Croazia, nel mirino pure la stella rossa?

La maggioranza riesce a imporre la procedura d’urgenza per la nuova Legge sulle infrazioni contro l’ordine e la quiete pubblica. Pareri contrastanti sull’interpretazione da dare ai simboli ritenuti offensivi. Secondo alcuni si andrà a colpire il saluto ZDS, secondo altri anche Tito

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Croazia, nel mirino pure la stella rossa?
Il presidente del Parlamento di Zagabria, Gordan Jandroković.

Al secondo tentativo la maggioranza di governo è riuscita a imporre al Sabor la procedura d’urgenza per l’approvazione della Legge sulle infrazioni contro l’ordine e la quiete pubblica, che prevede un drastico inasprimento delle pene pecuniarie. Inutili sono state le vivaci proteste dell’opposizione, che chiedeva la doppia lettura per un progetto di legge di grande rilievo politico, con il quale si dovrebbero punire molto più severamente quanti espongono simboli e scandiscono slogan che si rifanno alle ideologie del passato, tra cui quella ustascia. Il fatto che la maggioranza abbia trovato la coesione necessaria per fare sì che la legge venga approvata con procedura d’urgenza, sta a significare che non dovrebbero esserci problemi di sorta nemmeno per l’approvazione definitiva del testo della normativa.
Durante il vivace dibattito l’opposizione ha trovato da ridire non soltanto sulla procedura d’urgenza, ma anche sull’ammontare delle sanzioni pecuniarie. In questo contesto è stato rilevato che a finire in carcere saranno i poveracci che non potranno pagare le multe salatissime che il Ministero degli Interni ha proposto per i trasgressori. Per giunta si è innescata una discussione alquanto burrascosa su quali dovrebbero essere i simboli e gli slogan vietati, in quanto nel testo della legge questo non viene precisato in maniera inequivocabile. C’è soltanto un riferimento generico ai simboli offensivi, che per gli uni possono essere quelli fascisti o ustascia, per gli altri magari la falce e il martello. Che i malintesi e le controversie siano possibili a questo proposito lo ha confermato ieri il dibattito in aula. Contrariato per la proposta di legge ritenuta poco chiara, il deputato del Movimento patriottico Stipo Mlinarić ha affermato che le sanzioni previste non andranno a colpire “la coccarda cetnica, la stella rossa a cinque punte o il monumento al leader della ribellione serba in Croazia, Šoskočanin”, mentre a finire nelle maglie della giustizia “saranno i ragazzi che hanno combattuto nelle file dell’HOS”, le Forze di difesa croate. Sulla stessa linea di pensiero si è trovato il sovranista Marijan Pavliček, il quale ha affermato che la nuova normativa farà ripiombare il Paese “nel clima del comunismo e del totalitarismo”: a essere puniti con 4mila euro di multa saranno gli appartenenti all’HOS “che mai sono stati accusati di crimini di guerra”, mentre si potrà tranquillamente come finora esporre la stella rossa in pubblico. Di parere completamente diverso un altro esponente della destra, Hrvoje Zekanović (HDS), il quale ha sostenuto che nulla cambierà in merito all’atteggiamento verso l’HOS, mentre al contrario la nuova Legge colpirà quanti inneggiano all’opera di Josip Broz Tito e al movimento cetnico. Nikola Grmoja del Most si è richiamato invece all’attualità politica, affermando che è interessante che nessuno abbia da ridire sullo slogan Slava Ukrajini (Gloria all’Ucraina), mentre al contrario c’è una levata di scudi quando si scandisce il saluto ZDS (Per la patria pronti) nel contesto della Guerra patriottica.
Quanto sia stato vivace il dibattito lo dimostra il fatto che il presidente del Sabor, Gordan Jandroković, ha esppulso dall’aula i deputati della destra Željko Sačić e Miro Bulj, i quali avevano sostenuto, tra l’altro, che con la nuova legge si vuole reintrodurre nel Paese il delitto verbale dell’epoca comunista. I due hanno interpretato l’espulsione come un attacco alla democrazia.
Siamo in presenza dunque di interpretazioni diametralmente opposte dello stesso testo di legge. Alla fine evidentemente tutto sarà demandato all’interpretazione politico giudiziaria che dei singoli casi daranno i Tribunali. Scontentando probabilmente un po’ tutti. I giudici, lo ricordiamo, potranno comminare multe da 700 a 4.000 euro per l’uso di simboli e slogan vietati e anche per la diffusione di fake news. Saranno previste inoltre sanzioni pecuniarie da 300 a 2.000 euro per gravi violazioni, tra cui risse e liti in luogo pubblico, false dichiarazioni e uso illecito dei distintivi di funzionari pubblici. Con importi da 200 a 1000 euro, saranno sanzionati gli autori di reati di ingiuria e denigrazione del sentimento morale dei cittadini e, tra gli altri, coloro che si ubriacano o consumano sostanze stupefacenti in luogo pubblico.

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