Nell’anno elettorale per eccellenza si delinea uno scenario che era ampiamente prevedibile. Non c’è categoria del pubblico impiego che non cerchi di strappare concessioni quanto maggiori, richiamandosi ovviamente anche a situazioni oggettive, come l’inflazione, che ha eroso il potere d’acquisto degli stipendi. La situazione, dunque, sul fronte sociale è in pieno movimento in Croazia. I medici minacciano di scioperare se non otterranno aumenti salariali del 20 per cento. I giudici avvertono pure che esiste la possibilità di un nuovo sciopero bianco nei Tribunali se non otterranno a loro volta congrui aumenti di paga. Il pubblico impiego è pure in subbuglio. Per rabbonire le varie categorie il governo promette una riforma organica del sistema retributivo per eliminare le ingiustizie e le incongruenze.
Colloqui il 22 gennaio
Il ministro del Lavoro, Marin Piletić, ha incontrato in questo contesto i Sindacati del settore pubblico e statale per discutere dei nuovi contratti collettivi. Una nuova riunione è in programma il 22 gennaio, quando dovrebbero essere presentati i decreti sui nuovi coefficienti salariali, che si spera, possano servire a disinnescare la mina vagante delle proteste sociali.
Per più di 244.000 dipendenti dei servizi statali e pubblici, le norme sui nuovi coefficienti dovrebbero entrare in vigore da marzo, ha dichiarato Piletić dopo l’incontro. Egli ha osservato che, attraverso la correzione dei coefficienti, sono previsti aumenti salariali per 850 milioni di euro complessivi. Ha inoltre sottolineato che non è necessario collegare i nuovi coefficienti, che sono il risultato della riforma del sistema retributivo nei servizi statali e pubblici, ad alcuni altri parametri, in particolare all’inflazione, perché questo rientra nei negoziati sulla base salariale e su alcuni altri diritti materiali. Piletić ha ribadito che la riforma del sistema salariale mira a raggiungere la parità di retribuzione per lo stesso lavoro e a correggere le ingiustizie che esistono da molto tempo. L’intenzione primaria è che i salari più bassi crescano di più.
Evitare «isterie»
Interrogato sui possibili scioperi, il ministro ha risposto che la cultura del dialogo sociale impone che non vi siano agitazioni durante i negoziati, ma resta da vedere se ce ne saranno. Il presidente del Sindacato di polizia Dubravko Jagić ha annunciato che la proposta di regolamento sui coefficienti di calcolo salariale sarà sottoposta all’esame degli organi sindacali e confida che verrà adottata con reciproca soddisfazione. Riguardo all’annuncio di uno sciopero da parte di altri sindacati, ha detto che non vede motivo di “isteria”, aggiungendo che un accordo può essere raggiunto e che tali azioni non avrebbero avuto luogo.
Infermieri in rivolta
Oltre ai medici, nel sistema sanitario, a minacciare proteste sono anche gli infermieri. Dopo l’annuncio di un possibile sciopero dei medici se il governo non dovesse soddisfare le loro richieste entro la fine di gennaio, la presidente dell’Unione professionale degli infermieri e dei tecnici sanitari, Anica Prašnjak, ha detto che si uniranno a loro se non saranno soddisfatti con l’offerta del governo
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