Etnie. Il declino della madrelingua

I dati del Censimento della popolazione del 2021 hanno messo in luce un interessante fenomeno che induce a riflettere

0
Etnie. Il declino della madrelingua

Le elezioni per i Consigli e i Rappresentanti delle minoranze nazionali, in programma il 7 maggio, hanno messo in evidenza un altro effetto pratico dei risultati del Censimento della popolazione del 2021, oltre al venir meno del bilinguismo in singole realtà locali dove l’uso delle lingue minoritarie non è difeso a norma di Statuto. Seppur non di molto, il numero complessivo dei Consigli e dei Rappresentanti a livello nazionale è diminuito. Il motivo? La decrescita numerica delle etnie all’ultimo Censimento. Si tratta di un andamento, quello relativo ai Consigli e ai Rappresentanti, che a lungo andare potrebbe investire sempre di più le minoranze se dovesse proseguire il declino demografico globale delle Comunità nazionali.
Un altro dato che emerge, spulciando fra quelli del Censimento 2021, è il calo non indifferente del numero dei parlanti delle lingue delle minoranze, ovvero di quanti hanno dichiarato una madrelingua minoritaria. Paradossalmente negli ultimi tempi si fa un gran parlare della necessità di difendere la lingua croata, minacciata in particolare – come del resto gran parte delle lingue europee – dagli anglicismi. Ma non solo, forse. Però i dati parlano chiaro. Mentre la proposta di Legge sulla lingua croata redatta dal gruppo di lavoro della Matrix croata (Matica Hrvatska), il cui contenuto è ancora sconosciuto all’opinione pubblica, si trova in “sala d’attesa” presso il Ministero dell’Istruzione, a giudicare dagli ultimi dati del Censimento della popolazione, dei nuclei familiari e delle abitazioni del 2021, la lingua croata come lingua madre – e lo sottolinea anche la stampa della maggioranza – non è in pericolo. Infatti, stando ai dati diffusi dall’Istituto statale di statistica (DZS), in Croazia su un totale di 3.871.833 abitanti, 3.687.735 hanno dichiarato di essere di madrelingua croata. Ovviamente bisogna fare una distinzione tra croato parlato e scritto, se nell’uso pubblico viene rispettata la lingua standard croata o se vengono usati sempre più anglicismi e altre espressioni che non le appartengono. Ma è un qualcosa che vale anche per altre realtà nazionali.
Fatto sta che è maggiore il numero di cittadini croati che all’ultimo Censimento hanno dichiarato di essere di madrelingua croata che quello di coloro che si sono dichiarati di nazionalità croata. In Croazia 3.547.614 di abitanti si sono dichiarati croati, mentre 3,687 milioni di cittadini, ovvero 140mila in più, hanno affermato che la loro lingua madre è il croato. Sappiamo ovviamente che la Croazia ha varato anche la Legge sull’uso delle lingue e delle scritture delle minoranze nazionali, che dovrebbe rappresentare una valida garanzia di conservazione degli idiomi minoritari. Passando in rassegna la situazione delle varie etnie, risulta che 45.004 cittadini croati hanno dichiarato di essere di madrelingua serba. Da segnalare che in base al Censimento del 2021, in Croazia vivono 123.892 serbi, il che significherebbe che la stragrande maggioranza degli appartenenti alla minoranza serba non ha dichiarato il serbo come lingua madre.
In Croazia, inoltre, vivono anche 24.131 bosgnacchi, 3.185 bosniaci e 3.926 musulmani, così dichiaratisi al Censimento di due anni fa. I cittadini croati di madrelingua bosniaca sono 17.531. Dei complessivi 17.980 rom che vivono nel Paese 15.269 sono di madrelingua rom. L’albanese è la lingua madre per 13.503 cittadini croati, mentre l’italiano per 12.890. Nel caso di queste due minoranze, un numero leggermente superiore di cittadini ha dichiarato di essere di nazionalità albanese o italiana. Il che vuol dire che non tutti coloro che si sono dichiarati appartenenti alla CNI hanno pure dichiarato che l’italiano era la loro lingua madre. Un dato questo che dovrebbe far riflettere in quanti finora, ai vari rilevamenti della popolazione il numero di quanti avevano dichiarato di essere di madrelingua italiana era superiore, anche se non di molto a quanti avevano dichiarato un’appartenenza nazionale italiana. Le ragioni potrebbero essere molteplici: si potrebbe andare da una diglossia o da un bilinguismo familiare diffusi alla volontà di dimostrare di padroneggiare comunque bene la lingua della maggioranza, potrebbe trattarsi di un segnale di sofferenza dell’italiano.
Quello che conta nell’insieme è che anche le altre minoranze presentano questa stessa “sofferenza”. In Croazia ci sono infatti 7.862 cechi di cui solo 4.915 di madrelingua ceca. Una cosa simile riguarda anche la minoranza magiara: su 10.315 ungheresi che vivono in Croazia, 7.218 cittadini hanno dichiarato che l’ungherese è la loro lingua madre. È interessante notare che ancor oggi 8.182 cittadini croati parlano il serbo-croato che ufficialmente non esiste più, mentre 4.278 persone il croato-serbo. O più precisamente, hanno dichiarato che questa lingua chiamata così ai tempi dell’ex Repubblica socialista è la loro madrelingua. L’inglese si è diffuso a livello globale soprattutto tra le giovani generazioni, indipendentemente da dove vivano. In Croazia 2.863 cittadini la ritengono la loro madrelingua anche se nel Paese ci sono poco più di mille tra inglesi, americani, canadesi e australiani. Un altro segnale d’allarme può derivare dal fatto che anche quelle minoranze nazionali, poche in verità, che sono aumentate di numero al Censimento 2021, come i rom ad esempio, registrano un numero di parlanti inferiore a quello dei dichiarati di etnia minoritaria. Perlomeno appare lecito porsi l’interrogativo sul perché di un simile fenomeno, in controtendenza, almeno nel caso degli italiani, con quanto registrato finora.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display