelleria

Non bastano le assicurazioni del governo, che anche ieri ha ribadito che sarà garantito regolarmente l’approvvigionamento alimentare, del Comando di crisi della Protezione civile, ma anche degli stessi commercianti, che assicurano una regolare fornitura di tutti i prodotti alimentari e igienici. La realtà quotidiana parla di numerose persone che si sono riversate nei centri commerciali, supermercati e discount per accaparrarsi il necessario e per affrontare ben riforniti un eventuale isolamento, poiché “non si sa mai” cosa potrebbe succedere.

La carta igienica è molto ricercata

Tornando in… negozio, i reparti di frutta e verdura sono per lo più affollati, con gli acquirenti che si concentrano soprattutto nelle aree dove sono in vendita i prodotti a lunga conservazione, ovvero patate, cappucci, porro, verza e verdure preconfezionate (spinaci, bietola), poi ancora olio, zucchero, farina e lievito in polvere, per non parlare poi della carne fresca e di prodotti alimentari surgelati. Si acquistano saponette e sapone liquido a litri, detersivi e prodotti per la disinfestazione della casa. Praticamente di tutto, anche se balzano subito all’occhio le ingenti quantità di pacchi di carta igienica nei carrelli, una vera e propria ossessione. E poi via ad affrontare la fila alla cassa dove le dipendenti, con il sorriso stanco, si danno da fare al registratore di cassa con scanner cercando quanto più in fretta si “smaltire” quella montagna di roba. E avanti il prossimo… Scaffali vuoti? Sì, ma prontamente riforniti con nuova merce.
D’altra parte sarà stato forse per l’ora mattutina, o chissà per quale altra ragione, però una parte dei supermercati fiumani registrava un traffico normale, con il consueto via vai di acquirenti. Gli scaffali, anche in questo caso erano ben riforniti, escluso il reparto ortofrutticolo, che si presentava desolatamente vuoto. “Stiamo scaricando la merce nel magazzino e subito dopo i prodotti saranno a disposizione”, ci ha detto una commessa mentre stava disinfettando gli scaffali. La calma prima della tempesta? Vedremo nelle prossime ore e giorni…

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