Di pari passo al congelamento dei listini di benzina e gasolio, l’Esecutivo ha definito anche i prezzi all’ingrosso di modo tale che, tenendo conto di tutte le imposte, non possano superare l’importo del prezzo al dettaglio prescritto dal decreto con cui si bloccano i costi ai distributori situati fuori dalle autostrade. Con questo provvedimento, secondo il governo, verranno ulteriormente tutelati i piccoli distributori di derivati del petrolio. Questi ultimi però non ci stanno: affermano che una simile misura sta a significare di fatto che i piccoli distributori saranno costretti ad acquistare e a vendere i carburanti allo stesso prezzo, causando perdite insostenibili, che porteranno sicuramente alla chiusura di almeno 240 stazioni di servizio, con la conseguente perdita di un migliaio di posti di lavoro.
Inoltre, sempre secondo i titolari dei piccoli distributori, esiste il rischio che si arrivi a una penuria di carburante sul mercato con pesanti ripercussioni sulla stagione turistica. Da qui l’appello a liberalizzare il costo di benzina e gasolio, ossia di permettere che sia il mercato a dettare l’andamento dei prezzi.
Il ministro dell’Economia, Davor Filipović, ha ribattuto alle lamentele dei titolari dei piccoli distributori di benzina affermando che lo scorso anno hanno registrato ottimi affari. Come dire, anch’essi devono abituarsi ora a stringere la cinghia per dare il loro contributo al superamento della crisi.