Croazia-Italia. Zone economiche esclusive: delimitazione definitiva

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Croazia-Italia. Zone economiche esclusive: delimitazione definitiva
Un pattugliatore della Polizia marittima croata. Foto Filip Brala/PIXSELL

Il governo di Zagabria ha approvato la proposta finale della Legge sulla ratifica dell’Accordo tra la Repubblica di Croazia e la Repubblica italiana sulla delimitazione delle zone economiche esclusive. Il segretario di Stato Andreja Metelko-Zgombić ha sottolineato che l’Accordo tra la Repubblica di Croazia e la Repubblica d’Italia sulla delimitazione delle zone economiche esclusive è stato firmato il 24 maggio 2022 a Roma dal ministro degli Affari esteri ed europei Grlić Radman.

Nel novembre 2020, durante una riunione del Comitato di coordinamento dei ministri di Croazia e Italia, sotto la presidenza dei capi delle diplomazie dei due Paesi, era stato raggiunto un accordo sull’avvio dei negoziati sulla delimitazione delle zone economiche esclusive. Durante i colloqui e i negoziati tra esperti, svoltisi nel 2021 e nel 2022, era stato finalmente raggiunto un accordo secondo cui la linea di demarcazione delle zone economiche esclusive (ZEE) avrebbe seguito la linea di demarcazione della piattaforma continentale tra i due Paesi, sostenuta fin dall’inizio dalla Croazia. Dopo il Trattato di Osimo del 1975 – rilevano le autorità di Zagabria – che ha determinato la linea di demarcazione delle acque territoriali tra la Repubblica di Croazia e la Repubblica d’Italia, nonché l’Accordo del 1968, e la sua precisa determinazione da parte dell’intesa del 2005, che ha determinato la linea di delimitazione della piattaforma continentale, “con il Trattato sulla delimitazione delle zone economiche esclusive, la questione della delimitazione tra la Repubblica di Croazia e la Repubblica italiana è definitivamente risolta e completata”.

“La Repubblica di Croazia, oltre a tutelare i propri interessi e i diritti stabiliti dal diritto internazionale, con il presente Accordo crea anche le basi per una cooperazione ancora più forte con la Repubblica Italiana nell’Adriatico, soprattutto nella parte delle relazioni bilaterali relative alla tutela dell’ambiente marino e all’uso sostenibile del mare e delle sue risorse naturali”, ha sottolineato il segretario di Stato Andreja Metelko-Zgombić.

Siamo in presenza, dunque, di un’intesa che al momento della firma venne definita storica dal ministro degli Esteri croato Gordan Grlić Radman, poiché risolveva il problema della demarcazione. I due Paesi, in pratica, hanno confermato come confine la linea di demarcazione già esistente della piattaforma continentale sul fondale marino. La Croazia tre anni aveva proclamato la sua zona economica esclusiva nel Mare Adriatico. La zona economica esclusiva della Croazia si trova tra il confine esterno del mare territoriale croato in direzione del mare aperto. Secondo il diritto internazionale potrebbe estendersi fino a 200 miglia nautiche dalla costa, ma poiché il Mare Adriatico è più stretto, occorreva ancora raggiungere un accordo sulla delimitazione con l’Italia.

Roma e Zagabria hanno informato anche la Slovenia del processo di dichiarazione delle loro zone, la quale, secondo la decisione del Tribunale arbitrale, non ha il diritto di dichiarare la propria zona economica esclusiva. La parte slovena ha poi presentato la propria posizione secondo cui la prevista dichiarazione delle zone economiche esclusive di Croazia e Italia non deve in alcun modo pregiudicare i diritti riconosciuti alla Slovenia secondo il diritto internazionale ed europeo.

La storia delle ZEE si trascina da vent’anni. La Croazia annunciò l’intenzione di proclamarla per la prima volta nel 2003, quando la stampa cominciò a parlare dei possibili piani della Croazia e dell’Italia di dividere a metà il Mare Adriatico, abolire il regime delle acque internazionali e concludere un nuovo accordo sulla pesca. A Lubiana tutto questo non piacque affatto perché, secondo la Slovenia, dietro l’intero progetto di spartizione dell’Adriatico ci sarebbero accordi petroliferi forti e redditizi.

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